Govtech in Italia, esiste, diciamocelo, aumentiamo la collaborazione pubblico-privato
Nel nuovo articolato programma di Poste Italiane si fa esplicito riferimento agli obiettivi ESG che sono il framework strategico delle scelte di politica industriale e di sviluppo di servizi innovativi (digitali), smart, ed anche fisici (come l'accessibilità, le aperture)...ma a leggerlo tutto e bene diventa sempre più chiaro che quella che è nata come la società postale (e dei telegrafi) non solo ha evoluto il suo sistema di distribuzione e logistica (si certo con qualche criticità migliorabile...magari proprio nella app di informazione sulle spedizioni)...ma invero è una grande #Fintech company ed anche un player fondamentale del #govtech ovvero quella area della pubblica amministrazione che implementa azioni e servizi innovativi grazie alle nuove tecnologie acquisite/sviluppate direttamente, comprate, o usate in partership. Un assett quello del presidio territoriale che non solo non viene dismesso ma anzi aumentato con servizi informativi per i cittadini e sensori utili ai comuni e a creare #smartcities anche nei piccoli centri.
Poste, insieme ad altri operatori di sistema: le principali utilities, le telco etc sono dei veri e propri policy maker e tech players dell'innovazione nel paese. non è scontato, non è ovunque così. Il settore pubblico ha una ampia rilevanza nella qualità della vita di cittadini ed imprese, nella "inclusione" come si dice ora, e nella trasparenza. Abbiamo dunque dei big players anche se solo locali, che possono essere interfaccia alle tech company ma anche alle startup e alle PMI innovative per fare innovazione nello sviluppo di città, territori, servizi, progetti fisici oltre che "digitali". Si tratta di capire come rendere sistema privato e sistema pubblico meglio compatibili e dialoganti tra loro, il goal numero 17 degli SDGs indica proprio questo obiettivo.