Le scimmie Marmoset contribuiscono alla ricerca sul cervello
Due studi recenti, condotti in Giappone, hanno dimostrato l’utilità dell’utilizzo delle scimmie marmoset per studiare le condizioni del cervello.
La ricerca presso l’Università di Kobe ha esaminato marmoset e topi, per comprendere le prime differenze nelle sinapsi – le connessioni tra i neuroni del cervello che trasmettono segnali e informazioni.
Lo sviluppo immaturo delle sinapsi è collegato a disturbi neuropsichiatrici, come l’ADHD e il disturbo dello spettro autistico. Nel cervello delle scimmie e degli esseri umani, le sinapsi iniziano a diminuire fin dalla prima infanzia, ma il meccanismo alla base del modo in cui cambiano man mano che il cervello matura non è ben compreso.
Studiando entrambe le specie di animali subito dopo la nascita, il team ha identificato un gruppo di proteine che forniscono le prime informazioni sullo sviluppo iniziale delle sinapsi a livello proteico.
Inoltre, quando i dati sono stati confrontati con quelli delle persone con autismo, i ricercatori hanno trovato alcuni degli stessi modelli genetici, aprendo la strada a una migliore comprensione di come l’autismo potrebbe emergere.
Nel frattempo, la ricerca presso la Keio University di Tokyo, ha sviluppato un modello delle fasi iniziali del Parkinson creando scimmie marmoset con una versione mutata di una proteina che sembra guidare la malattia in alcune persone.
Questi animali forniscono un nuovo modo per imitare l’esordio naturale e la progressione del Parkinson negli esseri umani.
Ciò ha anche consentito al team di identificare che un’attività insolitamente elevata in una regione del cervello coinvolta nel controllo del movimento potrebbe essere un predittore precoce della malattia.