Borrelli (Protezione Civile): “Digitalizzazione fondamentale per il nostro Paese. Importante proseguire in questa direzione”
Il digitale può essere uno strumento utile a tutelare la salute dei cittadini?
Può favorire collaborazioni tra mondi sconosciuti?
In quale misura è determinante per lo sviluppo del nostro Paese?
Lo abbiamo chiesto ad Angelo Borrelli, Capo della Protezione Civile, che insieme a noi ha analizzato il delicato momento che l’Italia sta attraversando, il grande cambiamento al quale il nostro Paese è sottoposto, da ogni punto di vista.
Uno dei temi di principale attualità è rappresentato dal distanziamento sociale, il mantenimento delle distanze interpersonali per tutelare la propria e l’altrui salute. L’Osservatorio Imprese e Consumatori sta misurando l’impatto della digitalizzazione sullo stile di vita degli italiani, relazionandolo proprio con gli effetti prodotti dalla pandemia.
Possiamo, a tal proposito, dire che l'accelerazione digitale rappresenta per gli italiani un’opportunità di crescita anche dal punto di vista della società civile? In altre parole oltre ad utilizzare le piattaforme digitali per gli acquisti o per usufruire dei servizi in generale, che in questa fase, può favorire il mantenimento delle distanze e aiutarci a contrastare i contagi, ci sono ulteriori spazi di intervento?
In questa emergenza, e soprattutto durante il lockdown, l’utilizzo dello smartworking è stato fondamentale per ridurre massicciamente gli spostamenti della popolazione, per favorire il mantenimento del distanziamento sociale e per evitare che alcune amministrazioni o aziende interrompessero completamente le loro attività. Un ragionamento simile può essere fatto per la didattica a distanza che ha rappresentato uno strumento importante per garantire la conclusione dell’anno scolastico. Negli anni passati la Pubblica Amministrazione ha compiuto passi importanti sul tema dello smartworking ed è anche grazie a queste azioni, compiute prima che iniziasse l’emergenza, se si è riusciti a garantire in tempi rapidi il lavoro da remoto di tanti funzionari. C’è ancora strada da fare ma quanto fatto fino ad ora ha dato grandi risultati ed è importante proseguire in questa direzione.
Il digitale può quindi essere considerato un elemento utile a prevenire rischi su cui occorre investire anche per assicurare una maggiore resilienza alle emergenze. Quale o quali servizi digitali potenzierebbe se ne avesse l’opportunità?
Molti di voi ricorderanno la tragedia delle gole del Raganello, in provincia di Cosenza, avvenuta il 20 agosto del 2018. Una piena improvvisa e violenta che costò la vita a dieci persone. Da quel giorno, insieme al Presidente Conte, ragioniamo su un sistema di allertamento, IT- Alert, in grado di raggiungere tutti i cittadini attraverso i loro cellulari. Abbiamo lavorato intensamente su questo progetto e contiamo di poterlo lanciare il prossimo autunno.
Da marzo ad oggi molte aziende si sono attrezzate per lo smartworking, alcuni piccoli commercianti hanno avviato e-commerce. Crede che questo modello vada potenziato in ottica futura? Già si parla di una possibile seconda ondata di Covid-19 a ottobre.
Io dico sempre che il Sistema Nazionale di Protezione Civile è cresciuto di anno in anno, di emergenza in emergenza, migliorandosi ogni volta. Non sappiamo ancora se nel prossimo autunno dovremo fronteggiare una seconda ondata ma, se così fosse, sono certo che il Paese ha imparato tanto da questi mesi d’emergenza e risponderà in modo adeguato.
La Protezione Civile nel pieno di questa emergenza ha collaborato con tante associazioni territoriali, ottenendo risultati eccezionali sotto ogni punto di vista. Come giudica la realtà legata al mondo associazionismo che ha potuto conoscere in questi mesi e quanto è stato importane poter contare su un'architettura tecnologica?
Non c’è emergenza che non veda impiegate le nostre associazioni di volontariato. In Italia possiamo contare su 800.000 volontari di protezione civile. Abbiamo sempre puntato molto sulla loro formazione e siamo sempre orgogliosi del servizio che svolgono a servizio del Paese. Anche in questa emergenza non hanno fatto mancare il loro apporto operando sul campo (nei controlli aeroportuali, nella rete di distribuzione dei DPI, assistendo i cittadini più fragili e supportando le amministrazioni comunali nella difficile Fase 2) ma anche da remoto, tra le tante attività voglio ricordare appunto la creazione di un numero verde, realizzato in collaborazione con il Ministero della Salute, dedicato al supporto psicologico della popolazione.
Dal Suo punto di vista quale insegnamento ci lascerà questa amara esperienza che stiamo vivendo?
Di questa emergenza ricorderò il grande senso di responsabilità degli italiani. Durante il lockdown abbiamo chiesto sacrifici enormi e ricevuto un’eccellente risposta. Se siamo riusciti a contenere la diffusione del virus è soprattutto grazie al senso di responsabilità che i cittadini hanno dimostrato.
Intervista a cura di Alessandro Introcaso, pubblicata sul sito dell'Osservatorio Imprese e Consumatori