Fuga nel tempo
Il suono
di un violino lontano.
Lenirei le ferite.
Tra un sorriso
e una ruga
foglie ingiallite.
Ascolto
litanie nella stanza accanto:
i miei credono ancora,
scongiurano il futuro.
M’avvolgerebbe l’autunno:
nota
caduta dal flauto
di un amico perduto.
Ti ricordi?
Dolce sinfonia di sguardi…
…giovane amante,
duale solitudine.
L’altro ieri
siamo fuggiti:
tra un binario
e l’altro
abbiamo perso Dio.
Un giorno di sole
forse lo ritroveremo,
infangati e spenti:
ci rincorreva
da un tugurio all’altro.
O forse
sono solo sogni
di viventi
piombati nel vortice
del tempo,
che fiori e primavere
e stanze di bimbi
sfiora,
invecchiando
dolci visioni
nella transeunte bellezza.
Ubriaco di solitudine
ho memoria
di una donna
apparsami
in lacrime tra i vigneti
la sera del venticinque marzo.
Figlia, si disse,
della calda Luce,
dal palpito tenero e veloce.
E come la luce al crepuscolo svanì.
Impercettibilmente.
Lento
riprese il violino:
monotono
inverno
cadeva dal soffitto.
Invisibile.
Francesco Sartori
Da «Amore ghiacciato»: opera tutelata dal plagio su www.patamu.com con numero deposito 76528