Corrado Peraboni: FieraMilano, l'azienda che lascio
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Corrado Peraboni: FieraMilano, l'azienda che lascio

L’ ex Amministratore Delegato di Fiera Milano, Corrado Peraboni, rompe il silenzio a tre mesi dallo tzunami che ha travolto Fiera Milano costringendo il CdA alle dimissioni. In un video “home made” postato su youtube il manager ripercorre i suoi quasi due anni di mandato, elenca fatti e numeri, con la concretezza e la lucidità che lo hanno sempre caratterizzato, “per fare chiarezza su notizie che in questi mesi sono state spesso imprecise, non imparziali e denigratorie”. Peraboni dice di non volersi soffermare sulla nota vicenda che ha visto il Tribunale di Milano commissariare il ramo d’azienda della partecipata Nolostand, finita sotto inchiesta per presunte infiltrazioni mafiose negli appalti di Expo. Una scelta dettata dalla precisa volontà di voler evitare polemiche, alle quali il manager dice di preferire sempre i fatti, e dettata dalla consapevolezza dell’assoluta correttezza del proprio operato.

“Per valutare un operato e per poter fare un consuntivo, obiettivo di questo video, reputo sia importante ricordare il punto di partenza”, esordisce Peraboni nel suo video. “Quando entrai in carica alla vigilia di Expo, il 29 aprile 2015, Fiera Milano presentava un bilancio con un risultato netto ante imposte in perdita per 23,4 milioni di euro, debiti per oltre 120 milioni, un MOL (Margine Operativo Lordo), seppur di poco, negativo, e un patrimonio netto di soli 21 milioni. L’azienda era in una situazione prefallimentare: c’erano linee di intervento da definire immediatamente. Fu forse per questo motivo che venni scelto, perché potevo garantire, insieme allo staff che mi sarei creato, una conoscenza ventennale del settore fieristico, anche internazionale, ed una pari conoscenza del Gruppo.”

In un quadro di riposizionamento strategico il primo passo fatto dall’amministrazione di Peraboni fu procedere ad un aumento di capitale consistente, che si rivelò un successo con oltre il 95% di sottoscrizioni, seguito da azioni mirate su costi e ricavi.

Il manager nota come nessun competitor, a livello italiano o internazionale, abbia perso tanto quanto Fiera Milano negli ultimi anni, sintomo di veri e propri nodi strutturali, uno dei quali, egli dice, la scarsa capacità di sviluppo di nuovi prodotti in ambito nazionale. “Degli oltre 30 milioni investiti in acquisizioni internazionali nel triennio precedente il mio arrivo è rimasto ben poco nei bilanci della società: quelle risorse sono evaporate in perdite crescenti e in rettifiche di valore pesantissime”.

Peraboni sottolinea il suo intervento immediato sui costi, già visibile nel 2016: la somma delle voci sulle spese del personale e della struttura è scesa di 22 milioni di euro da un anno all’altro, passando dai 108 milioni del 2015, agli 86 milioni del 2016. “Il gruppo oggi viaggia ad una velocità superiore rispetto al passato – precisa l’ex Ad - con 80 dipendenti in meno e 5 dirigenti in meno. Ho voluto anche ridurre le spese per le consulenze, abbattendole del 50%".

 Fondamentale, poi, l’impostazione dello sviluppo di nuovi business. “Quando ho assunto il mio incarico ho subito analizzato il portafoglio delle fiere dirette: la manifestazione più giovane risaliva al 2005. Nessuno può permettersi di non avere per oltre un decennio il lancio di successo di un nuovo prodotto. Ho quindi voluto attrarre a Milano fiere organizzate altrove, stimolare la creazione di nuove da parte di terzi e aumentare la quota di quelle direttamente gestite da noi, anche perché sono le uniche che permettono di fare una strategia di espansione all'estero”.

Il calendario fieristico 2017 mostra il successo della strategia della tanto brillante, quanto breve, 'Era Peraboni': 10 nuovi eventi, di cui tre organizzati direttamente. Un risultato ancor più significativo quando si pensi che è stato ottenuto da un management che ha potuto lavorare concretamente allo sviluppo solo per 15 mesi, poichè dall’arrivo dell’amministrazione giudiziaria vi è stato un sostanziale arresto, con molto tempo e risorse destinate all’assistenza della stessa.

Tra i principali successi per il 2017 evocati dal manager nel suo video vi è il debutto di Tempo di Libri, in corso proprio in questi giorni a Milano, che permette alla capitale italiana dell’editoria di avere la propria fiera, con oltre 100 eventi in città. A maggio arriverà poi TuttoFood, che coinvolgerà completamente il polo meneghino, con dimensioni mai raggiunte prima. Sempre il mese prossimo in programma anche il Versilia Yachting Rendez-vous, che permette a Fiera Milano, dopo tantissimi anni, di avere finalmente in portafoglio un prodotto sulla nautica. E ancora Expo Ferroviaria, che ha deciso di spostarsi a Milano dalla prossima edizione (ottobre 2017).

Grazie a tutte le iniziative e strategie messe in atto, ecco dunque come Peraboni ha riconsegnato la Fiera agli azionisti e alla città: un polo di attrazione nazionale e internazionale che nel 2017 dovrebbe anche vedere il ritorno all’utile, dopo 5 anni di perdite (fatta eccezione per l’anno di Expo). Un utile che è particolarmente significativo perché potrà essere replicato negli anni successivi.

Fondazione Fiera Milano ha convocato l’assemblea dei soci per il 21 aprile, data in cui sarebbe prevista anche la proclamazione del nuovo CdA e dell'Amministratore Delegato, Corrado Colli. La procura di Milano, però, ha nel frattempo espresso parere negativo sulla nomina del sostituto di Peraboni, per un passato coinvolgimento di Colli in una bancarotta fraudolenta (dalla quale era poi stato assolto). Nei prossimi giorni il tribunale emetterà quindi il suo verdetto: in caso di bocciatura Fiera Milano dovrà continuare la ricerca di un nuovo Ad. Certo è che sostituire un Corrado Peraboni non sarà facile.

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