La settimana dello showbiz

La settimana dello showbiz

Visto che quello della scorsa settimana ha riscosso interesse e qualcuno continua a gradire eccomi con il riassuntone della settimana appena conclusa.

Comcast ha comprato Xumo, cotto e mangiato poco dopo la diffusione dei primi rumors.

Disney+ ha lanciato in Europa, Italia compresa, una campagna di abbonamenti annuali a poco meno di 5 Euro al mese.

Secondo una ricerca USA gli abbonati a più servizi di streaming sarebbero anche più facilmente dediti alla pirateria online. Chissà perché non mi sorprende e non sorprenderà l’amico Michele Casula scoprire che chi ama un genere di intrattenimento lo cerca in tutti i modi possibili, una sovrapposizione analoga la avevamo anche con gli alto frequentanti al cinema. Ad un certo punto prevarrà il buon senso e si arriverà a capire che chi ama lo scripted entertainment ne è ingordo e il successo o meno di un mezzo di fruizione, il contesto, a parità di contenuto, dipende da fattori economici e di efficienza e comodità.

Amazon Prime Video si sarebbe aggiudicata i diritti di trasmettere in streaming oltre 80 tornei ATP e WTA. Anche questa non è una notizia particolarmente sorprendente, quello che manca allo streaming per sostituirsi agli operatori TV è lo sport. Alla fine non sarà cambiata tanto la formula, ma solo la tecnologia sottostante.

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Netflix ha lanciato in tutti i mercati la classifica dei 10 contenuti più visti nella settimana sulla sua piattaforma, sia nel complesso che, nei rispettivi tab, di film e serie tv. Una classifica più utile di molte raccomandazioni, ma soprattutto per gli addetti ai lavori.

Bob Iger ha lasciato il ruolo di CEO della Disney, ma su questo ho scritto un lungo post che trovate nella mi timeline. Secondo alcuni analisti dopo il boost iniziale Disney+ starebbe soffrendo neri USA per la mancanza, in library, di contenuti adulti. Onestamente non mi sembra una sorpresa, è il suo punto di forza e di debolezza. L’offerta Disney in streaming sarà un bundle di Disney+, Hulu e ESPN+, completa ma più flessibile.

La settimana è stata ovviamente monopolizzata dal Coronavirus e le sue conseguenze sia sul nostro mercato che globali e gli effetti si faranno sentire per più tempo di quanto vorremmo. Il già citato Michele ha proposto una soluzione che per quanto impraticabile in emergenza è una soluzione che avevano già proposto alcuni operatori di mercato, sia negli USA che in Italia, che ha una sua logica pur se non c’è un reale motivo per la redistribuzione all’esercizio di parte di quanto ricavato dal TVOD Premium, in fondo i cinema mica condividono gli incassi dei popcorn. A una complementarietà tra le due forme di distribuzione si potrebbe finire per l’essere costretti se la situazione dovesse perdurare. 

Michele Casula

Partner presso Ergo research

5 anni

Davide Dellacasa ma ti sono davvero sembrato impermalosito?

Michele Casula

Partner presso Ergo research

5 anni

Pur commosso per la citazione, leggo (rispetto alla mia ipotesi di soluzione TVOD Premium con quota da destinare ad un fondo di perequazione per esercenti) il tuo "per quanto impraticabile in emergenza è una soluzione che avevano già proposto alcuni operatori di mercato, sia negli USA che in Italia, che ha una sua logica pur se non c’è un reale motivo per la redistribuzione all’esercizio di parte di quanto ricavato dal TVOD Premium, in fondo i cinema mica condividono gli incassi dei popcorn". In realtà penso che l'emergenza, anziché essere presupposto dell'impraticabilità, rappresentasse l'unica situazione capace di far considerare l'ipotesi. E' in una situazione normale che "non c’è un reale motivo per la redistribuzione all’esercizio di parte di quanto ricavato dal TVOD Premium": qui ci sono le sale chiuse, ed è adesso che piattaforme, distributori ed esercenti avrebbero potuto considerare una rimodulazione momentanea delle finestre, basata su un meccanismo di revenue sharing. Il tutto è parzialmente superato dallo sblocco di qualche uscita e dalla speranza di una prossima riapertura delle sale. In questo scenario non avrebbe certo senso sedersi attorno ad un tavolo per discutere di TVOD Premium. Spero tuttavia che i presupposti per una riapertura a breve ci siano e che si scongiuri il rischio chiusura dove le sale sono aperte (iniziano i contagi anche in altre regioni). Qui però non c'è da essere inutilmente scaramantici. Situazioni come queste si affrontano con il coraggio di guardare in faccia anche gli scenari peggiori, con le relative contromosse. Come ho già scritto oggi, con la navigazione a vista nessuno fa nulla. E, se il tratto da percorrere fosse più lungo, è decisamente peggio.

Gian Luca Landone

Direttore di Mercato in Edizioni Star Comics (Gruppo Mondadori) ● Strategie Commerciali e di Marketing in editoria ● Specialista nei settori comics, manga e libri per ragazzi ● Ex Director in Disney Publishing Italia

5 anni

Buon riepilogone, Davide. E non è vero che non sia troppo lungo. Insomma, giochi molto aperti nel mercato dello streaming televisivo, e c'è da capire se il cambio al vertice di Disney comporterà anche qualche correzione della strategia. Intanto, Minni che saltella sull'istogramma è adorabile!

Michele Casula

Partner presso Ergo research

5 anni

Vabbé ma è bevissimo!

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