IL CLIMA FRA SCIENZA E POLITICA

IL CLIMA FRA SCIENZA E POLITICA

Questa coincidenza quasi perfetta fra le elezioni europee appena fatte, le elezioni americane fra quattro mesi, e le elezioni in alcuni Paesi europei, potrebbero mettere in pericolo o addirittura sconvolgere la politica adottata nel mondo, e specialmente nei Paesi “grandi inquinatori”, per ridurre la produzione e l’immissione in atmosfera di gas serra. Ricordo che essi sono Cina, USA, Unione Europea, Russia, India e Giappone. Non entro nel merito della discussione se la variazione climatica attuale  sia dovuta a una delle normali fluttuazioni che si sono succedute sul nostro pianeta oppure a “cause antropiche” da ricondurre alle attività di noi “umani”. C’è però una sostanziale concordanza di vedute che questa volta il fenomeno si sta svolgendo ad una velocità che non era mai stata sperimentata in passato nell’arco di centinaia di migliaia o addirittura milioni di anni. Per la verità qualche volta, raramente, ciò si era verificato a causa di eventi cosmici improvvisi come scontri con grandi asteroidi o catastrofi naturali altrettanto gigantesche come eruzioni vulcaniche che avevano oscurato il sole per lunghi periodi. In questi casi la vita sulla nostra Terra era stata sconvolta con la quasi totale distruzione di tutte le specie viventi. Ovviamente, in tutti i casi, il nostro pianeta aveva ritrovato un suo nuovo equilibrio, continuando, imperturbabile, il suo viaggio nello spazio siderale. A parte questi eventi improvvisi però questi fenomeni si svolgevano in maniera estremamente lenta consentendo alla vita di adattarsi in qualche modo alle nuove situazioni. Oggi però tutto sembra che avvenga a una velocità superiore alle possibilità per uomini, animali, piante etc. di adattarsi senza grandi crisi. L’accordo di Parigi del 12 dicembre 2015 aveva stabilito dei principi per ridurre gradualmente l’emissione di gas serra, e in questo modo bloccare, o almeno rallentare cambiamenti climatici abbastanza evidenti. Ovviamente esiste nel mondo una gran quantità di opinioni contrarie perché tutto ciò non è privo di costi e comunque sconvolge le abitudini soprattutto di noi cittadini dei Paesi ricchi che, più di altri, saremmo costretti a dover fare dei sacrifici. Il dibattito è quindi vivissimo e, a tratti, anche violento, e coinvolge interessi economici e politici giganteschi. Sorge quindi spontanea la domanda “Come si comporteranno i governi della UE e soprattutto degli Stati Uniti? Continueranno ad affrontare il problema con decisione oppure lo lasceranno cadere nel dimenticatoio?” Ricordo che Trump, durante il suo primo mandato decise di uscire dall’accordo di Parigi con un ordine presidenziale esecutivo.

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maria pia casagrande

ex dipendente presso Health System

8 mesi

Credo che in realtà non sia mai fatto niente negli ultimi anni per contrastare il cambiamento climatico, e soprattutto a livello governativo. Ci sono troppi interessi economici in gioco. E questa guerra non ha fatto certo un favore all'ambiente tra radiazion e emissioni dei mezzi, il loro stesso passaggio... L'esplosione dei North Stream è stato un enorme danni ecologico, ma nessuno dice niente perché così vuole lo zio Sam

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