Ciao Gianni
Tra le tante cose che ho letto quest'oggi (20 settembre) sulla scomparsa di quello che è stato un vero e proprio Maestro, per me e per quelli della mia generazione (anche se non eravamo in tanti nell'aula di Palazzo Nuovo a godere delle sue lezioni...), il commento più bello lo ha scritto Stefano Velotti per il quotidiano Domani, ne cito un passo:
«IMPRESCINDIBILE. Per il dibattito filosofico degli anni Ottanta, il nome di Vattimo era imprescindibile: si leggevano con passione i suoi articoli su quotidiani e settimanali, si discutevano i suoi libri e gli autori da lui rivisitati in modi chiari e originali (a cominciare da Nietzsche e Heidegger). Mentre i suoi libri venivano tradotti in tutto il mondo, la sua idea secondo cui l’ermeneutica era diventata la koinè della filosofia contemporanea suscitava ampie adesioni e qualche ferma resistenza. È vero, il “pensiero debole” non poteva diventare la sigla di una nuova filosofia. Lo stesso volume che portava quel titolo era un insieme di saggi eterogenei. Tuttavia, è innegabile che tra gli anni Ottanta e Novanta quella sigla coglieva bene un’atmosfera, uno stile di pensiero, una tonalità prevalente.»
Io ho vissuto con intensità quegli anni e devo dire che era proprio così.
Grazie di tutto Gianni
Notaio
1 annoGia’_ _ _ un vero Maestro caro Andrea
ex-Direttore dell'Osservatorio Internazionale dalla Gioventù (OIG)
1 annoNon sapevo della sua scomparsa. Veramente un grande anche se non condividevo alcuni aspetti del suo pensiero ed in genere del pensiero debole