BIPOLARE O BORDERLINE?
La felicità e l’infelicità degli uomini dipendono tanto
dalla loro buona sorte quanto dal loro umore.
(François de La Rochefoucauld)
Da diversi anni sono entrate a far parte del linguaggio comune molte terminologie nate in ambito psichiatrico, come il termine “bipolarismo”. Chi soffre di bipolarismo – è risaputo – alterna stati di estrema allegria con periodi di assoluta tristezza, passando dal paradiso all’inferno in modo più o meno brusco a seconda dei casi. Ovviamente può capitare a tutti di avere dei momenti in cui l’umore cambia in modo improvviso, ma quanto si parla di disturbo bipolare si fa riferimento a situazioni in cui le normali attività quotidiane vengono compromesse.
Ecco alcune caratteristiche che si presentano durante la fase up: aumento dell’autostima, riduzione del bisogno di dormire, aumento della loquacità con difficoltà a frenarla, rapido cambiamento di opinione, agitazione mentale e fisica, attività pericolose sia da un punto di vista fisico (come guidare velocemente l’auto, o avere rapporti sessuali inusuali), sia dal un punto di vista finanziario (come giocare d’azzardo).
Invece, durante la fase down possono verificarsi alcuni dei seguenti episodi: umore negativo e disperato, riduzione dell’interesse e del piacere nella maggior parte delle attività, perdita di energia, sensi di colpa e caduta dell’autostima, incapacità di prendere decisioni, pensieri di morte o di suicidio.
Per quanto il DSM (il manuale per la diagnosi psichiatrica pubblicato dall’Associazione degli Psichiatri Americani) distingua nettamente il disturbo bipolare da quello borderline, da un punto di vista psicoterapeutico la distinzione non sussiste.
Da un punto di vista psicoterapeutico non sussiste la distinzione tra disturbo bipolare e disturbo borderline.
Innanzitutto, come mai si usa il termine “borderline“? La motivazione è questa: chi ne soffre si trova sulla linea di confine – sul bordo appunto – tra “nevrosi” e “psicosi”. Chi soffre di questo disturbo sperimenta sulla sua pelle proprio l’alternarsi degli alti e bassi di umore di cui parlavamo prima, passando dalla fase up, in cui si sente un eroe, alla fase down, in cui non riesce più a convincere né gli altri né se stesso di esserlo. Per fin troppo tempo si è considerato e curato il disturbo bipolare come se fosse un disturbo depressivo, ma con la depressione ha poco con cui spartire. Se qualche tuo conoscente oppure tu stesso hai ricevuto come diagnosi quella di disturbo bipolare continua a leggere l’articolo e vedi se ti riconosci.
La persona con un disturbo borderline ha alcune caratteristiche specifiche, tra cui:
- desidera piacere a tutti, e per questo cerca spesso di utilizzare atteggiamenti seduttivi
- non riesce a restare stabile all’interno di una relazione
- presenta un mix di problematiche in diversi campi (dallo shopping compulsivo alle abbuffate, dal sesso estremo alla menzogna patologica, dagli attacchi di panico ai pensieri ossessivi, ecc.).
Queste caratteristiche rendono i pazienti che soffrono di disturbo borderline particolarmente ostici da mantenere all’interno di un percorso terapeutico. D’altro canto, proprio la conoscenza di queste caratteristiche, indica alcuni accorgimenti necessari da utilizzare nella comunicazione terapeutica per renderla più adatta al loro caso specifico. Alcuni esempi:
- Innanzitutto chi soffre di questo disturbo ha bisogno di “assuefarsi” alle persone con cui ha un legame. E’ necessario quindi avere nei suoi confronti una posizione carismatica, in modo tale che desideri assomigliare sotto qualche aspetto al terapeuta, che diventa così una guida e un punto di riferimento stabile.
- Avendo spesso un atteggiamento di sfida, cerca sovente di mettere l’interlocutore con le spalle al muro, sia direttamente che indirettamente. Per evitare che questo accada il terapeuta deve giocare d’anticipo, mettendo alle strette il paziente prima che sia lui a farlo.
- Avendo una vita spesso costellata di episodi “estremi” è necessario non mostrare alcun turbamento di fronte a tali racconti, anche qualora fossero davvero turpi. Il suo intendo è infatti quello di mettere alla prova la persona che gli sta dinanzi e l’unico modo per agganciarlo è dimostrargli che, di episodi turpi, un terapeuta è ben esperto.
- La maggior parte delle cose che racconta una persona affetta da un disturbo borderline deve essere passata al setaccio, perché ha l’abitudine di raccontare molte bugie, colorando la realtà con fatti letteralmente inventati. L’obiettivo per cui fa ciò è quello di cercare di convincere gli altri per convincere se stesso. Tutte queste falsità rappresentano la serie di autoinganni che costellano la sua realtà, in cui lui deve essere sempre e comunque l’eroe, espediente che gli è utile per mantenere in piedi il suo pseudo-equilibrio.
Per questo tipo di disturbo viene spesso suggerito l’uso di farmaci inibitori dell’umore. Ma, come è ormai risaputo, per quanto gli psicofarmaci possano essere utili o addirittura vitali in casi estremi, essi hanno come unico effetto quello di modificare l’umore del paziente, ma non cambiano in alcun modo le modalità di percezione e la qualità delle sensazioni, obiettivo per cui invece è nata la psicoterapia. Infatti una volta sospesa la cura farmacologica il paziente probabilmente sarà di nuovo punto e a capo.
