Ciao Gianni
Gianni Vattimo nel ruolo di conduttore del programma Rai "La clessidra dei filosofi", 1985.

Ciao Gianni

Tra le tante cose che ho letto quest'oggi (20 settembre) sulla scomparsa di quello che è stato un vero e proprio Maestro, per me e per quelli della mia generazione (anche se non eravamo in tanti nell'aula di Palazzo Nuovo a godere delle sue lezioni...), il commento più bello lo ha scritto Stefano Velotti per il quotidiano Domani, ne cito un passo:

«IMPRESCINDIBILE. Per il dibattito filosofico degli anni Ottanta, il nome di Vattimo era imprescindibile: si leggevano con passione i suoi articoli su quotidiani e settimanali, si discutevano i suoi libri e gli autori da lui rivisitati in modi chiari e originali (a cominciare da Nietzsche e Heidegger). Mentre i suoi libri venivano tradotti in tutto il mondo, la sua idea secondo cui l’ermeneutica era diventata la koinè della filosofia contemporanea suscitava ampie adesioni e qualche ferma resistenza. È vero, il “pensiero debole” non poteva diventare la sigla di una nuova filosofia. Lo stesso volume che portava quel titolo era un insieme di saggi eterogenei. Tuttavia, è innegabile che tra gli anni Ottanta e Novanta quella sigla coglieva bene un’atmosfera, uno stile di pensiero, una tonalità prevalente.»

Io ho vissuto con intensità quegli anni e devo dire che era proprio così.

Grazie di tutto Gianni

Gia’_ _ _ un vero Maestro caro Andrea

Giuliano Vettorato

ex-Direttore dell'Osservatorio Internazionale dalla Gioventù (OIG)

1 anno

Non sapevo della sua scomparsa. Veramente un grande anche se non condividevo alcuni aspetti del suo pensiero ed in genere del pensiero debole

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