I DOLCI DI NATALE

I DOLCI DI NATALE

Fra 4 giorni ci troviamo a “fare i dolci”. Non c’è bisogno di spiegare altro. Tutte le donne (e anche gli uomini) di famiglia, sanno cosa significhi “fare i dolci” per noi. E’ una tradizione antica, che si tramanda da una generazione di donne all’altra grazie ad una ricetta scritta a mano su un pezzo di carta oramai ingiallita da nonna Concetta. Parliamo dei dolci di Natale pugliesi fatti con ingredienti tradizionali e antichi, tipici della cultura contadina ed il cui reperimento cittadino oggi impegna l’arruolamento di pusher del mosto cotto, spacciatori di cotognata, narcos della semola rimacinata a pietra! 

Mamme, zie, cugine ed ora anche le nostre figlie, si ritrovano tutte fin dalle prime ore del mattino davanti alla mitica “macchinetta” (ce l’avrà un nome ‘sta cosa? No, non sto parlando della planetaria. Orrore!! Parlo di quell’aggeggio che stende la sfoglia!). Si comincia con la preparazione della pasta dolce per panzerotti e cartellate. E si continua con il ripieno dei panzerotti a base di cotognata, cioccolato fondente, arancia, pinoli. Tutte collaborano. Tutte criticano e danno consigli per un livello di rumore e risate generale talmente alto da far sembrare dilettanti i compagni di quinta elementare di mio figlio durante la pausa mensa!

I papà invece si danno alla macchia. Troppo vociare. Troppi ormoni femminili. E quelli che decidono di partecipare finiscono per correre dietro ai bambini per evitare che facciano murales di mosto cotto e miele su tutta le pareti di casa.

Le nonne non mollano lo scettro del potere, si stancano, litigano: pasta troppo molle, più sottile la sfoglia, sì ma poi si strappa, cartellate troppo grandi, fritto si/fritto no. I bambini non vedono l’ora di mettere le mani in pasta e creano mucchi di panzerotti/cartellate di simil didò. Le mamme (noi) con un chiacchiericcio continuo, creiamo vassoi e vassoi di pasta dolce e ripiena che aspetta solo di essere immersa nell’olio bollente. Ah che aroma sublime si sprigiona non appena comincia la frittura. Qualcuno immancabilmente scoppia creando nell’olio pepite di caramello dorato che viene puntualmente ripescato altrimenti “si fa nero”.

Affondare i denti nel piccolo ventre caldo del primo panzerotto, pieno di marmellata bollente aromatizzata con la scorsa di arancia ed i pinoli non ha prezzo!

Questo è il Natale per noi.

vincenzo gattuso

istituto agrario tecnico commerciale consulente economico finanziario fiscale contabile

7 anni

cosa ce dentro

Cecilia Stallone hr

Group HR Rewarding & Reporting Manager presso MerMec Group - Angel Company

7 anni

Descrizione precisissima del nostro Natale. Bravissima.

Claudia Bruno

Customer Relations presso IKN Italy

7 anni

i cannariculi calabresi avvolti da un velo di miele

Silvia 🌍 Pettinicchio

Ecopreneur, green storyteller, marketing professor,, environmental activist, keynote speaker, mum

7 anni

Ah i dolci di Natale! credo che in Italia ogni regione, città e famiglia abbia questa bellissima tradizione di riunirsi in cucina e creare qualcosa di meraviglioso... dovrebbe essere un format da portare in azienda per fare team building, con tanto di nonna pugliese e mattarello al seguito!

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