La maschera giusta

La maschera giusta

Quale maschera indossi al momento? Magari sei in riunione con un bel sorriso dietro il quale nascondi noia e frustrazione per quanto viene discusso. Oppure il viso è teso per mostrare disappunto durante una negoziazione, ma tutto sommato sei soddisfatta/o di quello che stai ascoltando. Questa uscita della newsletter l'avevo inizialmente intitolata "Giù la maschera" e volevo parlarti dell'importanza dell'essere autentici. Di questo sono convinto, ma so anche che la vita ti richiede molto spesso di adattarti al contesto e riuscire ad essere camaleontica\o per districarti e muoverti in ogni situazione al meglio. Così ho ritoccato il titolo.

Vestiamo spesso una maschera che poco ci somiglia, tutti. E in tantissime situazioni, probabilmente ben superiori alle volte in cui siamo e ci sentiamo davvero noi stessi. Accade anche in famiglia, con gli amici, e in quei contesti che citiamo quando pensiamo alla libertà di poter essere reali. La verità è che siamo dotati di tante maschere, più o meno bravi a sceglierle ed utilizzarle, sempre soggetti al rischio di non riuscire più a distinguere la specifica maschera dal vero volto. La vita frenetica che ci siamo costruiti fa il resto, e così capita che in alcune fasi del percorso non ci riconosciamo più, ci sentiamo di aver perso la direzione e di essere quindi costretti a indossare troppo a lungo maschere che non sentiamo più nostre.

I social media sono una palestra di allenamento su questo tema, ci spingono a lavorare su immagine e personal branding, ci influenzano e ci portano però a mostrare solo la parte bella e patinata di quel che stiamo vivendo. Un esercizio distorto che crea maschere lontane dalla realtà e lascia l'autenticità dissolversi a vantaggio di comportamenti standardizzati, comunicazione che può funzionare in base ai gusti dei follower e degli algoritmi, adeguamento alle aspettative di chi ci segue identificando noi stessi come il prodotto da vendere.

L'autenticità resta vitale, e non tanto per gli altri quanto per noi stessi. Fondamentale per non perdere la direzione, per costruire progetti e percorsi funzionali a quel che siamo e che vogliamo diventare. Lasciami chiarire una cosa: essere autentici non significa mostrarsi al mondo in ogni dettaglio grezzo. Non sempre puoi dire quello che pensi, non sempre puoi fare quel che vorresti, non tutti meritano di vedere quel che ti senti davvero di essere. Essere autentici vuol dire essere coerenti con noi stessi, capaci di riconoscere chi siamo, con le nostre luci e ombre, e di non temere di mostrarlo in alcune situazioni. È una virtù che richiede coraggio e l'accettazione del fatto che non si debba piacere a tutti.

Ci sono poi altri momenti in cui l'abilità di utilizzare una delle maschere a disposizione è la scelta migliore. In quel caso entra in gioco la bravura nella scelta della maschera giusta. Nella vita reale, indossare una maschera può essere un atto di protezione o persino di cortesia, una necessità richiesta dalla professione o la strategia migliore per ottenere ciò che si desidera.

In Joker, il controverso film di Todd Phillips, Arthur Fleck è costretto a indossare una maschera di felicità per sopravvivere in un mondo che non comprende il suo dolore. Pirandello, nel suo bellissimo "Uno , nessuno, centomila" ci racconta di Vitangelo Moscarda, detto Gengè, che non riesce più a considerarsi "uno", ma "centomila", uno diverso per ogni persona con cui ha a che fare, e quindi "nessuno", perché privo di una propria univoca identità.

Siamo noi stessi e siamo anche tanti altri, a seconda delle persone con cui interagiamo, delle situazioni che affrontiamo, del contesto in cui ci muoviamo. E forse l'autenticità sta proprio nell'abilità di comprendere cosa hanno in comune tutte quelle maschere che, più o meno abilmente, utilizziamo per cercare di rendere la vita che viviamo il più possibile simile a quella che desideriamo.  

Esercizio. Quante maschere hai? Qual è quella che ti piace di più indossare, quella con la quale ti trovi a tuo agio? Quale maschera non sei brava/o ad utilizzare e perchè ti serve? Rifletti sulla tua autenticità e la capacità di adattare ciò che sei al contesto quando vita e lavoro lo richiedono. Buon lavoro.


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Luciano Caredda

Project Manager Post Sales | Consulente B2B Sales Enginering presso Wind Tre S.p.A.

4 mesi

Come sempre Walter, nulla da eccepire se non un plauso per come anche questa volta hai espresso un concetto di vita quotidiana, professionale e non solo! Di questo tema il grande Pirandello ne ha appunto, come in tante sue opere, saputo esprimere e carpire l'essenza e il messaggio con arte! 👏👏👏

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