La tua autostima non dipende dagli altri, dipende solo da te.
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La tua autostima non dipende dagli altri, dipende solo da te.

Devi solo imparare di nuovo ad amarti e accettarti in tutta la tua meravigliosa imperfezione, proprio come quando eri  bambina.

Ritrova la bambina che è in te, quella che ha imparato a camminare e correre, cadendo.

Quante volte sei caduta, da bambina, prima di imparare a camminare? Quante volte hai fallito prima di pedalare da sola sulla tua bici senza rotelle? Quanti disegni hai sbagliato prima di riuscire a colorare una forma senza uscire dai bordi? Quanti buchi sui fogli hai fatto prima di imparare a scrivere correttamente ogni lettera? Chiudi gli occhi e torna a quella bambina, si è mai arresa? No. Quella bambina era determinata ad apprendere, aveva fiducia in se stessa e accettava i suoi errori perché erano l'unico modo per imparare e crescere.

Quella bambina è ancora lì dentro di te, aspetta solo di essere riscoperta e lasciata libera di cadere e rialzarsi, senza giudizio né autosabotaggi.

E allora cosa succede a un certo punto? Perché noi donne smettiamo di avere fiducia in noi stesse?

Impossibile per me dare una risposta universalmente valida a questa domanda, posso solo parlarti della mia esperienza personale, diretta e indiretta.

Credo che a un certo punto intervengano tre fattori:

  • L'allontanamento naturale dall'ambiente protetto della famiglia, dove tutti ti hanno sempre sostenuta e spronata a rialzarti ogni volta che cadevi, ricordandoti quanto fossi brava e che capacità straordinarie avessi (presunte o tali).
  • La mancanza di una cultura dell'errore e del fallimento sana. L'errore crescendo diventa (s)qualificante per la persona, se  sbagli non vali, così come il fallimento diventa un'onta, qualcosa di cui vergognarsi.
  • La crescente influenza delle aspettative esterne e il bisogno di compiacere gli altri.

Imparare a superare l'influenza delle aspettative esterne.

Noi donne siamo cintura nera di "senso di inadeguatezza". Ci sentiamo spesso inadatte rispetto alle situazioni più disparate, private e lavorative. Credo che avvenga perché a un certo punto della nostra vita iniziamo a sentirci in dovere di soddisfare aspettative che non ci appartengono fino in fondo, aspettative che altri proiettano su di noi, o che percepiamo dall'esterno. Iniziamo così a spostare il focus dalla nostra realizzazione personale al come compiacere le persone con le quali ci confrontiamo, come aderire agli standard che ci impone la nostra società o cultura di riferimento.

Può essere la scelta di un percorso di studi per compiacere un genitore, di un percorso di carriera ritenuto più adatto in quanto donna, di una dimissione data per gestire (da sola) la responsabilità della famiglia....

Queste scelte finiscono, nel tempo, con il minare la nostra autostima, allontanandoci progressivamente da noi stesse e  proiettandoci verso modelli distanti. Io ci sono passata in prima persona, me la ricordo bene la sensazione, nel guardarmi allo specchio, di non riconoscermi più. Di non capire fino in fondo quando mi fossi persa, come e perché fosse accaduto.

Mi ci sono voluti anni di fatica e sofferenza prima di realizzare che il tentativo di piacere a tutte e tutti non può che portare a frustrazione, esaurimento e, nel peggiore dei casi, depressione. Anni in cui mi sono sentita progressivamente più inadeguata, sbagliata, colpevole di non essere riuscita ad essere la madre che volevo, la compagna che volevo, la figlia che volevo, l'amica che volevo, la professionista che volevo.

Adesso, quando mi guardo indietro, riconosco come quel tempo sia stato un'inconsapevole, preziosa palestra. Nell'attimo stesso in cui ho deciso che era arrivato il momento di scendere dalla giostra delle aspettative e di riappropriarmi dei sogni della Cecilia bambina, mi sono sentita immensamente forte e sicura di me, pronta a rimettermi in gioco senza riserve. Mi sono sentita presente, nel mio tempo, sicura di poter superare ogni difficoltà, perché era esattamente quello che avevo già  fatto per anni.

Lo so che questo è solo l'inizio, il primo passetto verso il far pace con me stessa. Il mio percorso personale verso la riappropriazione di me è ancora in corso. Ci sono giorni in cui riesco a perdonarmi e amarmi e altri in cui faccio più fatica. Giorni in cui riesco a vedere la bellezza del mio essere imperfetta, altri in cui mi critico ferocemente. Ci vorrà tempo, forse  tutto quello che avrò a disposizione nella vita. Probabilmente non arriverò mai a fare davvero pace su tutto, a vivere in perfetto equilibrio e va bene così. Ho imparato ad accettare e lasciare andare. Soprattutto ho imparato che prima di qualsiasi cosa e persona vengo io e, ancora di più, ho promesso alla bambina che sono stata di non tradirla mai più, qualsiasi cosa succeda, fallo anche tu.

Credi sempre in te stessa e sarai inarrestabile!

Pensa a tutte le volte che hai superato ostacoli apparentemente insormontabili. Io sono sicura che tu abbia affrontato situazioni difficili, superato momenti di tristezza e ritrovato la forza di andare avanti. Questo significa che la tua forza interiore è straordinaria. Per questo non puoi permettere a nessuno di farti sentire inadeguata, hai già dimostrato a te stessa tutto quello che c'era da dimostrare ed è l'unica cosa che conta.

Paolo Subioli

Content Management, Mindfulness & Happiness Creation

1 anno

Mai!!!!

Chiara Carulli

🏳️🌈Equity Diversity Manager | RLS Humangest | Project Manager Politiche Attive Lavoro Humangest | SDA Bocconi | Philosophy degree | Master HR | disability volunteer | Categoria protetta ART.1 L.68/99

1 anno

Mai banale riflettere su questo! grazie !

Daniele D'Amico

✅ Journalism/ Communication, events, people & community management /👉 I am committed to communicating by focusing on the inclusiveness and on the uniqueness, because the first value of a company is the person.

1 anno

Grazie Cecilia Felici per averlo ricordato alle donne e anche a noi uomini, a tutt*, sono convinto che il cammino dell'empowerment femminile si debba tracciare costruttivamente insieme. #Unione Buona giornata 👍

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