A colpi di tariffa
Le minacce di Trump di aumentare le tariffe hanno spinto i ministri dell'Unione Europea a concentrarsi sul miglioramento della competitività e dello sviluppo dei mercati dei capitali, piuttosto che rispondere con misure di ritorsione. La presidente della BCE Lagarde ha dichiarato che il Vecchio Continente deve essere preparato a tariffe selettive da parte degli Stati Uniti. Sul fronte monetario, si prevede che la BCE riduca i tassi nei prossimi incontri, con l'obiettivo di raggiungere il 2% di inflazione entro il 2025, anche se eventuali tariffe USA potrebbero accelerare questi tagli. Per molti membri dell’Eurotower un taglio di 25 punti base il prossimo 29 gennaio è un “deal done”.
Il Dollar Index è rimasto stabile, dopo aver toccato un minimo di due settimane. L'annuncio di Donald Trump riguardo l'aumento delle tariffe su Messico, Canada e Cina ha influito sulle aspettative di inflazione e politica monetaria. Nonostante durante la sua campagna Trump avesse promesso tariffe più alte, gli aumenti previsti sono risultati inferiori alle attese del mercato, riducendo la domanda di Biglietto Verde come bene rifugio. Questo ha portato i trader a rivedere le loro previsioni sulla politica dei tassi della FED, che potrebbe mantenere i tassi sui livelli attuali nelle prossime riunioni.
La sterlina ha performato bene contro le principali valute, grazie al miglioramento del sentiment di mercato. Tuttavia, l'incertezza persiste poiché la BoE è quasi certa di ridurre i tassi di interesse di 25 punti base al 4.5% nel prossimo incontro di febbraio. L'inflazione moderata, le vendite al dettaglio deboli e la crescita del PIL hanno spinto i trader a prevedere questa riduzione. Nonostante ciò, la crescita dei salari rimane una preoccupazione per la BoE, poiché è un fattore chiave per l'inflazione nel settore dei servizi: l'Office for National Statistics ha riportato una crescita media dei salari del 5.6%, superiore alle stime.
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