la fine dei tempi per un fine

la fine dei tempi per un fine

XXXIII domenica del tempo ordinario, anno C / Vangelo: Lc 23,5-19

In quel tempo, mentre alcuni parlavano del tempio, che era ornato di belle pietre e di doni votivi, Gesù disse: «Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta».

Gli domandarono: «Maestro, quando dunque accadranno queste cose e quale sarà il segno, quando esse staranno per accadere?». Rispose: «Badate di non lasciarvi ingannare. Molti infatti verranno nel mio nome dicendo: “Sono io”, e: “Il tempo è vicino”. Non andate dietro a loro! Quando sentirete di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate, perché prima devono avvenire queste cose, ma non è subito la fine».

Poi diceva loro: «Si solleverà nazione contro nazione e regno contro regno, e vi saranno in diversi luoghi terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandiosi dal cielo.

Ma prima di tutto questo metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e governatori, a causa del mio nome. Avrete allora occasione di dare testimonianza. Mettetevi dunque in mente di non preparare prima la vostra difesa; io vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri avversari non potranno resistere né controbattere.

Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e uccideranno alcuni di voi; sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto.

Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita».

Questo brano evangelico inaugura il cosiddetto discorso escatologico di Gesù, un discorso sulle realtà ultime in cui viene preannunciata la distruzione del tempio e di Gerusalemme, la fine dei tempi e le persecuzioni contro i cristiani. La domanda che si leva dai suoi uditori, preoccupati che ciò possa accadere nell’immediato, è incentrata sul “quando”. È una domanda che ci poniamo anche noi oggi e Gesù anche a noi suoi discepoli a più di duemila anni dal periodo storico a cui è riconducibile questo suo discorso dice: “Badate di non lasciarvi ingannare…” (cfr v. 8). Con l’entrata di Gesù Cristo nella storia umana la fine dei tempi è già in atto. Siamo nel pieno di trasformazioni epocali che stanno sconvolgendo il mondo. La pandemia ha messo a nudo le fragilità delle società di tutto il mondo stravolgendone le economie e gli assetti sociali i cui effetti perdurano, la crisi ecologica ed energetica, le guerre che sconvolgono il mondo ad ogni latitudine, cataclismi e disastri naturali che manifestano squilibri gravissimi nell’ecosistema e rendono l’uomo impotente e vulnerabile di fronte alla forza che si scatena dalla natura. D’altro canto le persecuzioni anticristiane non sono solo un ricordo della cristianità dei primi secoli, ma sono anche di oggi, sia cruente, sia apparentemente indolori, ma è innegabile che la mentalità del mondo non è esattamente ispirata a principi evangelici. Eppure in mezzo a questa tempesta in atto noi cristiani siamo chiamati a mantenere ferma la nostra speranza in Cristo, a perseverare nel cammino di fede. Chiediamoci quindi non quando finirà il mondo, ma come dobbiamo viverci in questo tempo così travagliato e complicato. Anche in questo nostro tempo segnato dalla fine in atto ci è infatti offerta “occasione di dare testimonianza” e il Signore è sempre disposto a darci “parola e sapienza” (cfr vv. 13-14). Nulla quindi sarà perduto della nostra vita se confidiamo in Lui nelle nostre fatiche quotidiane, nel nostro quotidiano servizio di amore, senza lasciarci spaventare da niente non lasciandoci fuorviare dai salvatori di turno che pretendono di salvare l’umanità dimenticando Dio.

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