FELIX VALLOTTON
Felix Vallotton è stato un pittore, incisore, illustratore, scultore, critico d’arte e romanziere svizzero naturalizzato francese, nato il 28 dicembre 1865 a Losanna (Svizzera) da una famiglia borghese protestante. È il figlio di Adrien Vallotton, un industriale e produttore di cioccolato, e fratello del gallerista d’arte Paul. Nel 1882 Felix entrò all’Académie Julian a Parigi, negli studi frequentati da molti artisti post-impressionisti e dai futuri Nabis. In tale contesto il giovane Vallotton strinse amicizia con Felix Stanislas Jasinski, di cui realizzò due ritratti dipinti e che lo introdusse alla tecnica della puntasecca.
In meno di dieci anni, il giovane svizzero riuscì a farsi un nome tra le avanguardie parigine. La sua fama crebbe a livello internazionale grazie alle sue xilografie e illustrazioni in bianco e nero che fecero scalpore. Partecipava regolarmente a varie manifestazioni d'arte come il Salon des Artistes Français, il Salon des independants e al Salon d’Automne.
Nel 1891 Felix Vallotton rinnovò l'arte della xilografia. Secondo ricerche storico-artistiche questo capovolgimento potrebbe essere collegato alla pubblicazione, a marzo, del famoso articolo di Albert Aurier, “Le Symbolisme en peinture”, che chiedeva un’arte "ideista" e decorativa, da cui sarebbe stata bandita <<Verità concreta, illusionismo, trompe-l'oeil>>. Le xilografie di Felix esposte nel 1892 al primo Salon de la Rose-Croix furono notate dai Nabis, gruppo di cui si unì lo stesso Vallotton dal 1893 al 1903 e divenne amico di Edouard Vuillard.
Alla fotografia Vallotton si avvicinò nel 1889 quando era Étretat. La sua pittura cattura spesso soggetti di spalle, alcune scene dall'alto, come in “Le Balloon” o da un’angolazione bassa come in “La loge de théatre, le monsieur et la dame”, e in tanti altri scatti fotografici realizzati sul posto, ma sempre reinterpretati dall'artista che ne sublima l'essenza.
Fu probabilmente su incoraggiamento dell’amico Charles Maurin che Félix Vallotton si dedicò all'incisione su legno nel 1891, in un'epoca in cui la litografia a colori era molto in voga.
La xilografia ha a Vallotton permesso di produrre stampe espressive, in aree piatte e chiare di nero su sfondo bianco, che gli hanno dato una reputazione internazionale. Questi sono caratterizzati da temi singolari e da uno stile minimalista. Molto sintetico, incisivo, rafforzato dall'assenza di gradazioni in cui vediamo suggestive scene di vita emergere in un ambiente nero profondo, esprimendo tensioni latenti.
Il tema delle tensioni sociali (“La dimostrazione”, “L'assassinio”, “L'accusa”) e l'ipocrisia della morale sono temi ricorrenti nelle incisioni di Felix Vallotton. Dal 1894 egli si rivolse a soggetti più intimi dove si dispiegavano l'arabesco ornamentale e l'espansione del colore nero.
Tra il 1891 e il 1901, Félix Vallotton realizzò più di centoventi xilografie e una cinquantina di litografie. Tra queste xilografie ci sono serie da 6 a 10 lastre come: “Les Petites Baigneuses” del 1893; “Gli strumenti musicali” del 1896; “Intimità” del 1898; “L'Esposizione Universale” del 1900; “È guerra” del 1915. Con l'eccezione degli strumenti musicali e dell'esposizione universale, questi temi sono stati in gran parte ripresi nei suoi dipinti.
L'ultimo decennio dell’800 di Felix Vallotton è stato segnato anche dal lavoro di illustratore, in particolare per “Le Revue Blanche”. Uno dei suoi manifesti, “La revue La Pépinière, fu riprodotto in “Les Maitres de l’affiche (1895-1900).
Negli anni ’90 dell’800 Félix Vallotton contribuì all'illustrazione per molte riviste d'avanguardia, come “Le Courrier Français”, “L’Assiette au Beurre”, “Le Revue Blanche”, “Pan” (di Berlino), “Jugend” (di Monaco di Baviera), “The Studio” (di Londra), “The Chap-Book (di Chicago), “Scribner’s Magazine (di New York), e altre.
Inoltre, sempre per le illustrazioni, Vallotton nel 1892 realizzo l’opera “Immortels passés, présent ou futurs”, editore L. Joly. Nel 1894, un numero de “Le Courrier Français”, in cui apparve “La Sortie” (dimensioni illustrazione 367 × 266 mm).
