La città come sistema energetico intelligente
In Italia esiste un “interesse trasversale” sullo sviluppo energetico delle città, anche se al momento “c’è la necessità di fare sintesi tra gli approcci metodologici di progettazione” per elementi abilitanti quali distretti a energia positiva, comunità energetiche ed edifici sostenibili.
In alcuni casi mancano anche delle “definizioni comuni”, sia sul piano italiano sia su quello internazionale, e per questo l’ente di normazione Uni ha deciso di avviare un percorso di lavoro sulle “città intelligenti e sostenibili”.
È quanto spiega a QualEnergia.it Pasquale Capezzuto, presidente della commissione tecnica Uni n. 58 “Città sostenibili, comunità e infrastrutture”.
Questo tavolo di lavoro è stato istituito nel 2020 e al suo interno siedono diversi soggetti, tra cui rappresentanti di Mase, Rse, Gse, Politecnici, associazioni e imprese.
“Abbiamo già redatto una norma sulla governance partecipata, pubblicata il 4 dicembre, perché riteniamo che prima di tutto ci sia la condivisione con stakeholder e cittadini”. In particolare, si tratta della Uni 11956 recante “Linee guida per la governance di un ente locale attraverso il coinvolgimento della comunità di riferimento e delle parti interessate”.
A gennaio 2025, invece, il passo successivo sarà la pubblicazione di una norma tecnica “sulla progettazione e gestione degli edifici sostenibili”, prosegue Capezzuto. “L’approccio sarà olistico, considerando tutte le prestazioni degli immobili (economiche, sociali e ambientali) e tenendo presente le policy europee”. Dunque, tra gli obiettivi c’è la volontà di chiarire “come si costruiscono edifici decarbonizzati”, considerando soluzioni come “building automation e system control”.
Il lavoro della commissione tecnica non si ferma qui e cerca di allargare lo sguardo: “Occupandoci di edifici la conseguenza logica è trattare anche raggruppamenti di edifici, cioè distretti a energia positiva che producono più di quanto consumano, e comunità energetiche”.
“Parliamo di due elementi dei nuovi sistemi energetici urbani intelligenti” che l’Uni sta provando a definire e normare.
Per questo motivo l’ente ha comunicato ieri di aver posto in inchiesta pubblica preliminare il progetto di norma n. 1614759, “Città intelligenti e sostenibili – Sistema energetico intelligente e digitalizzato per le città sostenibili: distretti ad energia positiva e comunità energetiche”.
L’inchiesta preliminare anticipa il lavoro di redazione del documento per raccogliere eventuali precisazioni o suggerimenti preliminari degli stakeholder di riferimento. In questo caso si potranno inviare indicazioni entro il 23 dicembre, successivamente si dovrebbe arrivare a una proposta di norma tecnica entro un anno, quando si aprirà l’inchiesta pubblica finale.
“Parleremo degli approcci, delle architetture e dei tools digitali disponibili”, anticipa il presidente della commissione 58. “Le comunità energetiche non possono essere gestire solo dal punto di vista amministrativo, bisogna considerare ciò che possono dare smart meter, piattaforme digitali e IA”.
Sotto il profilo economico, inoltre, “la comunità energetica non può basarsi solo su incentivi statali, ma deve guardare anche ad altre possibilità che vengono remunerate, come la flessibilità energetica”, e in quest’ottica “solo le tecnologie digitali possono dire all’utente come ottimizzare il rapporto tra produzione e consumo”.
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Restano comunque da risolvere altri problemi, ad esempio “la complessità burocratica che ha creato ritardi”.
L’esperienza dei distretti, invece, è più indietro, ma secondo Capezzuto il potenziale non manca.
“Un approccio su una pluralità di edifici può essere vincente rispetto all’efficientamento del singolo immobile”, anche perché “il rapporto di scala permette di affrontare insieme aspetti come sostenibilità energetica, rinnovabili, mobilità e digitalizzazione”.
Il progetto Harmonise per i distretti a energia positiva
Chi sta già affrontando questi temi è l’iniziativa “Harmonise – Hierarchical and agile resource management optimization for networks in smart energy communities”, finanziata dal programma Next Generation EU.
Il 4 e il 5 dicembre a Parma si è svolta l’assemblea generale dei partner di progetto, riuniti nella sede di Maps Group, realtà italiana attiva nella produzione di software per il settore energia.
L’obiettivo di Harmonise è creare una soluzione scalabile e integrabile che supporti gli aspetti tecnologici, operativi e sociali necessari alla transizione dei distretti urbani in distretti a energia positiva.
“Attraverso una visione dettagliata delle richieste energetiche – spiega Maps Group – sarà possibile distribuire le fonti di energia rinnovabile (come pannelli solari e turbine eoliche) e le unità di stoccaggio esattamente dove sono necessarie, riducendo o azzerando l’impatto ambientale”.
L’assemblea ha segnato i primi sei mesi di lavoro durante i quali è stata condotto un sondaggio con un campione ritenuto rilevante, sono stati portati avanti dei casi pilota ed è stato elaborato un sito web che faccia da sintesi delle esperienze e da supporto alla divulgazione (non ancora online).
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