Impasse Italiano

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La nostra responsabilità ora è quella di chiederci "Siamo europei o meno?".

Ma prima di arrivare a questo ragionamento esige sapere che il Presidente, avendo la facoltà di farlo, ha dato una sola voce al suo essere europeo! Tutte le altre le ha date al popolo nelle sue più viscerali rappresentanze (quelle chiamate populiste).

Nel dare questa sola voce, ha voluto prima avvisare la “rappresentanza del popolo” che "va bene tutto, ma fino ad un certo punto; il nostro DNA non deve venire a meno dell’essere europei!".

Salvini e Di Maio hanno replicato con la linea dura senza ritirare il nome da loro proposto per l'economia "Paolo Savona", che per il Presidente, avrebbe messo a rischio la nostra appartenenza alla comunità più vasta, l'Europa, cui ha voluto tenere conto. Lo ha fatto nella misura dell’interesse economico dei cittadini italiani, facendo intendere che questo interesse è anche "affare europeo", in qualche modo...

Ora tutto si rimbalza sul popolo, che deve assumersi nuovamente la propria responsabilità di decidere, o forse accettare se si sente europeo o meno? 

Il nostro nazional-populismo è sfiduciato e sospettoso nei confronti delle istituzioni. Il M5S e Salvini, mi sono poi convinto, sono sempre stati in perfetta sintonia, senza saperlo. Fare opposizione, gli è rimasto, pur avendo vinto... Le Istituzioni e l’Europa, ai loro occhi sono fantasmi simili ai mulini di Don Chisciotte della Mancia.

A furia di opporsi, sono persino finiti ad opporsi a se stessi quando stavano concludendo per andare al governo.

Gli costava davvero poco cambiare Savona e prendersi tutto il malloppo, ma come giusto che sia, hanno voluto rispondere alla loro insita voglia di continuare ad opporsi, disfacendo tutto. Nemmano i ripetuti avvisi del Presidente Mattarella che si disperava ad indicare la strada giusta con il cenno del NO su Savona, hanno servito. I suoi sforzi sono divenuti poi vani d’avanti ad una loro grottesca voglia di dire NO, sempre e comunque, sfilando ogni volta la spada dei toni durevolmente Duri!

Quindi ci tocca ora capire se siamo europei o meno; e di accettare che anche questa nostra altra nazionalità possa votare insieme a noi. Di capire a cosa serve essere Italiani, e a cosa serve essere cittadini europei.

E non solo!

Ci tocca anche decidere se i nostri risparmi derivati del capitalismo occidentale possono votare anche loro. Tra poco si apre la "bocca della veritas" (la borsa) per dire la sua anche lei, come giusto che sia. Io come cittadino ho già perso dei miei risparmi investiti in titoli italiani. Titoli, per me, rappresentativi dell’Italia in cui vivo, e non Brussels dei burocrati come qualcuno pensa.

Oggi si affrontano temi importanti. Gli 85 giorni hanno servito a far vedere cose che non c’erano prima. O forse c’erano e ora non ci sono più. Ci siamo responsabilizzati, ci sismo sperimentati. Anche le forze politiche le vedo cresciute. Un’evoluzione ci è stata sotto veri punti di vista. Questo periodo ha servito a misurarsi per capire chi siamo davvero. 

Sam Mouazin

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