La società che vorrei

La società che vorrei

La scorsa settimana ho scritto un articolo nel quale parlavo del ritorno a casa di Silvia Romano dopo 18 mesi di prigionia.

Un pezzo nel quale è emerso come nemmeno una pandemia globale sia riuscita a cambiarci in meglio come esseri umani.

Non sono cambiati gli odiatori seriale della rete, ma nemmeno alcuni cialtroni che siedono in Parlamento. Tra questi, il poco onorevole leghista Alessandro Pagano, che ha pensato bene di dare sfruttare i suoi "15 minuti di celebrità" dando della terrorista alla povera Silvia direttamente in aula.

Poche ore fa, la stessa Camera dei Deputati è stata teatro di una rissa sfiorata in seguito alle dichiarazioni del pentastellato Riccardo Ricciardi sui tagli indiscriminati della Regione Lombardia nella sanità pubblica, seguite dalle urla "buffone, buffone" provenienti dai banchi della Lega.

Insomma, le sceneggiate tra le alte cariche dello stato (qui con la "s" volutamente minuscola) non mancano nemmeno nel bel mezzo di una devastante emergenza sanitaria ed economica.

Questo preambolo per far capire ancora una volta che il famoso mantra dell' "uno vale uno" sia in realtà una ca*ata pazzesca, come avrebbe detto il sempre saggio ragionier Fantozzi.

Una ca*ata pazzesca perché poi alla fine ci vuole un attimo a trovarsi con il Pagano di turno seduto tra gli scranni del Parlamento.

Quale dunque la soluzione? "Semplice" a dirsi: ripartire dalle basi.

Sono due i pilastri attorno ai quali un paese democratico deve fondarsi: l'istruzione e la sanità pubblica.

Sul secondo, voglio sperare che alcuni dei nostri governanti (in particolari quelli della regione "locomotiva d'Italia", martoriata da 25 anni di formigonismo imperante) abbiano imparato la lezione ora che stiamo uscendo decisamente ammaccati dal dramma covid.

Sul primo, beh, io qualche idea ce l'avrei.

Ricerca e istruzione, esattamente come la sanità, sono state vittime negli anni di colpi d'accetta letali che ne hanno minato le fondamenta. Quello più netto di tutti è stata la legge 133 del 2008 dell'allora ministro Mariastella Gelmini, che per chi non se la ricordasse era quella del tunnel che collegava Svizzera a Abruzzo.

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Una vera e propria antesignana del concetto di "uno vale uno".

Per creare una società migliore ed evitare che elementi di questa caratura prendano il potere assumendo cariche che non meritano, è fondamentale che l'istruzione torni ad avere un ruolo centrale.

Ecco alcune materie che a mio modesto parere non dovrebbero mancare nella scuola dell'obbligo.

Educazione Civica

Dai, non venitemi a dire che quella che si faceva ai miei tempi o che si fa oggi possa davvero essere definita tale. Ogni studente, di qualsiasi ordine e grado, deve terminare il proprio ciclo di studi sapendo come si voti e come funzioni il processo legislativo in Italia.

Se devo contare le ore di educazione civica fatte durante le scuole superiori, quelle che ti lasciano in eredità un diploma e una tessera elettorale, penso di non andare oltre alle 10 dita delle mani.

Capite anche voi la gravità della cosa, vero?

Educazione Digitale

Precisiamo subito: educazione digitale non significa andare a scuola con il tablet.

Per me le lezioni in classe devono essere frontali e vecchio stile. Con libri pesanti e quaderni.

Lezioni che però devo essere accompagnate in parallelo da un percorso educativo che insegni agli studenti a utilizzare internet e i social network in modo consapevole, assorbendone fin da subito pregi e difetti.

Imparando fin da subito a distinguere una notizia vera da una bufala. E magari andandolo poi a spiegare a qualche genitore irresponsabile che condivide su Facebook "ce la kura per il coronavirus e non cielo dikonoh!!1!!11!!".

Che poi è un attimo credere a Panzironi, eh.

Educazione Ambientale

Il tema ambientale sta finalmente entrando (era ora!) nel dibattito pubblico italiano, con estremo ritardo rispetto a tanti altri paesi europei.

Alcuni segnali sono arrivati dal governo nel corso di queste emergenza, ma è chiaro che i bonus bicicletta e monopattino non possono bastare se al contempo le città non si evolvono a misura di pedone o ciclista.

Se però si formassero delle coscienze critiche fin dalla tenerissima età, grazie a percorsi formativi dentro e fuori dalle classi, questo processo sarebbe incredibilmente più semplice.

E per come sta messo il nostro pianeta, prima lo capiamo e meglio è.

Educazione Fisica

Qui vale il discorso fatto per quanto riguarda l'educazione civica.

Non venitemi a dire che quella roba che si fa nelle scuole sia anche solo lontanamente paragonabile alla vera educazione fisica.

E non per colpa dei professori, badate bene.

È innegabile che questa materia sia sempre stata caratterizzata da un alone di eccessivo cazzeggio. Un semplice modo per rimanere fuori da scuola.

Niente di più sbagliato. Il tasso d'abbandono dell'attività sportiva in Italia sta assumendo tratti preoccupanti. Ci sono bambini e ragazzi che nemmeno provano a fare sport.

Ed è qui che la scuola dell'obbligo deve intervenire. Gli studenti devono capire che nessuno chiede a loro di diventare atleti professionisti, ma semplicemente cittadini consapevoli del fatto che, prendendo cura del loro corpo, manterranno poi uno stile di vita corretto che gioverà alla loro salute.

Concetti strettamente connessi a un'idea di educazione alimentare, che a mio modo di vedere dovrebbe rientrare come modulo all'interno della stessa educazione fisica.

Educazione Sessuale

Si ok, qualche lezione l'abbiamo fatta tutti. Ma non abbastanza.

L'età della famigerata "prima volta" si abbassa sempre di più e spesso non ci si arriva con la giusta preparazione. È bene quindi che a quel momento si arrivi in maniera consapevole.

Non vorrete per caso diventarmi come Carlo Calenda, padre a 16 anni, vero?

Primo Soccorso

A 32 anni e mezzo, trovo assurdo il fatto di non essere minimamente in grado di prestare soccorso a una persona che si sente improvvisamente male di fianco a me.

Perché allora non rendere obbligatorio, con tanto di esame, un percorso di primo soccorso per tutti gli studenti dalle elementari fino alle superiori, da ripetere ciclicamente ogni tot anni?

Tutti dovremmo essere in grado di fare un massaggio cardiaco, una respirazione bocca a bocca o una manovra anti soffocamento in caso di estrema necessità. Ne potrebbero aver bisogno amici, famigliari e anche sconosciuti che camminando accanto a noi si accasciano improvvisamente al suolo. Pensateci.


Ora dico io... vi sembra così impensabile ripartire da queste basi? Io penso di no. E vi sembra costoso per le finanze pubbliche? Io penso, nuovamente, di no.

Allargare gli orizzonti educativi fin dalla tenera età ci aiuterà a vivere in una società migliore. Con buona pace del (poco) onorevole Pagano di turno.

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