Elogio dell’errore.
I ricercatori che stanno sperimentando uno dei vaccini attualmente allo studio avrebbero scoperto, grazie ad un errore, una modalità più efficace di somministrazione. Per un difetto di produzione, in alcune fiale del vaccino da inoculare ai volontari, è finita solo metà dose di sostanza attiva. I ricercatori, accortisi dell’errore, hanno deciso, per non buttare le fiale ed il loro contenuto, di utilizzare comunque la dose ridotta. Ed hanno scoperto, contrariamente ad ogni attesa, che “funziona meglio” della dose intera. È chiaramente partito un filone di ricerca e approfondimento parallelo che fornirà dati più consistenti, ma questa storia è un meraviglioso esempio di valorizzazione della cultura dell’errore.
La storia delle scoperte scientifiche è costellata di scoperte avvenute per sbaglio, dalla penicillina ai raggi X.
Purtroppo però, ancora oggi, nel nostro Paese lo sbaglio è visto sempre in accezione negativa. O, meglio, è visto come la fine, negativa, di un percorso. Il binario morto dei film western di assalto al treno. Quando va bene ci si limita a ricercare le cause dello sbaglio e quando va male? È caccia al colpevole! Raramente si prova a sfruttarlo per studiare una via alternativa. Usare l’errore per guardare il problema da una prospettiva differente e, magari, rimettere in discussione l’approccio, è un’idea suggestiva che si scontra con la frenesia dei tempi “fast, fast, fast” richiesti dalla vita aziendale. Eppure la storia della scienza (e non solo) ci dimostra che buttare via le cose sbagliate o, comunque, liquidarle sbrigativamente come errori, ci preclude la possibilità di fare scoperte fondamentali, qualche volta vitali.
In fondo, sembra sia stato proprio Albert Einstein, fisico per antonomasia, a dire:
«una persona che non ha mai commesso un errore non ha mai provato qualcosa di nuovo»
La strada dell'innovazione è costellata di errori, sbagli talvolta fortunati che diventano nuove scoperte e delineano nuovi percorsi del sapere. Parimenti, l’accettazione di una cultura dell’errore non deve indurre a pensare che “vale tutto”. Lavorare attivamente sugli errori comporta uno sforzo produttivo e mentale impegnativo. Ricordiamoci, ad esempio, che dopo la sua scoperta casuale, Alexander Fleming impiegò 10 anni di studi per mettere a punto la penicillina. E ovviamente, non tutti gli errori si trasformano poi in successi. Alcuni restano 'sbagli e basta'. Però, tornando alla vicenda del vaccino che mi ha veramente colpito, credo proprio che la prossima volta che mi imbatterò in qualcosa che proprio non torna mi prenderò un attimo in più per capire se quella mezza dose non sia magari meglio di quella che mi aspettavo. Chissà che non scopra qualcosa di nuovo.
Key Account Manager @ Enel Energia SpA - Consulenza a PMI Italiane uso efficiente dell'Energia - mario.faraone@enel.com - M. 3299135781
4 anniBen detto Luca. Gli errori fanno parte del bagaglio della vita e costituiscono gran parte della nostra esperienza e consentono di non incorrere in nuovi sbagli.
Impiegato amministrativo presso Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Firenze
4 anniCome non essere d'accordo con te !!!