DISTURBI PSICOSOMATICI in età evolutiva "SINDROME DEL COLON IRRITABILE" e "STIPSI PSICOGENA"

Si può parlare di Disturbo psicosomatico quando, in assenza di cause organiche (Morbo di Hischprung con alterazione delle innervazioni dell’intestino grosso, paralisi o ritardo mentale) persistano sintomi dolorosi o alterazioni della funzionalità normale di un organo. Si può pensare allora ad un'eziologia psicogena, vale a dire a individuare in fattori psicologici o in un atteggiamento inadeguato la responsabilità del disturbo. La motilità intestinale allora si può alterare con conseguente comparsa di stitichezza o di diarrea. A volte i due problemi si alternano, scatenati da cause apparentemente banali: cambi di temperatura, umidità, stanchezza. In caso di stipsi psicogena è frequente l’imbrattamento della biancheria. Quando il problema dura nel tempo si parla di stitichezza cronica.

CAUSE

E' stata rintracciata una responsabilità multifattoriale: genetica, fisiologica, educativa, ambientale, alimentare, psicologica. E' stato riscontrato anche che il disturbo si manifesta all'interno di certe famiglie. Questo fa pensare che non si possa escludere una qualche predisposizione di tipo organico o ereditario (familiarità) su cui vanno a incidere stili educativi inopportuni o abitudini esistenziali o alimentari inadeguate. Anche l'alterazione della flora batterica gioca la sua parte di responsabilità nell'insorgenza del Disturbo. Se queste condizioni si sommano a stress ambientali (cambiamenti sostanziali quali inizi di nuove esperienze o modifiche di luoghi di vita o perdite o lutti) o a caratteristiche di personalità quali l’ostinazione, la resistenza al cambiamento, la scarsa adattabilità o la faticosa gestione delle emozioni, si moltiplica la probabilità di insorgenza del sintomo in soggetti in cui si é già verificata un'alterazione della motilità intestinale.

FATTORI DI INFLUENZAMENTO: Alimentari, emotivi, caratteriali, educativi, ambientali; familiarità; alterazione della flora batterica; esperienze espulsive “traumatiche”; tendenza a rimandare l’evacuazione o trattenimento delle feci; apprendimento di una peristalsi inversa (la peristalsi normale è una risposta riflessa che prevede un giusto volume delle feci, le onde peristaltiche di avanzamento, la percezione della presenza in prossimità del retto, la spinta di evacuazione).

CAUSE DELLA STIPSI

Alimentazione carente di scorie e scarsa di liquidi, inibizione volontaria dello stimolo, scarso esercizio fisico, educazione non adeguata alla toilette, …

CAUSE PSICOSOMATICHE

Fattori psicogeni quali paure, ansia, rabbia, tensione, abbattimento inducono un colon ipertonico e ipomotilico (eccesso o difetto di serotonina corrispondono a forme diarroiche o di stitichezza). In soggetti ansiosi ma inibenti gli stati di Rabbia è spesso presente STIPSI SPASTICA, in soggetti depressi STIPSI ATONICA con malessere generalizzato.

Nei bambini l’inibizione dello stimolo o l’evitamento del vasetto o della Toilette può causare la STIPSI RETTALE con feci disidratate e voluminose, dolore all’espulsione, produzione di liquido vischioso e fetido.

CAUSE EDUCATIVE

Il problema in età evolutiva può essere dovuto ad errori educativi o di relazione con le figure genitoriali (genitori troppo tolleranti e permissivi, genitori troppo rigorosi e intransigent, genitori discontinui o incoerenti. Quando il bambino si accorge che la sua stipsi è un problema per l’adulto ( frustrazione), può reagire con la ritorsione o con l’opposizione.

EFFETTI

Disidratazione feci, evacuazione dolorosa, distensione di colon o sigma, emorroidi o ragadi, diminuzione della percezione del segnale di evacuazione (retto ipotonico).

TRATTAMENTO

Il trattamento si differenzia in base all'età del soggetto e in base alla tipologia delle cause. Va pertanto individualizzato dopo l’anamnesi e la valutazione iniziale

NOTA BENE Nella norma il bambino dal secondo anno comincia a imparare prima il controllo encopretico notturno e poi quello enuretico diurno.

