Il cow boy e la signora
Trout and Ries, Positioning: the battle for Your Mind

Il cow boy e la signora

fucked up positioning

Sulla sfida tra Trump e Clinton in questi giorni si è letto di tutto.

Ma forse quello che non è così chiaro è perché abbia vinto “l’impresentabile” Donald.

Com’è possibile che quello che i media (soprattutto in Italia) ci hanno presentato come un poco di buono, “puzzone”, strampalato milionario un po’ folle e (molto) poco attendibile abbia potuto vincere le elezioni americane?

Trout e Ries nel 1981 hanno pubblicato un testo che ancora oggi ha da insegnarci. Il titolo dice tutto. Positioning: The Battle for Your Mind

In sostanza: ogni prodotto per essere di successo deve “conquistare un’idea” nella testa del consumatore.

Ad esempio:

-      Air’b’n’b è: dormire come in albergo in case vere.

-      Amazon è: lo shopping online

-      La Nutella, beh…è la Nutella! Game over.

Un’idea, quella giusta, per far sì che il Cliente sappia chi sei, cosa vuoi e che quando ti pensa ti associ esattamente a ciò che vuoi. Posizionamento, in una parola.

Ora applichiamo questo semplice (ma non banale) concetto ai due candidati alla presidenza.

Mr Trump è: il cow boy! L’uomo (magari un po’ sbruffone) coi suoi ideali di sicurezza, forza, energia che va avanti per la sua strada e del quale sai che, con la sua colt, se serve, proverà a difenderti. Magari naif, ma solido. Certo strampalato, ma non fuori dal mondo.

Mrs Clinton è: beh, pensateci. Che cos’è per un elettore-consumatore Hillary? La signora dei salotti giusti, dei palazzi giusti, delle frequentazioni giuste, raccomandata dai media giusti… in una parola quella che si definisce la signora dell’establishment. Già, ma per il Cliente questo posizionamento è significativo? È utile? O è unfit?


Essere nella testa del Cliente (elettore in questo caso), conquistare IL posizionamento su un’idea -su quell’idea con la quale si vuole dire ciò che si è- sulla quale si vuole costruire il proprio successo, è la chiave, semplicissima e al contempo difficilissima, di ogni operazione di marketing.


Hillary era semplicemente il prodotto sbagliato. Un prodotto con alla base un concetto che NON poteva essere vincente.

Ricordatevene ogni qual volta sentite qualcuno lamentarsi con la stupidità degli elettori che hanno fatto la scelta sbagliata. Hanno semplicemente scelto per l’unico prodotto posizionato nel modo giusto.


Alberto

Ps: se state pensando: beh, facile dirlo ora a elezioni avvenute… era evidente da un po’ questo s-posizionamento della Clinton. Mi sono giocato una bottiglia che avrebbe vinto Trump dopo uno dei primi Caucus. Correva il mese di febbraio. Si beve! :)

Ps2. Ora però vedrete che Mr Trump cambierà posizionamento. Sarà il presidente degli Stati Uniti d’America. Un altro prodotto. Un'altra idea. Un altro pezzettino da conquistare nella testa del Cliente.

Gianfabio Forti

Head of Innovation at The Bloc | Milan

8 anni

Diciamo che i democratici hanno dimostrato di ignorare il mercato... Altra lezione interessante: la copertura mediatica "contro" ha di fatto radicalizzato il voto e fatto il gioco di Trump come outsider contro establishment. Convincendo ancora di più a votare per lui...errori evitabili....

Peccato che in questo caso non ci sia la possibilità del "soddisfatti o rimborsati". :-) Fuor di scherzo, credo sia un problema della democrazia odierna (non solo negli USA) se il successo di candidato diventa solo un problema di packaging.

Salvatore Prestigiacomo

B2C Digital Operations Manager presso Wind Tre

8 anni

spunti interessantissimi sull'importanza del posizionamento in generale!

Roberto Mirandola

Master Publitalia, § Direttore Didattica, Recruitment & Placement § Mentre studi sei già in Azienda

8 anni

grazie alberto per il contributo molto chiaro sia sul posizionamento in campagna elettorale sia sull'evoluzione dello stesso una volta che inizierà a fare il presidente

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