La generazione 1.5

La generazione 1.5

Quando si parla di generazione 1.5 si parla comunemente di figli di immigrati alla prima generazione Italiana (vedi articolo).

Esiste tuttavia un secondo tipo di generazione 1.5, di stampo tecnologico che gioca un ruolo critico nella cultura odierna ed io ne faccio pienamente parte. E' la generazione di quelli nati senza tecnologia, senza computer, senza cellulari, senza smartwhatever. E' la generazione di coloro i quali giocavano per strada a pallone o in casa con le bambole ma che poi, ad un certo punto della loro infanzia/adolescenza, sono stati travolti dalla voglia di modernità dei genitori e da un'esplosione tecnologica senza precedenti.

Ora questi "nonpiùbambini" giocano un ruolo critico e fondamentale nella società moderna e mi piace definirli come "persone nella terra di mezzo": non di Tolkienana memoria, ma propriamente una generazione che è l'ultima ad aver avuto un'infanzia senza tecnologia, ma anche la prima ad aver usato nella propria adolescenza gli strumenti e le piattaforme tecnologiche e per questo residenti in una terra di mezzo.

Personalmente dai 10 anni in su sono creciuto con un computer a casa, dai 14 con una gameconsole, dai 15 internet, dai 16 un cellulare. Ho iniziato ad usare questa tecnologia senza che nessuno me la insegnasse o mi guidasse, perché i miei genitori per quanto "avanti" la stavano imparando con me. Ho sperimentato, capito quando era troppo e scoperto i limiti che dovevo avere.

Adesso che ho un figlio, molto piccolo, capisco quanto questa mia esperienza sia fondamentale e quanto di prezioso possa insegnargli nell'uso della

tecnologia e dei canali social. E capisco che la mia generazione sia effettivamente la prima a poterlo insegnare perché l'ha vissuta sulla propria pelle in quella fase della vita. Detto ciò, questo non farà di me un padre ne' migliore ne' peggiore, semplicemente sarò più preparato e mi sembra che non sia poco.

Tuttavia questa generazione della terra di mezzo non ha/avrà solo un ruolo educativo nei confronti delle generazioni future, noi abbiamo anche l'incredibile opportunità di definire come in futuro si useranno queste tecnologie. Saremo l'ultima generazione ad avere la memoria di un mondo senza cellulare e senza internet ovunque, saremo gli ultimi a ricordarci i valori che sono connessi ad una vita più semplice, fatta di lunghe conversazioni faccia a faccia, di libri su carta, di appunti scritti con la penna e di cartine geografiche.

Questa opportunità non dovremo laciarcela scappare, dovremo cercare di lasciare questa impronta nel futuro perché altrimenti poi tutto verrà dimenticato. E' una gran bella responsabilità, forse la più grande che abbiamo. Per questo suggerirei a tutte le aziende tecnologiche di avere il più presto possibile, in alcune posizioni chiave, ragazzi e ragazze tra i 30 e i 40 anni, perché solo noi sappiamo cosa significa tutto questo e solo noi possiamo creare idee, prodotti e servizi nuovi che non siano armi a doppio taglio, ma che aiutino le prossime generazioni a sentirsi sempre tecnologiche ma non per questo più sole.

Voi cosa ne pensate di questa generazione 1.5? E se ne fate parte, quale è il vostro contributo?

Maria Lancetti

Chief Commercial and Contract Officer

8 anni

Ho iniziato a sentir parlare di pc a 11 anni, ho studiato informatica perche una news, il orimo cellulare per lavoro e come reperibile. I miei figli mi danno una pista ed ora ho capito perché. Appartengo alla generazione 1.5. Non ci avevo pensato. Sono una specie in estinzione e questo mi rende molto fiera. Ottimo articolo e profonda riflessione da condividere ..sulla rete e non in un salotto a casa.

Grazia Barone

Performance & Business Coach

8 anni

Può sembrare una banalità, ma a volte è difficile fermarsi a riflettere, travolti come siamo dalla quotidianità. Dovremmo farlo, invece, un po' più spesso, proprio per ricordarci dell'impatto che abbiamo o potremmo avere sulle generazioni future. E le aziende dovrebbero anche comprendere, oltre la possibilità di sfruttare agevolazioni per l'inserimento di giovanissimi e di utilizzare formule tipo stage a bassi costi, l'opportunità di usufruire del valore e dell'esperienza di una "generazione di mezzo". Spero questo spunto possa essere utile a molti...

Leonardo J. I.

Camparista | Global Head of T.A. | Talent Hunter | People & Culture | Bonsai Practitioner

8 anni

Me gusta mucho!!! Bravo

Luisa Costanzo

Impiegata presso Artù Ente Formativo. Coordinatore corsi finanziati da Fondi Interprofessionali

8 anni

Ottimo spunto di riflessione... quanta verità nelle tue parole.. Orgogliosa di te!

Chiara T.

Googler | MBA | Tech | Ads

8 anni

Complimenti per la riflessione, Francesco. Concordo con te, non possiamo (e non dobbiamo) lasciarci scappare quest'opportunità. Proprio perché conosciamo bene le due realtà abbiamo una grande responsabilità: dobbiamo saper cogliere quanto di buono c'era prima dell'avvento della tecnologia e dei social media ed unirlo a quanto di buono ne è derivato.

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