Il vulnus democratico delle candidature multiple

Il vulnus democratico delle candidature multiple

Articolo scritto da #ETAEgeskov

Nel mio ultimo #istantbook dal titolo 2024: ultima spiaggia per la democrazia affrontavo il tema dell'abuso dei #decretilegge per sottolineare come l'impianto democratico di un paese come l'#Italia possa essere eroso piano piano senza che nemmeno che ne accorgiamo.

Visto che da poche ore sono state consegnate le liste dei candidati alle elezioni europee dell'8 e 9 giugno prossimi mi sembra giusto rimarcare anche un'altra vulnerabilità, questa volta inerente il sistema elettorale.

La maggior parte dei leader di partito (o comunque di esponenti di forte richiamo) si sono candidati come capilista in tutte o quasi le circoscrizioni elettorali italiane per le elezioni europee.

Questo sistema delle cosiddette #candidaturemultiple comporta due distinti problemi:

1) qualora venissero eletti (per esempio la presidente del consiglio) dovrebbero rinunciare al seggio parlamentare in #Europa e dunque al #parlamentoeuropeo andrebbero altri candidati, sicuramente meno votati di loro.

E già questo non è proprio il massimo per la trasparenza del sistema democratico.

Provate a sostenere un colloquio di lavoro e poi rinunciare dicendo però che mandate, che ne so, vostro cugino, che tanto è come voi e fa le stesse cose che fareste voi.

Provate a vedere cosa ne penserebbe l'azienda per la quale avete sostenuto il colloquio e poi ne riparliamo.

2) Mettendosi in cima alla lista i capi partito o comunque personaggi particolarmente attrattivi (magari anche divisi in alcuni casi) finiscono con l'attirare voti su una lista ma di contro mettono in ombra i candidati reali, quelli che poi dovranno esercitare il ruolo di parlamentari.

Se stabiliamo che possiamo scegliere anche la persona (con la #preferenza) oltre che il #partito sarebbe corretto che la persona più votata vada poi a ricoprire il ruolo per la quale è stata eletta.

Altrimenti che senso hanno le preferenze? si potrebbe benissimo votare solo il partito (meglio, #listaelettorale) e gli eletti sarebbero quelli in ordine come riportato nella #schedaelettorale (dunque decisi dal partito) in base al numero di seggi spettanti.

Almeno l'#elettore non si sentirebbe preso in giro e il sistema sarebbe più trasparente.

Se davvero le #preferenze hanno un senso occorre che ciascun candidato si candidi in un'unica circoscrizione e che se poi viene eletto ci vada davvero a ricoprire il ruolo per il quale si è candidato.

Solo così la #politica potrebbe riguadagnare fiducia e credibilità, anche perché i candidati si metterebbero davvero in gioco personalmente e si giocherebbero il posto oltre che la faccia.

Foto di Bartosz Kapka da Pixabay

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