Finanza & caffè - 22 aprile

Finanza & caffè - 22 aprile


Si sa che i Paesi “rigoristi” (la Germania e un po’ tutti Paesi nordici, con in testa l’Olanda e la Danimarca)non vedono di “buon occhio” quegli Stati, come il nostro, che negli anni hanno adottato politiche definite “lassiste”, i cui conti spesso sono risultati fuori controllo e hanno fatto crescere a dismisura il debito pubblico (dicotomia che, qualche hanno fa, era arrivata a mettere a rischio la vita stessa dell’Europa e della moneta unica).

Negli ultimi mesi, peraltro, tale atteggiamento sembrerebbe diventato meno severo, come testimonia un servizio apparso sul quotidiano tedesco Die Wielt, testata tradizionalmente non particolarmente “amichevole” nei nostri confronti.

Secondo tale analisi, il debito pubblico enorme che pesa sulle nostre spalle (e, indirettamente, sull’Europa)è sopportabile in quanto al Governo c’è un uomo autorevole e credibile come Draghi. E proprio facendo leva sul debito (approfittando del Recovery Plan), il Capo del Governo può dar vita ad un vero “new deal” per il nostro Paese. Anche altre autorevoli testate internazionali, in queste settimane, hanno tessuto le lodi per l’ex Presidente della BCE. Secondo il New York Times, con la Merkel oramai avviata verso l’uscita dalla scena politica e Macron ancora “acerbo” (e troppo preso dalla corsa alla rielezione come Presidente francese), proprio Draghi potrebbe diventare la figura di riferimento dell’Europa. E secondo il Financial Times il Piano di riforme che sta per essere avviato potrà realizzarsi solo se il Governo sarà in grado di durare sino alla fine della legislatura (2023), cosa che allontanerebbe l’attuale Capo dell’esecutivo dalla corsa alla Presidenza della Repubblica.

Quanto accaduto ieri in Consiglio dei Ministri per l’ok del Governo sulle riaperture del 26 aprile ci conferma ancora una volta il motivo per il quale Draghi abbia acquisito l’autorevolezza di cui gode in mezzo mondo. Cedere alle pressioni di una parte degli alleati (o presunti tali)del Governo avrebbe minato la credibilità del Governo stesso, dopo che solo una settimana fa erano state approvate le linee guida delle prossime riaperture, facendo diventare il “rischio calcolato” probabilmente in un azzardo (ricordiamo che attualmente, nel nostro Paese, hanno ricevuto il vaccino (1° e 2° dose), circa 10ML di persone): anche se i contagi sono in diminuzione, i rischi sono ancora notevoli.

Sul tema del Recovery Plan, rimbalza la notizia che la “dote” finale dovrebbe essere pari a € 221,5 MD, di cui 191.5 MD grazie ai Fondi Europei e 30MD derivanti dal Fondo complementare nazionale per la realizzazione di opere che potranno essere completate oltre i 6 anni previsti dal Next Generation Eu. Particolare attenzione verrà dedicata alle infrastrutture: ben il 51% delle risorse (circa 113MD)verranno impegnate in quest’ambito, quota nettamente superiore a quanto destinato dagli altri Paesi. La Francia, per esempio, su una “dotazione” di Fondi Europei di 100MD (contro i nostri 191.5), investirà in infrastrutture il 22% circa, la Spagna (dotazione 70,5 MD)il 32%, la Germania (29,3MD), solo il 20-25%, pari a circa 6-7MD.

 

Passando ai mercati, ieri giornata di rialzi per i listini mondiali (più moderati in Europa, mentre, sul finire della seduta, quelli americani hanno dato segno di maggior forza, chiudendo vicini al + 1%). In un momento in cui sono ancora molto “sensibili” alle notizie sul fronte pandemico, il fatto che gli USA abbiano comunicato di aver superato le 200ML di vaccinazioni (l’amministrazione Biden, in una prima fase, avevo garantito di arrivare a 100 ML nei primi 100 giorni dall’insediamento)ha dato fiducia agli investitori. Un altro forte contributo arriva dai dati sulle trimestrali della grandi aziende USA: mediamente la crescita degli utili è stimata del 25%. Ancora meglio le previsioni sulle aziende europee: si parla, in questo caso, di un aumento addirittura del 61% rispetto allo stesso, disastroso periodo di un anno fa.

Nella notte i mercati asiatici confermano i rialzi, con Tokyo che rimbalza di circa il 2%. Andamento positivo anche per Shanghai e Seul, anche se con crescite più contenute. Fa nuovamente eccezione l’India (- 0,5%), dove si registra il nuovo record dei contagi, che hanno superato le 300.000 unità.

Leggero ripiegamento del petrolio, a $ 61.17 (WTI).

Ai massimi di periodo l’oro, che si avvicina ai $ 1.800 (1.793).

$ sempre in area 1.20 vs € (1,204).

Stabile lo spread, a 101,5 bp, con il rendimento del decennale sempre intorno allo 0,70%.

Conferme anche dal Treasury Notes, sempre sotto la soglia “psicologica” dell’1,60%.

Futures al momento intorno alla parità.

Continua il “percorso ad ostacoli” del bitcoin: questa mattina lo troviamo poco sotto i $ 55.000.

Grazie per l’attenzione.

Buona giornata.

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