La moda del True Crime

La moda del True Crime

Recentemente è esplosa la bomba mediatica dopo la pubblicazione della serie tv Monsters: La storia di Lyle ed Erik Menendez. La serie tratta le dinamiche dell’omicidio avvenuto a Beverly Hills il 20 agosto 1989 di Josè e Kitty Menendez, uccisi a colpi di fucile mentre erano intenti a guardare la televisione in salone. Sono stati incriminati e processati i figli, Lyle ed Erik Menendez, condannati all’ergastolo con il movente di volersi accaparrare l’eredità. Contemporaneamente all’uscita della serie, c’è stata la richiesta dell’apertura del caso, poiché sono emerse dinamiche di abusi sessuali ripetuti dal padre dall’età di sei anni fino alla morte. In questo frangente la procura di Los Angeles apre la strada a una possibile liberazione condizionale dei fratelli Menendez, dopo 35 anni in prigione, con la motivazione che hanno già pagato il loro debito con la società.

Non è la prima volta che una serie tv o docu-serie fa eco mediatico a tal punto da rivalutare la riapertura del caso, basti osservare la riapertura del caso dopo il documentario Vatican Girl del 2023 su Emanuela Orlandi, riaperto perché l’attenzione mediatica, e non le continue richieste da parte della famiglia, ha suscitato clamore e sgomento a tal punto da far decidere la magistratura della Santa Sede di riaprire le indagini e di analizzare tutti i documenti e le prove raccolte in tutti questi anni, decidendo così di avviare un’indagine interna con il fine di capire cosa sia successo alla ragazza, il tutto però all’oscuro della famiglia della vittima. Questo perché all’interno della docu-serie troviamo una confessione inedita di un’amica di Emanuela, che afferma che la ragazza fosse vittima di attenzioni di natura sessuale da parte di un alto esponente della Santa Sede, qualcuno vicino al Papa.

Un altro esempio lo possiamo notare dalla richiesta di rivalutazione del processo da parte della difesa di Massimo Bossetti, dopo la pubblicazione della serie tv Il caso Yara: oltre ogni ragionevole dubbio, che pone in chi la guarda il dubbio sullo svolgimento delle indagini, che appaiono frettolose, e sulla colpevolezza di Bossetti.

Eco mediatico lo suscita, ancor prima di uscire, la serie tv Avetrana – Qui non è Hollywood, che pone in chi lo attende domande e perplessità su cosa sia accaduto realmente a Sarah Scazzi, su chi sia il vero colpevole.

Ma come mai solo dopo la loro pubblicazione viene presa in considerazione l’idea di riaprire i casi o di rivalutare le pene inflitte?

Sia perché recentemente è emersa la moda del true crime e di persone appassionate ad esso, sia per una questione molto più importante: l’opinione pubblica. Questi casi hanno avuto sempre un forte impatto mediatico, riuscendo a malapena a gestire il pubblico che ne è stato testimone; basti pensare alle pressioni da parte di esponenti politici messe alla Pm che si occupava del caso Gambirasio, al fine di trovare al più presto il colpevole per far dormire notti tranquille agli abitanti di Brembate; o l’ansia e la fretta che avevano gli abitanti di Beverly Hills nel sapere quei due mostri in galera per il resto della loro vita, per tornare alla tranquillità e finta perfezione che li contraddistingueva; allo stesso modo guardando questi documentari l’opinione pubblica è esplosa così duramente tanto da attuare forti pressioni agli esponenti coinvolti che hanno deciso di riaprire i diversi casi.

Ma come mai l’opinione pubblica conta così tanto?

Nel caso del Vaticano, che già gode di una brutta immagine in merito alla vicenda, è stato fondamentale farsi vedere partecipe nella riapertura del caso per ripulire la sua reputazione. Se, nonostante la pubblicazione della serie tv, non si fosse interessato a una riapertura, cosa avrebbero pensato le persone? Avrebbero criticato ancora più aspramente la Chiesa e tutta la sua gerarchia.

L’opinione pubblica è, da sempre, fondamentale e cruciale nella democrazia e in ogni aspetto della vita. È fondamentale in contesti politici, sociali ed anche economici. Se si ha una folla di persone inferocite contro, sarà difficile tenerle sotto controllo, quindi si cerca il più possibile di accontentare il pubblico. 

Ed è proprio per questo che quando un evento passa al vaglio dell’opinione pubblica e del caso che diventa mediatico, si cerca in tutti i modi di andare incontro a quelle che sono le richieste delle persone, per evitare di ritrovarsi una massa difficile da gestire, perché la massa contenta è più facile da governare.

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