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8 anniSpesso dietro le persone "forti" si nascondono forti fragilità. Non credo sia un caso se nel lavoro ..come nella vita, molti uomini, si nascondono dietro l'immagine di se che preferiscono, quella dell'uomo forte, sicuro, spavaldo, arrogante. Sono tentati a rappresentarsi ed a creare un modello perfetto di se, che quasi sempre non corrisponde al vero. Così succede che l'apparente consapevolezza della loro superiorità diventa soltanto ..lo specchio dei loro limiti. Ogni uomo invece dovrebbe imparare a nutrirsi di quello che è veramente, senza seguire falsi cliché . E poi in fondo in ogni uomo che deve essere sempre "all'altezza", le sue debolezze si moltiplicano. Non credo sia un caso che quando l'uomo è costretto a misurarsi con la propria fragilità scopre all'improvviso di avere limiti che non avrebbe mai immaginato di avere. Già ..la fragilità. L'unica parola in grado di ..denudare veramente un uomo ! Un caro saluto a BERNARDO e BUONA VITA ..a tutti voi. Gianpaolo Pavone
Financial Advisor Mediobanca Premier
8 anniMassimo hai ragione forse ho visto ciò che non c'era e ti assicuro che la mia "trave" personale è davvero grande in questo specifico campo. Ma anche io mi sto attivando, ormai sono più di 10 anni che mi occupo di informazione e sensibilizzazione nel campo della malattia mentale. Una cosa ho imparato: il malato ha bisogno di medicine ma anche e soprattutto di essere considerato "normale", e questo passa attraverso un nostro cambio di cultura personale e generale, passa attraverso il rispetto della persona a partire da pensieri e comportamenti di chi gli sta vicino per tutte le quotidiane necessità. Ti ho preso a pretesto per evidenziare che anche persone del settore non colgono questo particolare, nel senso che non hanno ancora fatto il salto di "pensare" al malato come una persona normale che deve curarsi . Il malato ha bisogno che la cura (medicine e comportamenti di chi gli è vicino) miri alla sua riabilitazione e reinserimento affettivo, sociale e lavorativo.Sto sempre parlando di un malato mentale. Non ce l'ho con la tua battuta ma col il fatto che il malato non può riderci sopra. Grazie per lo scambio di idee. Valerio
Financial Advisor Mediobanca Premier
8 anniMassimo, io di te ho una profonda stima come imprenditore, quello che non capisco è perchè riprendi articoli così specifici, tra l'altro sotto l'aspetto più "spiritoso", per alzare il tuo già alto profilo senza considerare che, chi è nel problema, non ne avrebbe piacere se avesse il bene di rendersene conto, ad essere usato in questo modo . Chi si sente Napoleone, o un aereo, o Dio, o un super dotato, non lo fa essendo cosciente a se stesso, ma ubbidendo a stimoli che la malattia mentale gli impone di seguire senza la possibilità di scegliere. Lo so che dall'esterno può sembrare comico, e da 70 anni e più, siamo abituati a ridicolizzare piuttosto che capire. Però sappi che più del 4% della popolazione Italiana soffre di disturbi mentali (malcontati sono più di 2.000.000 (due milioni) di persone) che in questo momento stai sfruttando per un tuo tornaconto fin troppo facile da conseguire. Sono persone che soffrono non potendo esibire la propria sofferenza; sono persone che non possono richiedere le giuste cure perchè la psichiatria è la prima ad essere sacrificata quando c'è da taglaire i fondi alla sanità in un ottica di di riduzione delle spese; sono persone che vivono ai margini perchè il vicino li considera pazzi mentre sono solo malati che curati potrebbero avere una vita "giusta da vivere" al pari di ognuno di noi. Ed oggi, diversamente da tanti anno fa, i mezzi e le conoscenze per aiutare queste persone ci sono e sono alla portata di tutti. La riforma Basaglia è stata attuato a metà: il sociale, che deve accogliere il malato mentale, non sa di che compito è investito e non se ne fa carico. Il malato mentale è una risorsa che sarà valorizzata da una società che ha i mezzi( soprattutto culturali) per poterlo fare. Nel frattempo, come è successo 50 anni fa per il cancro, è necessario sviluppare conoscenze e sensibilità, aiutare tutti noi nel lungo cammino di un reale aiuto a queste persone. Mi immagino già un "Teleton" a reti televisive unificate per la ricerca e la cura per la malattia mentale, di cui oggi curiamo solo i sintomi e non le cause, a differenza di molti malanni fisici di cui siamo affetti e che in televisione colpiscono molto di più perchè "Visibili". Massimo ti ringrazio per avermi dato la possibilità di esprimere questo pensiero, spero che la volta prossima che ne parlerai sia per dare una mano a questi malati la cui condanna è la rinuncia completa alla vita, perchè noi non gli permettiamo di vivere la sua parte sana, che diamo per scontato che non ci sia perchè la consideriamo un tutt'uno con la malattia. La persona affetta da malattia mentale è la persona più difficile da curare, perchè ha una melattia che compromette il comportamento, senza il quale non è in grado di relazionarsi con chi lo deve curare, ovvero tutti coloro che lo circondano, in tutti i momenti della giono e della notte. Con stima. Valerio
Psicoterapeuta +41774774272
8 anniIl paziente bipolare e il paziente borderline sono molto diversi per questo vanno trattati sia dal punto di vista psicoterapeutico che farmacologico in modo distinto: che poi alcuni, sbagliando, li confondano, come in questo articolo, quello è un problema degli specialisti e ricordiamoci che stiamo parlando di persone
Fashion Product Development - Product Manager - Accessori e moda
8 anniInteressante ..