FOTOCINECLUB GROTTAMMARE

FOTOCINECLUB GROTTAMMARE

Sempre più interessanti le serate al FotoCineClub di Grottammare e l’incontro di ieri sera lo si può considerare la nuova punta di diamante del nostro progetto culturale, vòlto ad avvicinare le persone al linguaggio fotografico.

In questo primo incontro dopo la pausa estiva, abbiamo potuto apprezzare il celebre direttore di fotografia Vittorio Storaro (pluripremiato agli Oscar cinematografici) in un documentario in cui ha narrato il suo viaggio nel mondo della cinematografia, un viaggio meraviglioso in cui la luce e l’ombra sono state utilizzate in modo originale, per descrivere e far venire fuori le emozioni, sia dei personaggi, sia negli spettatori.

Prezioso l’intervento di Sergio Vallorani (associazione Blow Up) che, presentando il documentario, ci ha guidato nel comprendere, fin nel profondo dei dettagli, la cifra stilistica e l’infinito percorso che l’ombra compie, nel lavoro di Storaro, per muoversi verso la luce. Altrettanto prezioso il racconto di Sergio di molti aneddoti riguardo la lavorazione dei film citati da Storaro.

I vari punti “cardini” nel lavoro di Storaro sono stati poi mirabilmente approfonditi da Dino Cappelletti, che, con il suo intervento, unendo sensibilità e capacità di sintesi, in maniera molto interessante e con l’ausilio anche di sue immagini, ci ha mostrato in presa diretta come trovare il giusto equilibrio tra soggetto da fotografare e i vari tipi di luce e tecniche di illuminazione per poter esprimere al meglio le nostre emozioni in fotografia.

Infine, l’intervento di Carlo Traini che, come spesso ci ha abituato, ha offerto una visione alternativa e intimista dell’argomento, spiegando come, a suo parere, l’ombra possa, in molti casi, essere addirittura scopo primario della luce, quindi non una semplice conseguenza.

Con questo presupposto, in pochi minuti e grazie ad alcune immagini, si è passati dalla descrizione di ombra come inconscio (cara a Storaro) a mostrare che esiste anche un’ombra che è impronta e “carne” del Sé e che può addirittura sopravviverci, un istante irripetibile che può aiutare l’individuo ad una riflessione postuma (attraverso il vissuto) per elevarsi e affrancarsi dalla bestialità; sempre a condizione che l’Uomo sia in grado di apprendere dai propri errori.

Insomma tre diversi esempi di vedere luce e ombre che ci hanno arricchito e mostrato, ancora una volta, che la Fotografia è un vero e proprio linguaggio che non può prescindere dall’Arte e dall’originalità della visione del mondo che è in ognuno di noi.

Arrivederci tutti all’11 Ottobre!

In foto: Sergio Vallorani, Dino Cappelletti e Carlo Traini


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