Felix Vallotton realizzò illustrazioni anche per i libri, in particolare di Paul Verlaine e di Gustave Flaubert: ad esempio “Trois contes (Un cœur simple)”, Édition du Centenaire 1821-1921, Librairie de France, Parigi, 1929; programmi teatrali, come la critica sociale di August Strindberg “Il padre”.
Fino al 1902 Felix Vallotton pubblicò su “Chasseur de Cheveux”, un supplemento umoristico de “La Revue Blanche”, più di un centinaio di “maschere”, ovvero ritratti stilizzati in bianco e nero di celebrità dell'epoca.
Nel 1889 Vallotton incontra Hélène Chatenay, detta "la Piccola", un'operaia che diventerà la sua modello e di cui condividerà anche la sua vita. Tuttavia, Felix Vallotton non è in grado di impegnarsi. Più preoccupato del futuro del suo lavoro che di mettere su famiglia, nel 1899 sposò Gabrielle Bernheim (1863-1932), figlia del mercante d'arte Alexandre, vedova di Gustave Rodrigues-Henriques (1860-1894) e sorella di Josse (1870-1941) e Gaston (1870-1953) . Per facilitare il suo inserimento in questa grande famiglia parigina, Felix fu costretto a un certo riserbo; abbandonò quindi l'incisione a favore della pittura. Nel 1900 ottenne la cittadinanza francese grazie al decreto di naturalizzazione del 3 febbraio.
Nel marzo del 1902 Vallotton coordinò una delle edizioni più sorprendenti de “L’Assiette au beurre” (n. 48), intitolata “Crimes et châtiments”, che consisteva in ventitré litografie stampate solo sul fronte e da staccare dal successivo taccuino con dentellature punteggiate, costituendo un vero e proprio album di stampe. Nel corso del 1907, Félix si dedicò alla scrittura di un romanzo intitolato “La Vie meurtrière”.
Dal 1894 al 1902 Félix Vallotton realizzò innumerevoli ritratti disegnati di celebrità, principalmente per “La Revue blanche”, “Le Cri de Paris”, così come per “Le Livre des masques”, di Remy de Gourmont. Sono stati raffigurati: Paul Adam, Albert Aurier, Michail Bakunin, Victor Barrucand, Aubrey Beardsley, Otto Von Bismarck, Leon Blum, Marcel Boulenger, Paul Claudel, Georges Darboy, Isidore Ducasse, Edouard Dujardin, Georges Eekhoud, Max Elskamp, Felix Feneon, Theophile Ferré, Ernest Hello, Fortuné Henry, Alexander Herzen, Jozef Hoene-Wronski, Alfred Jarry, Joseph de Maistre, Stephane Mallarmé, Thomas Malthus, Camille Mauclair, Ephraim Mikihael, Gaston Moch, Multatuli (al secolo Eduard Douwes Dekker), Edgar Allan Poe, Leon Pourtau, Pierre Quillard, Jehan-Rictus (al secolo Gabriel Randon de Saint-Amand, inizialmente Gabriel Randon), Raoul Rigault, Arthur Rimbaud, Saint-Pol-Roux (al secolo Pierre Paul Roux), Albert Samain, Marcel Schwob, Stendhal (al secolo Henri Beyle), Max Stirner, Laurent Tailhade, Hippolyte Taine, Henry David Thoreau, Eugene Varlin, Auguste Vermorel, Joseph Vinoy, Willy (al secolo Henry Gauthier-Villars).
Consigliati da LinkedIn
Felix Vallotton dipinse scene d'interni, poi si dedicò ai temi classici quali paesaggi, nudi, ritratti e nature morte che tradusse in modo personale, al di fuori delle tendenze contemporanee. Félix è stato un artista realista: le situazioni che descrive sono suggerite, senza abbellimenti o glorificazione; la sua arte è indiscreta, spesso attraversata da umorismo nero e derisione graffiante.
Félix Vallotton iniziò la sua carriera di pittore dipingendo ritratti, imbevuto della lezione di Hans Holbein il Giovane, e la concluse con nature morte relativamente austere. Tuttavia, la maggior parte del suo lavoro è più originale. L'autore, inventivo, sempre alla ricerca di nuove forme espressive, realizza tele caratterizzate da vernice piatta di colori vivaci. Aderisce al movimento Nabi nel 1893 e realizza molti oli su cartone raffiguranti scene di strada in uno stile raffinato con prospettive appiattite, come “La Valse”, “Coin de rue à Paris”, “Les Passants...” Fu in questo periodo che dipinse il trittico di “Le Bon Marché”.
