LA TESTA DELLA DONNA.

LA TESTA DELLA DONNA.

Le chiedono se ha esperienza di camminata su un ghiacciaio. Lei compra la giacca invernale più economica e un biglietto aereo per l'Islanda e si mette ad arrampicare sul ghiaccio. A Preet Chandi piace vedere fino a che punto può spingere il suo corpo. Si mette in testa di trainare una slitta di 1 quintale e attraversare l’Antartide trasportando una tenda, l'attrezzatura e cibo sufficiente per settimane. Le dicono che le manca l'esperienza per farlo. Si iscrive a un programma di addestramento in Norvegia.  Si indebita fino al collo per partecipare a spedizioni in Groenlandia, Islanda e Francia.  Alla fine, le dicono che non è ancora pronta.

Sono pronti invece una bussola, un telefono satellitare e quella slitta di 1 quintale. La traina per 70 giorni, sciando da sola sulla piattaforma dell’Antartide per 1483 chilometri. I cambiamenti climatici hanno reso la neve più morbida: lei sente la slitta ancora più pensante.

I venti polari la ribaltano più volte al giorno: lei la riporta in posizione per riprendere la spedizione. Cammina 15 ore al giorno e dorme 5 ore a notte, smontando e rimontando la tenda ogni giorno.  Scioglie la neve per bere e cucinare.  Rimane indietro rispetto alla tabella di marcia.

Ne aumenta il ritmo fino a 24 ore, intervallati da 7 ore di sonno.  La stagione dei voli in Antartide sta per finire. Il 10 gennaio di un anno fa prende l’ultimo aereo. La riporta al campo base con meno peso, un infortunio al polpaccio e un nodo inestricabile tra i capelli.  Anche un pettine può rendere più pesante una slitta.

 

«Non risparmiare nessuno». Bisogna fare un investimento a lungo termine nella parola scritta per mantenere quelle parole e non aprire nessun credito a nessuno.  Oriana lo apre solo a Louella Parsons, Hedda Hopper, Sheilah Graham.  Studia per filo e per segno i loro pezzi e mette in pratica il consiglio delle columnist più famose degli Stati Uniti.  30 anni dopo diventerà famosa per avere fatto a pezzi molti uomini.  È disposta a non risparmiarsi per diventare quello che si è messa in testa.  Il sacrificio della sua carriera lo può mettere in conto al cuore, ma solo per una storia d’amore che conta più della vita.  Solo per Un uomo arriverà quasi a perdere la propria.

Per tutti gli altri non si farà mai mettere sotto: la testa sarà sempre alta perché è con lo sguardo che si combatte al fronte, e con la parola scritta si battaglia dalle retrovie.  Tiene botta di fronte a Mao Tse Tung, controbatte alle provocazioni di Henry Kissinger, tiene un braccio di ferro con le domande a Yasser Arafat, si toglie il chador per cercare lo scontro nell’intervista a Khomeini, non cede ai corteggiamenti di Gheddafi per dimostrarne l’infermità mentale nelle sue risposte.  Ma di fronte ad Alfredo soccombe.

La vulnerabilità fa di lei un granello di polvere in balia del vento e fa di quella storia d’amore un’interminabile tormenta che le forgia il carattere. «Amare a vuoto è peccato mortale, regalarsi a qualcuno è delitto.  Non si regala la propria anima a chi non è disposto a regalare la sua».  Quella di Oriana Fallaci ne uscirà a pezzi, ma chi è fragile conosce ogni suo pezzo, e quando si rompe sa come rimettersi insieme, un pezzo dopo l’altro. Il primo pezzo lo scrive da inviata.

Il capocronista del Mattino la manda in una discoteca sull’Arno per metterla alla prova. Scrive a mano, su un foglio protocollo: ci mette 9 ore a ricopiarlo, dalle 10 del mattino alle 7 di sera.  A quell’ora Gastone Panteri le chiede di scriverlo a macchina: lei non ne ha mai avuta una. Eppure, nonostante questa incompatibilità con i ferri del mestiere, diventa presto cronista regolare del quotidiano: di giorno va a caccia di notizie per la città, di sera rientra in redazione a scrivere il pezzo.  Lo fa già con una forma adulta: con precisione, con la propria opinione, con risolutezza.  Per i colleghi invece è la ragazzina senza: scarpe senza tacco, viso senza trucco, lingua senza peli.

 

Dietro il successo di un campione di sport individuale c’è quasi sempre un modello da seguire e un genitore da ascoltare. Del resto, chi può credere in te già all’età di 3 anni? Guai però a chiamarlo papà: «Qui dentro sono il tuo allenatore» le ricorda Mohamed Ezzat nello spogliatoio prima di entrare in acqua. In quella di una piscina può capitare che ci entri anche qualcosa di più esplosivo di una prestazione nei 100 metri farfalla. Del resto, siamo nella Siria dell’agosto 2015 e le esplosioni sono regolari come gli allenamenti di Yusra Mandrini.

L’eccezionalità di una bomba che sfonda il tetto della piscina conferma la regolarità di quel Paese: è in guerra. All’eccezionalità del dramma si aggiunge l’eccezionalità del caso: un difetto all’innesco non fa esplodere l’ordigno. Yusra per quel giorno si salva. Ce ne vorranno molti di più perché possa salvarsi del tutto, tanti quanti sono i giorni di viaggio da Damasco a Berlino. I primi 30 li trascorre attraversando i campi e percorrendo le strade a piedi per arrivare prima a Beirut e poi a Smirne sulle coste della Turchia. Insieme a lei sua sorella Sarah e un cugino del padre.

