Fuga dal Lavoro

Fuga dal Lavoro

𝘗𝘦𝘳𝘤𝘩𝘦̀ 𝘭𝘢 𝘱𝘢𝘯𝘥𝘦𝘮𝘪𝘢 𝘴𝘵𝘢 𝘱𝘳𝘰𝘷𝘰𝘤𝘢𝘯𝘥𝘰 𝘭𝘦 𝘎𝘳𝘢𝘯𝘥𝘪 𝘋𝘪𝘮𝘪𝘴𝘴𝘪𝘰𝘯𝘪

Sappiamo che in generale molti dipendenti rimangono dove sono solo perché il costo di lasciare è più alto di quelli di restare.

Ma nell’ultimo anno questa situazione è cambiata, osserva Riccarda Zezza nel suo articolo sul Il Sole24ore Business Media Srl di questi giorni.

Il costo del rimanere è aumentato a causa del #burnout mentre si sono abbassati i costi del lasciare perché la pandemia ha consentito a molti di ridurre le proprie spese, ripagare i debiti e risparmiare denaro.

La combinazione di un livello di stress più alto e di una maggiore stabilità finanziaria è la ricetta perfetta per un maggior numero di dimissioni.

Se guardiamo i dati degli Stati Uniti il 2,4% di dimissioni registrate a marzo 2021 rappresenta un numero record negli ultimi 20 anni di storia americana.

Solo conoscendo il traguardo che ha in mente chi lascia, le aziende potranno mettersi nelle condizioni di trattenere le persone che oggi, quasi paradossalmente, sperimentano una maggiore libertà di scelta.

Un recente report di #Microsoft afferma che il 40% delle persone sta pensando di dimettersi dal lavoro attuale entro l’anno.

Non tutti potranno farlo ma la cattiva notizia è che con ogni probabilità a riuscirci saranno i più talentuosi,  quelli che alle #aziende costa di più perdere.

𝗤𝘂𝗮𝗹𝗶 𝗶 𝗳𝗮𝘁𝘁𝗼𝗿𝗶 𝗺𝗼𝘁𝗶𝘃𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗮𝗹𝗶?

Dal crescente bisogno di flessibilità alla depressione che sta colpendo le generazioni, come ad esempio la generazione Z, entrata in un mondo del lavoro privato del contatto umano.

Fra gli indicatori vi è la mole di lavoro e la #responsabilità dei #manager.

𝘓’𝘢𝘶𝘮𝘦𝘯𝘵𝘰 𝘥𝘪 𝘱𝘳𝘰𝘥𝘶𝘵𝘵𝘪𝘷𝘪𝘵𝘢̀ 𝘯𝘢𝘴𝘤𝘰𝘯𝘥𝘦 𝘶𝘯𝘢 𝘧𝘰𝘳𝘻𝘢 𝘭𝘢𝘷𝘰𝘳𝘰 𝘦𝘴𝘢𝘶𝘴𝘵𝘢. 

I leader hanno perso di vista i collaboratori e hanno bisogno di uscire dalla “pigrizia manageriale” che alimenta l’illusione di poter tornare indietro alle vecchie modalità di lavoro.

L’autenticità appare il motore di produttività e di benessere: Caduti i veli, c’è davvero quindi la voglia e l’intenzione di coprirci di nuovo?

E perché poi, visto che chi ha avuto relazioni più prossime e trasparenti con i colleghi, sempre secondo il report, ha sperimentato maggiore benessere e produttività?

Perché, se anche fosse possibile, dovremmo quindi voler tornare indietro? Meglio, piuttosto, andare via.

 Leggi l'articolo qui: Fuga dal Lavoro - Il sole 24ore

 #lavoro #retention #dimissioni #cambiarelavoro #burnout #produttività #trattenerecollaboratori

Marco Zarantonello

Autista professionista/perito meccanico/termotecnica/energetica

3 anni

Nelle aziende manifatturiere del nord est italiano, negli ultimi 20 anni, in gran parte si sono affossati regalando ad incompetenti amici e parenti, ruoli di responsabilità e quindi stipendi di rispetto ( perché altrimenti avrebbero dovuto soffrire di fame) . Ciò ha comportato il conseguente disinteresse per tecnici veramente preparati e appiattendone i loro mensili equiparandoli alle fasce più basse dei retribuiti. Ciò comporta la fuga, se giovani e laureati spesso all'estero e giustamente peraltro. Guardando l'interno Dell economia italiana, la riduzione Dell evoluzione industriale, l'appiattimento nel basso della qualità e spesso in seconda istanza della produttività e alla fine dell'utile lordo e netto, che ci porterà a breve a dover far concorrenza con le aziende meno tecniche cinesi. Partita che sarà ovviamente persa. Credo che le quote di mercato a valore aggiunto alto, siano ormai una chimera pensare di riconquistare già oggi. Saluti da un ex tecnico industriale, oggi camionista per necessità

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