Felix Vallotton intraprende una rilettura della mitologia, prendendosi gioco dei miti, imponendo l'immagine di una donna deidealizzata e persino muscolosa, insoddisfatta, ad esempio nel dipinto “Perseo mentre uccide il drago”, testimoniando anche i cambiamenti negli equilibri di potere tra uomini e donne all'inizio del Novecento.
Sempre nell’ambito della pittura, Felix Vallotton ha prodotto molti nudi, in posture insolite che trasudano un erotismo glaciale e una pesante solitudine. Le bagnanti lo ispirano ricorrentemente; anche le coppie femminili. Il disegno è preciso, spesso stilizzato, non abbellisce i corpi, di cui enfatizza la pesantezza: “Le Sommeil”, 1908; “Donna con collana blu”, 1925, o amplifica le forme come in “Bagnante seduta su una roccia”, 1910. Félix Vallotton dipinse donne di colore su un piano di parità con le altre modelle, in un'epoca in cui i pregiudizi sociali erano ancora dominanti.
Vallotton Traspose lo spirito delle sue xilografie nelle sue galanti scene “tête-à-tête”, come “La stanza rossa”, dove il colore caldo della scenografia esprime simbolicamente l'intensità delle passioni o la trasgressione dei divieti. Testimoni della forza degli impulsi e della mediocrità dei sentimenti, l'ambivalente messa in scena di Felix Vallotton suggerisce più di quanto non dica, sospendendo l'azione in un momento culminante.
La prima mostra personale di Felix Vallotton ebbe luogo a Zurigo nel 1909. Espose regolarmente a Parigi, in particolare nel gennaio 1910, alla Galerie Druet, una mostra il cui catalogo fu realizzato da Octave Mirbeau. Felix ha partecipa anche a mostre internazionali in Europa e negli Stati Uniti. In Svizzera, i suoi dipinti furono distribuiti principalmente dal fratello Paul, direttore dal 1913 della filiale della Galerie Bernheim-Jeune di Losanna, la futura Galerie Paul Vallotton.
Ecco il pensiero di Octave Mirbeau, nella prefazione al catalogo della mostra di Felix Vallotton, che si tenne presso la Galerie Druet, a Parigi, dal 10 al 22 gennaio 1910: <<[Félix Vallotton] non è un “ideologo”, nel senso infelice che diamo a questa parola, e non inaridisce la sua anima in teorie, che sono, in generale, la vendetta degli impotenti, dei presuntuosi e degli stolti. Come chi ha visto molto, letto molto, pensato molto, è pessimista. Ma non c'è nulla di aggressivo in questo pessimismo, nulla di arbitrariamente negatorio. Quest'uomo giusto non vuole ingannare se stesso nel peggio, come gli altri nel meglio, e cerca in ogni cosa, in buona fede, la verità>>
Toccato dall'orrore della Prima guerra mondiale, Vallotton trovò nel conflitto una nuova fonte d’ispirazione.
Felix Vallotton tornò al successo in campo artistico verso la fine della guerra, dal 1917 in poi dove riprende i suoi viaggi e si dedica alla pittura di paesaggio in cui dà libero sfogo al suo stile sintetico e al suo senso del colore. Il vento tra gli alberi e i raggi di luce lo ispirano in modo particolare. L’ultimo lavoro in assoluto di Felix Vallotton è stato il dipinto intitolato “La Femme au chevalet”, che alcuni hanno interpretato come un autoritratto da donna.
Felix Vallotton realizzò anche due statuette, nel 1904 e sono: “Donna che trattiene la camicia”, bronzo; “Water Carrier”, bronzo patinato.
Poco prima di morire, Vallotton aveva scritto: <<La vita è fumo, si lotta, ci si illude, ci si aggrappa ai fantasmi che cedono sotto le nostre mani, e la sua morte è lì>>.
Felix Vallotton, in seguito a un'operazione contro il cancro, muore il 29 dicembre 1925 a Neully-sur-Seine (sobborgo di Parigi, Ile-de-France). È sepolto a Parigi nel cimitero di Montparnasse.
L’artista svizzero-francese produsse un gran numero di opere: 1.704 dipinti elencati, 237 incisioni e centinaia di illustrazioni tratte da libri o riviste.
In foto “La Chambre rouge”, 1898, Musée Cantonal des Beaux-Arts di Losanna