C’è poco da discutere: per raggiungere la Grecia devono pagare gli scafisti. È così che Yusra torna in acqua, ma è tutta un’altra gara quella che dovrà affrontare: contro il tempo, contro il forte vento, contro gli imprevisti. Scoprono che il gommone è rotto, ma riescono a riparlarlo.

Realizzano che è troppo piccolo, ma ce la fanno comunque a starci. In tutto sono in 20, per lo più uomini, diretti all’isola di Lesbo, ma non fanno in tempo a salpare che il motore si spegne. Chiedono aiuto alla guardia costiera, ma «Tornate indietro» è quello che gli intimano. Chiamano gli scafisti, ma sono già spariti nel nulla. 

Non c’è tempo da perdere: bisogna stabilizzare il gommone. Qualcuno deve proseguire a nuoto: Yusra e Sarah lo fanno per oltre 3 ore fino a quando il motore riparte per portarli a destinazione. Appena sbarcati bucano la camera d’aria perché nessuno possa rivivere la loro disavventura. Su e giù da un treno, lungo strade e campi percorsi a piedi attraversano i paesi balcanici e a settembre arrivano a Berlino.

Ad accoglierle, un campo profughi all'interno di una struttura delle Olimpiadi del 1936. Dietro un’impresa del genere c’è di sicuro il coraggio di una ragazza di 17 anni e ancora quel modello – americano, olimpionico e plurimedagliato – da inseguire. Per Michael Phelps, Yusra torna ad allenarsi: c’è un nuovo viaggio da intraprendere. Da Berlino a Rio de Janeiro il viaggio è lungo non tanto nello spostamento da un aeroporto all’altro, quanto nella preparazione per le Olimpiadi del 2016 come nuotatrice della squadra degli atleti olimpici rifugiati.

Dietro quel minuto nove secondi e ventuno centesimi non c’è solo la traversata della batteria dei 100 metri farfalla nella corsia 2 della piscina Estádio Aquático Olímpico.  Dietro a quel tempo c’è il rifugio di una farfalla.  

 

Andrea Ingrosso >> Copywriter – Autore di scrittura per le aziende.

www.mamyadv.com

© 2024 Mamy

 

Paola Dalla Vecchia

Addetta alla Segreteria d'Ufficio

1 anno

è sempre un piacere leggere te, Andrea, ma commuoversi davanti tanta resilienza (bla bla bla) non ha eguali. Grazie ancora per il tuo omaggio

Per visualizzare o aggiungere un commento, accedi

Altri articoli di Andrea Ingrosso

  • UN EQUILIBRISTA SUL FILO DEL RASOIO. Come nacque l’azienda Tesla.

    UN EQUILIBRISTA SUL FILO DEL RASOIO. Come nacque l’azienda Tesla.

    «Penso che comprerò un’auto sportiva». Era nel pieno di una crisi matrimoniale e poteva permettersela.

    17 commenti
  • UN TSO PER L’AI.

    UN TSO PER L’AI.

    La chat è la sua cuccia. Sono guai se si fa trovare in giro.

    27 commenti
  • L’INTELLIGENZA APICALE DI ITALO CALVINO.

    L’INTELLIGENZA APICALE DI ITALO CALVINO.

    Il silenzio è il suo habitat naturale. Rispetto allo scrivere, trova che parlare sia inconsistente, approssimativo e…

    29 commenti
  • RITARDATO E RITARDATARIO.

    RITARDATO E RITARDATARIO.

    «Abbiamo motivo di credere che Elon sia ritardato». Non aspettò di raccogliere altre prove, il preside, per convocare i…

    18 commenti
  • IL SENSO MISTICO DI SENNA PER LA VELOCITÀ.

    IL SENSO MISTICO DI SENNA PER LA VELOCITÀ.

    Avevano rimosso alcuni sedili a bordo del McDonnell Douglas MD-11. Lo spazio era sufficiente per tenerlo nella classe…

    27 commenti
  • L’UOMO CHE HA VISTO DAVVERO IL FUTURO.

    L’UOMO CHE HA VISTO DAVVERO IL FUTURO.

    Macek lo seguiva dappertutto nel piccolo villaggio di Smilian. Quando gli accarezzava la schiena con le dita tra il…

    43 commenti
  • CONTENUTI NELLA PÉSCA A STRASCICO DELL’ALGORITMO.

    CONTENUTI NELLA PÉSCA A STRASCICO DELL’ALGORITMO.

    Non è certo una risorsa del pianeta in via di estinzione. Senza limiti posti alla sua diffusione supererà tra non molto…

    18 commenti
  • RIPIENI DI IO E ORFANI DEL SÉ.

    RIPIENI DI IO E ORFANI DEL SÉ.

    Padrone nostro che sei nelle reti, sia digitalizzato pure il tuo nome. Venga il tuo ingegno, sia fatta la tua…

    21 commenti
  • LA MORTE DELL’INFORMAZIONE A CAUSA DI UTENTI AL MOMENTO TROPPO RAGGIUNGIBILI.

    LA MORTE DELL’INFORMAZIONE A CAUSA DI UTENTI AL MOMENTO TROPPO RAGGIUNGIBILI.

    L’informazione sta morendo nell’obsolescenza istantanea della notizia. La riproduzione è riservata a tutti: c’è un…

    13 commenti
  • PROMPTING, PARTENZA, IA.

    PROMPTING, PARTENZA, IA.

    4000 grammi di materia prima che ricadono tutti sul collo. 12 muscoli contorti, disposti uno sopra l’altro, che…

    36 commenti

Altre pagine consultate