Il Programma propedeutico prevede dei mezzi rieducativi iniziali prescritti dal pediatra e una DIETA con scorie e fibre in quanto stimolano la peristalsi, producono feci idratate e di maggior volume. Già in questo primo punto il genitore può scontrarsi con la realtà di un figlio con alimentazine poco variata o con rifiuto di una certa varietà di alimenti. Non è infrequente inoltre che il bambino non sia collaborativo e si opponga alle prescrizioni del pediatra. Si tratta allora di individuare delle strategie per aiutare il bambino a superare la resistenza al cambiamento mediante accorgimenti che vanno individualizzati.

ALIMENTAZIONE

Molteplici possono essere i motivi che portano il bambino anche piccolo ad essere iperselettivo nell’alimentazione. La causa può essere individuata tramite l’anamnesi e l’analisi degli eventi e delle reazioni spontanee del bambino nei suoi anni di vita. Certi comportamenti oppositivi nella prima infanzia possono rientrare nel normale processo di affermazione dell’Io ma quando assumono entità troppo accentuata e generalizzata a una pluralità di contesti esistenziali, si può pensare che il percorso di serena autoaffermazione si sia incidentato per qualche motivo facendo diventare faticosa la relazione bambino–adulto e la relazione del bambino con il proprio corpo.

ESERCIZIO FISICO Provoca la tonificazione dei muscoli addominali e facilita i movimenti peristaltici e l’avanzamento delle feci. Esistono esercizi fisici per l’educazione di un retto ipotonico (spingere e trattenere) ed esercizi ritmici favorevoli all’avanzamento delle feci ( accucciarsi, dondolare,…)

MODIFICA DI ATTEGGIAMENTI DEL BAMBINO O DEI FAMILIARI

A volte le interpretazioni individuali contrastano all’interno della stessa famiglia. Diventa quindi fondamentele favorire delle conoscenze comuni e fondate sulla ricerca applicata. Le modifiche cognitive e i chiarimenti forniti alla famiglia sono utili per avere maggiore complicità terapeutica e affrontare eventuali sensi di colpa, di disagio, di impotenza spesso non verbalizzati. Di conseguenza si modificano l’atteggiamento e le idee erronee anche del bambino- C’è chi è convinto che il problema si risolverà, prima o poi. In effetti la soluzione si fonda su un processo di maturazione ma i tempi spontanei possono essere così lunghi da indurre una problematica cronica che non investe solo l’encopresi ma si allarga all’autostima e alle relazioni con gli altri.

PROGRAMMA RIEDUCATIVO PER UN BAMBINO PICCOLO- valutazione del problema e analisi funzionale

Ogni intervento va preceduto da un attento assessment (frequenza, quantità, durata, modalità di manifestazione, contesto, comportamento di ritenzione, convinzioni dell’adulto, reazioni inopportune dell’adulto, reazioni ansioso-fobiche del bambino: fobia della sporcizia o della puzza, paura di cadere, paura del rumore dello sciacquone, paura del dolore da espulsione di feci dure, ansie assimilate dall’ambiente educativo, paura di venire punito o di deludere, pressioni educative e senso di inadeguatezza,...) in modo da strutturare un intervento individualizzato che coinvolge bambino e adulti

OPERAZIONI PROPEDEUTICHE

Per indurre il bambino piccolo ad essere collaborativo nell’adozione di “buone abitudini” può essere utile l’ascolto di racconti costruiti in modo individualizzato e mirati sull’aspetto da modificare, magari aventi animali come protagonisti, in modo da instaurare dei processi di identificazione e di apprendimento per imitazione.

A questo punto è possibile dare avvio al trattamento. Alcuni Psicologi dell’età evolutiva hanno una preparazione specifica per implementare dei programmi individualizzati e sono in grado di guidare I genitori durante lo svolgimento, offrendo correttivi e adattamenti in itinere.

Per ulteriori informazioni e consulenze:

Dott.ssa Gianna Maria Tavoschi

Psicologia Clinica e dell'Età Evolutiva

via Brenari 13/1-Udine

Tel 0432/26466









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