INTELLIGENZA EMOTIVA

INTELLIGENZA EMOTIVA

INTELLIGENZA EMOTIVA

Il modo in cui stiamo vivendo questo periodo di emergenza e transizione dipende da moltissimi fattori, tra cui la capacità con cui sappiamo gestire le nostre e altrui emozioni.

L’Intelligenza Emotiva è una competenza che dipende dal modo in cui siamo stati educati, dalle esperienze che abbiamo vissuto, dal nostro temperamento ma la buona notizia è che essendo una competenza può essere appresa e affinata in ogni momento della vita.

Descrivo i fattori che la compongono e se ti va pensa a quanto queste abilità ti corrispondono:

1) prima di tutto sentire le emozioni. Self control non vuol dire essere uomini o donne di ghiaccio, dei gelidi automi che perseguono i propri fini in maniera lucida e razionale senza alcun cedimento emotivo. La prima componente dell’intelligenza emotiva è diventare permeabili alle nostre emozioni, ascoltarle, non temerle, STARCI DENTRO (come si dice nel counseling), non scappare, non rifuggirle, non metterci sopra una corazza per anestetizzarci e non sentire più nulla.

2) saper identificare le proprie emozioni. Significa riuscire a dare esattamente il nome ai moti del tuo animo nel momento in cui si manifestano. Non basta dire: ho il nervoso! Così come quando vedi una pianta e sai riconoscere un acero da un salice, dovresti riconoscere se sei irritat@, infastidit@, seccat@, esasperat@, frustrat@, furios@…. bisogna sviluppare un lessico emotivo. Alcuni studi sostengono che una persona su 10 sia alessitimica, cioè sia in una condizione di ridotta consapevolezza emotiva che comporta l'incapacità sia di riconoscere sia di descrivere verbalmente i propri stati emotivi e quelli altrui.

3) saper accettare le nostre emozioni SENZA GIUDIZIO. Per esempio se ti senti arrabbiat@ con un/a collega non devi negare la tua emozione e sentirti una persona inadeguata. Le emozioni sono un’onda che arriva e poi se ne va. Fanno parte dell’impermanenza. Vanno e vengono. La cosa importante è non ostacolarle, non cercare di imbrigliarle con i nostri giudizi o le nostre negazioni e rimozioni.

4) comprenderne l’origine. A volte il legame tra situazione ed emozione è evidente: se un rottweiler prova a morderti sei spaventat@. Ma più spesso le cose non sono così semplici: il/la tu@ partner alza un sopracciglio durante una conversazione e ti arrabbi, senza pensare che magari la vera causa dell’esplosione è il senso di frustrazione che ti porti dal lavoro.

5) saperle regolare o gestire. Il fatto che tu riconosca di essere furios@ con un@ cliente non ti autorizza a insultarl@ o agire in maniera aggressiva la tua rabbia. Gestire un’emozione significa comunicare il tuo stato d’animo in prima persona, descrivendo cosa provi senza usare messaggi svalutanti per l’altro. Trova le differenze: “sei snervante” e “mi sento snarvat@” come ti risuonano?

Possono produrre effetti diversi nella relazione con l’altro?

Ma facciamo un passo alla volta: anche le streghe con i loro incantesimi non partono trasformando il principe in rospo ma si esercitano facendo crescere le rape.

Allora il primo compito è ASCOLTARE LE EMOZIONI SENZA METTERE LORO FRENI

“Non dimentichiamo che le piccole emozioni sono i grandi capitani della nostra vita e che obbediamo a loro senza saperlo.”

Vincent Van Gogh

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