Delivery d'amore
Ieri il post di Ilaria Brisbane sul pane e la pizza da offrire alle persone della terza età. Il delivery di Lorenzo Cogo e di Priyan Wicky. Una poesia stamattina sentita da Fabio Volo (si, per caso mi sono svegliato prima del solito). Un messaggio da una persona speciale, che più speciale non si può.
Non me ne intendo. Non ho nemmeno la sensibilità giusta. Non ho neppure a chi pensare direttamente, visto che non ho più genitori e ancor meno altri parenti. Sono l’ultima persona in grado di parlare di situazioni del genere. Me ne sto sempre fuori da tutto, nella mia bolla. Non sono portato per argomenti sociali, anzi, mi quasi vergogno di scrivere. Senza quasi. Però ho fatto uno più uno.
Ci sarà un modo umilissimo per essere utili in cucina. Di delivery se ne fanno pochini: non più di una trentina per ristorante, per cui si ha il tempo per pensarla bene. Forse Ilaria è più attrezzata degli altri e può aiutare per davvero: mettersi a capo di una ventina di ristoratori e cuochi (la parola chef lasciamola per un’altra volta, ci sarà tempo). Anche di qualche cuoco amatoriale, che ama sfornare torte e altro.
Creare una base operativa e organizzativa per far mangiare bene le persone più avanti con gli anni, una sorte di gruppo di cuochi e panettieri che possa essere utile senza esibirsi e senza voler per forza un tornaconto su copertine sborrone e simili. Se fai venti delivery puoi fare ventidue. Tanto ti costa poco. Sono l’ultimo dei demagoghi, non faccio il ristoratore e non mi faccio portavoce di nulla. Però penso sia fattibile senza alcun sforzo. E se riesci a fare qualcosa di figo senza alcun sforzo, sarebbe stupido non farlo. Per una volta senza pensare ad articoli su giornali e vanità varie.
Foto: Modestino Tozzi