DISTURBI ALIMENTARI
Le categorie dei disturbi alimentari sono diverse: anoressia nervosa, bulimia nervosa, disturbi di alimentazione incontrollata e iperalimentazione associata ad altri sintomi psicologici.
Nella maggior parte dei casi, l’anoressia o la bulimia inizia nel periodo post-puberale o adolescenziale e interessa soprattutto le giovani donne. L’Anoressia si connota per una scarsa alimentazione mentre la bulimia si connota per la presenza dei comportamenti atti a neutralizzare l’apporto calorico del cibo in seguito agli attacchi di iperalimentazione.
In entrambi i casi, esiste un’anormale preoccupazione per il proprio peso corporeo e spesso si trova una relazione tra l’anoressia nervosa e la bulimia, che talvolta può essere considerata come una fase che segue l’anoressia restrittiva. L’individuo dimostra un’immagine distorta del corpo, un’incapacità di identificare sentimenti interiori e condizioni di bisogno e un senso pervasivo di "ineffettualità", ovvero un senso che le proprie azioni non abbiano origine nel sé ma riflettano passivamente aspettative esterne.
L’iperalimentazione che porta all’obesità, è a volte reattiva ad eventi stressanti.
Lutti, incidenti, operazioni chirurgiche ed eventi emotivamente stressanti possono dare seguito ad un’obesità reattiva, specialmente in pazienti predisposti all’aumento ponderale.
L’obesità può anche determinare un’ipersensibilità del paziente per quanto riguarda il suo aspetto e dar luogo a una mancanza di sicurezza nelle relazioni interpersonali, e l’apprezzamento soggettivo delle dimensioni corporee può essere esagerato.
Infine, a volte, una malattia e l’assunzione dei farmaci possono determinare l’obesità con conseguente ricaduta in forme depressive talvolta gravi.
La ricostruzione-riparazione dei visssuti emotivi
Quando si parla di "ricostruzione-riparazione" dei vissuti emotivi, ci si riferisce a delle loro istanze inconsce ed a una progressiva maturazione affettiva resa possibile dall’acquisita conoscenza di sé. Allora, nell’uso della psicoterapia non si tratta solo di curare un sintomo quanto piuttosto di ottenere un più alto grado di "ricostruzione" del SÉ.
Il fine della psicoterapia è quello del raggiungimento di un benessere fisico, psichico e sociale e non semplicemente l’eliminazione o assenza di una malattia.
Partendo dalla sua specializzazione nella Psicoterapia di Gestalt, la dott. Pancallo, si è costruita nel tempo un percorso di studi, ricerche, consulenze e pratica clinica per arrivare ad una metodologia di psicoterapia denominata "Alfabetizzazione Emotiva".