Chi legge e chi scrive oggi?

Chi legge e chi scrive oggi?

L’epoca COVID sembra abbia aumentato a dismisura l’orda degli scrittori emergenti di qualunque professione o meglio degli scrittori nel senso che scrivono e che vorrebbero emergere dall’anonimato pubblicando e perché no , magari riuscendo poi a campare anche o ,meglio, solo di scrittura.

Che la scrittura , come ogni altra forma espressiva, sia terapeutica è inconfutabile.

E che quindi un periodo che ha messo a dura prova la nostra tenuta mentale produca sempre più scrittori mi fa dedurre che l’inconscio collettivo cerchi di curarsi con quello che è proprio della natura umana e cioè il linguaggio scritto.

Personalmente apprezzo più uno che scrive piuttosto di uno che utilizza i video per comunicare un pensiero.

La scrittura ti obbliga a mettere insieme il pensiero, ad ordinarlo, a diramarlo e , nel caso, a sfrondarlo da orpelli inutili.

La scrittura non è immediata.

Ma soprattutto richiede prima che tu abbia letto e abbia assimilato.

Il problema è però la cultura del Narciso Compulsivo che ormai dilaga nella nostra società dall’esplosione della tecnologia e della potenza dei social e che è precedente al COVID.

Per tutta l’adolescenza e un po’ oltre io ho sempre tenuto un diario segreto che adesso tengo segreto perché se lo leggesse mia figlia capirebbe che gli adulti diventano tali solo passando dalla grande sbronza dell’adolescenza e uscendone un giorno consapevoli che quello che hanno fatto o provato non lo faranno mai fare o provare ai propri figli.

Invece è una ruota (ma lo si capisce, sperimentando in diretta, con l’ulteriore passaggio della genitorialità di figli adolescenti).

Leggevo e leggo su libri cartacei perché il possesso è parte integrante del godimento della lettura.

Tutt’ora adoro le librerie.

Se avessi tempo, ci passerei ore.

Invece già prima del Covid abbiamo perso la capacità di prenderci tempo.

Clicchi su un pulsante e ordini scarpe,libri e pentole che ti arrivano a casa in tre giorni.

E’ come aprire un frigo e mangiarti tutto quello che trovi.

Ma nella forma più deviante, la comunicazione immediata e globalizzata dei social e delle varie applicazioni ci ha indotto a pensare che qualunque pensiero non strutturato possa circolare in rete ed essere condiviso.

Che sia fondamentale per gli altri come la nostra immagine di profilo.

Il senso della vergogna è cancellato dall’impulsività e dalla compulsione dell’identità diffusa in rete che dà tutto e prende tutto senza curarsi delle conseguenze.

Pochi adolescenti scrivono ancora in cartaceo.

Pochi adolescenti leggono libri cartacei. Pochissimi leggono veramente.

Molti adolescenti non diventano adulti e la genitorialità può diventare generazione di figli con confusione di ruoli trasgenerazionale: figli che sono ancora figli che producono figli.

Ecco che allora anche il fenomeno degli scrittori che leggono poco e scrivono tanto è quello meno fenomenico e più cronicamente strutturale della nostra società.

E' il Narciso Compulsivo che specchiandosi continuamente si innamora di sé e del suono delle parole che leggono solo le sue cose.


"Tutt’ora adoro le librerie. Se avessi tempo, ci passerei ore. Invece già prima del Covid abbiamo perso la capacità di prenderci tempo. Clicchi su un pulsante e ordini scarpe, libri e pentole che ti arrivano a casa in tre giorni. È come aprire un frigo e mangiarti tutto quello che trovi"! Davvero interessante la tua riflessione, Olivia!

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