Dare voce a chi la voce l'ha persa a forza di chiedere attenzione civilmente e democraticamente e non avere risposte

Dare voce a chi la voce l'ha persa a forza di chiedere attenzione civilmente e democraticamente e non avere risposte

Al Presidente della Giunta Regionale del Lazio

Al Ministro della Sanità

Le strutture comunitarie per la cura del disagio psichico, in ambienti alternativi ai ricoveri psichiatrici, sono costrette a scendere in piazza per reclamare i loro diritti in ordine al giusto riconoscimento della loro pluriennale attività di cura rivolta a quelle persone che nel loro percorso esistenziale hanno incontrato il disagio psichico più o meno grave che, non curato al momento e nei modi adeguati, li ha portati in passato - e rischiano ancora di essere portati - in luoghi di cura simili ai vecchi manicomi che solo sulla carta sarebbero stati definitivamente chiusi ma che (anche con diverso nome) ancora accolgono persone al loro interno.

Il mancato riconoscimento dell'ormai quasi cinquantennale impegno terapeutico, riabilitativo e sociale svolto dalle comunità terapeutiche e socio riabilitative psichiatriche che, con la chiusura dei manicomi hanno dato l'avvio alla realizzare della riforma psichiatrica fortemente voluta da Basaglia con la chiusura dei manicomi, ormai sta segnando il passo a causa della perdita di attenzione della Amministrazione della Sanità Regionale e dell'Opinione Pubblica sul grave problema della malattia mentale che se anche non più visibile, perché finita fuori dall’attenzione dei media, non ha mai cessato di produrre sofferenza nelle persone colpite, nelle loro famiglie e nel tessuto sociale e si presenta sotto le diverse configurazioni di disagio psichico, adulto, minorile ed adolescenziale, disturbi del comportamento alimentare, ludopatie e dipendenze telematiche, alcolismo e tossicodipendenze, bullismo, disagio esistenziale autolesionistico e suicidario etc etc.

Il disagio psichico/malattia mentale è un Mostro dalle molteplici teste che per essere curato richiede competenze di base nella comprensione della terapia psicologica: formazione continua degli operatori, forti motivazioni nelle professioni di cura, dedizione e mezzi economici adeguati.

Per mantenere viva l’esperienza delle Comunità Psico Socio Terapeutiche e Riabilitative era stata creata nel Lazio una rete di strutture e una normativa adeguata alla complessa missione che le stesse si erano date nell'applicare la riforma voluta da Basaglia. Una rete di strutture che per anni è stata il vanto della Regione Lazio, invidiata e studiata anche in contesti internazionali (ad esempio, uno per tutti, la chiusura del Santa Maria della Pietà fra le prime chiusure di manicomio nel mondo).

Questo patrimonio di esperienze è andato mano a mano impoverendosi sia per la disattenzione dell'Opinione Pubblica e sia per la caduta di interesse delle amministrazioni sanitarie, attratte sempre più dalle grandi dimensioni strutturali ed economiche, che forse promettono possibilità e visibilità politiche più convenienti, e le Comunità Terapeutiche e Socio Riabilitative nel loro prezioso operare risultano sempre più penalizzate perché non riconosciute nel loro lavoro fuori dai clamori mediatici pur in presenza di una elevata competenza e professionalità in grado di soddisfare le richieste di cura per le varie forme di disagio psichico che colpiscono la popolazione, sempre più presente ormai anche nelle fasce più basse di età.

La perdita di interesse/utilità per le Istituzioni di queste modalità di operare si riflette anche, oltre che sull’assenza nelle normative di requisiti che pongano attenzione alla qualità clinica degli interventi, sul mancato riconoscimento economico per la gestione di questo tipo di strutture che essendo private, ancorché accreditate, non godono degli asset strutturali ed economici dei quali godono le strutture pubbliche che vivono ed operano con bilanci assai più sostanziosi. Ora queste tariffe, calcolate su standard operativi di personale, strutturali ed economici assai elevati, dovrebbero essere aggiornate periodicamente secondo indici legati almeno all'aumento del costo della vita e dei fattori produttivi (es. ISTAT e fattori economici internazionali).

Così avviene periodicamente in tutti i settori produttivi ed anche nello specifico nella sanità. Per le Comunità Terapeutiche e Socio Riabilitative in psichiatria invece questo adeguamento è stato dimenticato e rischia di essere un diritto obsoleto e disconosciuto. L'adeguamento del tariffario (leggi delle rette) è bloccato al 2009, cioè a 16 anni fa (entriamo ora nel 17° anno)con il DCA 48 del 7.07.2009.

Il lavoro della Commissione, compartecipata da tutte le sigle rappresentative delle strutture, che si era insediata per studiare l'aggiornamento della normativa con il recupero della specificità iniziale “Basagliana” dell'intervento di cura, dopo quasi un anno di incontri e di lavoro è stato senza alcuna motivazione e spiegazione sospeso dalla Regione Lazio proprio alla vigilia della approvazione del nuovo tariffario lasciando sole le Comunità Terapeutiche e Socio Riabilitative che, in attesa dell'adeguamento delle tariffe (attesa durata un anno), hanno ormai esaurito tutte le risorse umane ed economiche, finanziandosi in proprio. Per mantenere un livello qualitativo adeguato di servizi terapeutici e socio riabilitativi.

Le Comunità Terapeutiche e Socio Riabilitative psichiatriche della Regione Lazio sono ormai nella impossibilità di far fronte alle necessità del servizio e alle richieste sempre più pressanti dei partner professionali e dei fornitori di servizi.

Le Comunità Terapeutiche e Socio Riabilitative in psichiatria hanno diritto di essere trattate come tutte le altre realtà di cura - che hanno ottenuto tutte gli adeguamenti tariffari- consentendo loro di conservare tutti i requisiti di qualità avendo avuto l’adeguamento delle rette.

Al fine di portare la questione all’attenzione dell’Istituzione Regionale del Lazio e dell’Opinione Pubblica ed individuare forme che permettano la sopravvivenza di queste importanti realtà, gli Enti di rappresentanza firmatari del presente documento, hanno indetto una MANIFESTAZIONE per il giorno 11 FEBBRAIO 2025, dalle ore 10.30 alle ore 13.00 in Via Rosa Raimondi Garibaldi, davanti all’ingresso della Regione Lazio.

Alla manifestazione parteciperanno gli utenti e le famiglie, diretti interessati dei servizi, gli operatori, i professionisti e quanti impegnati nell’area della salute mentale.

“Bastava ascoltare, guardare negli occhi, concedere. Una volta, una sola volta. Invece non lo hanno fatto. Perché per loro non eravamo degni di essere ascoltati. Perché i matti, i malati, vanno curati, mentre le parole, il dialogo, è merce riservata ai sani”

Tratto da: “Tutto chiede Salvezza” di Daniele Mencarelli


Firmato:

Anascop

Confcooperative Sanità Lazio

CONF.E.P.I. - Federazione Cultura

Fenascop

Federlazio - Associazione Piccole e Medie Imprese del Lazio

Mito e Realtà

Strutture Federate Reverie


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