Lo studio PROACTIVE: come creare un modello di medicina personalizzata che conferisca centralità al paziente.
Da sinistra: Prof.ssa Marchiò, Dott.ssa Venesio, Dott.ssa Lazzari e Dott.ssa Pace.

Lo studio PROACTIVE: come creare un modello di medicina personalizzata che conferisca centralità al paziente.

Presso l'Istituto di Candiolo - IRCCS abbiamo avviato un progetto di ricerca clinica e traslazionale con l'obiettivo di arrivare a un programma moderno di prevenzione dello sviluppo di un tumore e di identificazione precoce di eventuali recidive in pazienti sottoposti a trattamento chirurgico.

Si tratta, cioè, di sviluppare un modello di medicina personalizzata che conferisce centralità al paziente, consentendogli un percorso di prevenzione, diagnosi e cura specifico per le sue esigenze.

La finalità è una gestione tempestiva e "proattiva" del paziente (da qui la denominazione PROACTIVE), volta a identificare il rischio genetico di sviluppare una patologia oncologica, studiarne la relazione con il sistema immunitario e identificare in modo precoce e con metodiche mini invasive le eventuali recidive.

Lo studio coinvolgerà, nell'arco di 3 anni, circa mille pazienti affetti da tumore al polmone, alla mammella, al colon-retto, da tumore ovarico e da melanoma.

Si tratta di un percorso ambizioso che cambia il paradigma di cura, poiché l'azione diagnostica e quella terapeutica mireranno a intervenire prima della manifestazione clinica e radiologica della malattia. Lo scopo è quello di sviluppare un'oncologia che si focalizzi non più esclusivamente sul tumore, ma sulla persona, sulla sua unicità come individuo, senza perdere di vista però la sua famiglia e l'ambiente.

Si inizia dalla predizione del rischio per giungere alla diagnostica precoce della malattia o delle recidive in fase "subclinica", cioè quando i sintomi o i segni non si sono ancora manifestati.

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Si studia l'ereditarietà dei tumori, con l'obiettivo di identificare quei pazienti con suscettibilità ereditaria al cancro e si testa il ruolo della biopsia liquida come strumento di follow-up alternativo agli esami strumentali di imaging (tomografia computerizzata, risonanza magnetica, ecografia). Nel nostro sangue, infatti, sono presenti le cellule tumorali circolanti oltre al DNA tumorale circolante.

Le cellule tumorali circolanti sono cellule che, eliminate dal tumore primario, danno origine alle metastasi.

Identificarle può consentirci di segnalare recidive anche prima rispetto a quanto oggi sia possibile con le attuali modalità di imaging. Inoltre, identificare le cellule tumorali circolanti nel periodo post operatorio potrebbe consentire di personalizzare la eventuale terapia farmacologica, che oggi si propone ai pazienti principalmente sulla base dello stadio della malattia (dimensione del tumore ed estensione ai linfonodi loco regionali).

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Validare una tecnica che consenta di riconoscere le cellule tumorali circolanti potrebbe essere funzionale nel selezionare i pazienti che traggono beneficio dalla terapia post operatoria da coloro che non ne hanno bisogno.

Non da ultimo, lo studio PROACTIVE approfondisce le relazioni tra ereditarietà tumorale, rischio di recidiva e sistema immunitario, per meglio comprendere come quest'ultimo influenzi lo sviluppo del tumore nella fase iniziale e nella sua eventuale progressione.

Dottoressa Chiara Lazzari , Co Investigator Progetto Proactive, Istituto di Candiolo - IRCCS.

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