Letto per me (ed anche per voi)

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Confesso la mia ignoranza. Non conoscevo Ferdinand von Schirac come uno dei più apprezzati scrittori contemporanei tedeschi ed il cognome, tristemente evocativo di un gerarca nazista (scopertosi poi ascendente il linea retta del predetto) aveva contribuito ad attrarmi assai poco.

Poi qualche tempo fa, per caso in libreria e per caso trovarmi tra le mani il volumetto edito da Neri Pozza, mi hanno offerto una affascinante occasione di lettura e di riflessione sul nostro ruolo di avvocato penalista.

“Castigo”, questo il titolo del libro (pagg. 172, euro 17) è l’ultima pubblicazione di uno scrittore avvocato ( o avvocato  scrittore, farete voi…) una raccolta di brevi racconti tutti imperniati sul funzionamento della Giustizia e sugli effetti che questo produce sui soggetti coinvolti, che siano giudici, avvocati o parti.

Il sistema processuale tedesco, assai simile al nostro, consente una lettura per certi versi identificativa a differenza di racconti ambientati nel sistema processuale anglo-americano ovvero di paesi dalla cultura giuridica assai distante dalla nostra.

La traduzione ci offre una scrittura asciutta ed una narrazione essenziale che, nelle dodici storie contenute, poco concede a divagazioni, citazioni e riferimenti a temi di attualità.

I personaggi paiono eroi tragici messi dinanzi a dilemmi millenari che la condizione umana ben conosce, ma che la giustizia, intesa come apparato burocratico fatto di regole convenzionali, spesso ignora dovendo comunque pervenire ad un responso.

La patina di civiltà di una società sugli abissi dell’animo umano, per dirla con la seconda di copertina.

I destini dell’avvocato Schlesinger, del solitario Meyerbeck, del bidello Puzzadipesce, della donna del Venerdì santo, fanno interrogare su cosa è la realtà e cosa è la verità e su come la nostra sorte ci abbia condotto ad essere quel che siamo.

Von Schirac, con sapiente incedere narrativo, conduce il lettore per mano verso l’esito finale, quello che sarà consacrato nel provvedimento conclusivo dell’iter processuale, per poi spiazzarci d’improvviso con un finale a sorpresa che tutto rimette in gioco, in primis il carattere definitivo di certe pronunzie.

E, soprattutto, la natura rassicurante cui spesso queste ultime portano con se.

Per chi riuscisse a procurarsi il libro in questi giorni difficili, sarà una lettura davvero interessante ed estraniante.

Marina Aiello

Partner Senior chez Cabinet d'avocats et consultance d'affaires

4 anni

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