PENSIERO CRITICO: LA SECONDA SERATA DI SANREMO

PENSIERO CRITICO: LA SECONDA SERATA DI SANREMO

La seconda serata di Sanremo?

FRANCESCO GABBANI mai mediocre come quest’anno (ridateci quello originale!); TOSCA dà lezione di classe e bravura a tutti, pur con un pezzo raffinato, ma che se ascolti una seconda volta istiga al suicidio; lo Stato Sociale senza nonnina… Ah, no, sono quelli che tentano di copiarli con il nome buffo de PINGUINI TATTICI NUCLEARI; PELÙ, che evidentemente non aveva di meglio da fare e, vista la carriera che ha alle spalle, si è tolto uno sfizio; JANNACCI… Ma poi porta anche una canzone per il 2020?

Si salvano ZARRILLO ed ELETTRA LAMBORGHINI, che interpretano bene i rispettivi ruoli, di cantautore navigato lui e di chi se ne frega del giudizio delle giurie perché sa che tutta Italia ballerà il suo pezzo lei.

Non male ENRICO NIGIOTTI, anche se il brano sembra un “vorrei ma no posso” che culmina con un assolo da chitarrista alle prime armi, ma con le movenze di Joe Satriani (scusate l’accostamento improprio).

A eccellere sono i testi dei brani di RANCORE e di JUNIOR KALLY, quest’ultimo senza maschera e con un brano che avrà lasciato perplessi quanti in questi giorni hanno scritto scemenze su un suo testo del 2017, pensando che fosse quello presentato al Festival; da GIORDANA ANGI ci si aspettava qualcosa di più di un percorso già seguito da tanti in passato…

Eccellente, invece, il pezzo di LEVANTE e la sua interpretazione.

Al di là dei brani, il duo Amadeus e Fiorello è da 10 pieno, sia per la conduzione, sia perché il Festival non ha mai abbracciato in maniera così esaustiva il reale panorama musicale italiano contemporaneo, tra cantanti in gara e ospiti.

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