I tre virologi
Tre virologi (Michael Houghton, Harvey J. Alter e Charles M.Rice) sono oggi all’attenzione della cronaca in tutto il mondo. E non si parla di COVID- 19. Sono i tre scienziati che poche ora fa sono stati premiati con il Premio Nobel 2020 per la Medicina per il contribuito decisivo nella scoperta del virus responsabile dell’epatite C, una delle malattie più diffuse al mondo.
L’OMS stima che più di 70 milioni di persone siano state infettate dall’epatite C, ogni anno almeno 400mila persone muoiano a causa della malattia ed è questa una della causa principali di trapianto di fegato.
Il lavoro dei tre virologi ha permesso di mettere a punto un test del sangue per individuare la malattia e studiare e produrre farmaci che hanno salvato la vita a milioni di persone. Ma questi studi sono cominciati 40 anni fa!, all'inizio degli anni 80 del secolo scorso: Alter prima scoprì il virus, Rice dopo 10 anni riuscì ad isolarlo ed infine i lavori di Houghton hanno dimostrato la causalità del virus nel cagionare da solo l’epatite C.
In un anno così particolare, in cui la comunità scientifica tutta è concentrata ad arginare e curare le popolazioni del pianeta dal Covid -19, questo premio ha un valore ancora più forte che si spinge sicuramente oltre il mero dato accademico e di gratificazione scientifica. Ripropone forte un tema su tutti: per ottenere risultati importantissimi a livello planetario come quello dei tre virologi nell'eredicare il virus che causa un flagello come l’epatite C, sono importanti sempre più investimenti nella ricerca, nelle nuove tecnologie ma soprattutto sono fondamentali gli sforzi internazionali tra gli Stati e di condivisione dei risultati tra le diverse comunità scientifiche attraverso le piattaforme digitali. Solo così potremmo finalmente aspirare a migliorare la salute globale in tempi sempre più rapidi, con terapie sempre più certe e verso una sempre più ampia parte della popolazione mondiale.