L’organizzazione sessuale nell'adolescenza
L’organizzazione sessuale nell'adolescenza Psicoanalisi e adolescenza
La psicoanalisi si è inizialmente occupata poco dell’adolescenza, Freud stesso era convinto che la strutturazione della personalità avvenisse nei primi cinque anni di vita, e che l’adolescenza non fosse altro che la ricapitolazione delle esperienze infantili (Freud S. 1905).
Freud usa poco il termine “adolescenza” e nello scritto “Tre saggi sulla teoria sessuale” (1905), presentando la sua teoria sul raggiungimento della maturità genitale e sul distacco dai genitori, si riferisce soprattutto alla pubertà quando parla di cambiamenti riferiti al corpo.
A proposito dell’accenno di Freud ai cambiamenti che si verificano con l’avvento della pubertà, i Laufer (1984) aggiungono che la maturità sessuale fisica e la concomitante capacità fisica di procreare, attivano un processo che continuerà per tutta l’adolescenza.
E’ un processo di sperimentazione, riorganizzazione ed integrazione dello sviluppo psicologico precedente, nel nuovo contesto della maturità sessuale fisica.
Prima di questa, i desideri e le fantasie pre-puberali erano innocui e accettabili, ma dalla pubertà in poi gli stessi desideri e fantasie assumono un nuovo significato incestuoso (M. & E. Laufer, 1984).
La normalità o la patologia vengono ora sperimentati come segni di maturità o patologia sessuale, scatenando conseguenti reazioni. Il corpo che fino alla pubertà era considerato come un portatore passivo di bisogni e desideri, diventa ora una forza attiva nel comportamento e nelle fantasie sessuali e aggressive.
La tesi dei Laufer (1984) credo possa essere sintetizzata in questo modo: sebbene la risoluzione dell’Edipo significhi la fissazione dell’identificazione sessuale principale e la definizione del nucleo dell’immagine corporea, solo durante l’adolescenza il contenuto dei desideri sessuali e le identificazioni edipiche si integrano in un’identità sessuale irreversibile.
Durante l’adolescenza, infatti, i desideri edipici vengono messi alla prova in un contesto particolare, quello che per l’individuo è la nuova condizione di avere genitali maturi fisicamente, raggiungendo così una sorta di compromesso tra ciò che si desidera e ciò che non è consentito.
Quest’ultima sarebbe una soluzione che, nell’ambito delle soluzioni della norma, servirebbe proprio a definire l’identità sessuale dell’individuo (M. & E. Laufer, 1984).
In adolescenza, è significativo il ruolo centrale del corpo e del suo trasformarsi e di come tale processo, a livello psichico, assume importanza rispetto alla possibilità della sua stessa rappresentazione.
Occorre inoltre riflettere sulle implicazioni dinamiche ed affettive che questa nuova rappresentazione del corpo comporta, sia per l’adolescente che per i suoi oggetti (Marchese ed altri, 2001).
È nel corpo, che si inscrive la crisi dell’adolescente e delle sue rappresentazioni, e il conflitto che egli vive è circoscritto essenzialmente tra il desiderio di essere uguale ed essere diverso.
La percezione e la rappresentazione del Sé corporeo è un elemento fondamentale dell’esame di realtà e il rapporto con la realtà è influenzato dal rapporto che abbiamo con il nostro corpo, poiché è con il rapporto col proprio corpo che si filtra l’esperienza vissuta (Marchese ed altri, 2001), infatti, la funzione principale evolutiva dell’adolescenza è l’instaurarsi dell’organizzazione sessuale definitiva; un’organizzazione che per quanto riguarda la rappresentazione del corpo, deve includere in questo periodo i genitali, ora sessualmente maturi.
I vari compiti evolutivi dell’adolescenza (cambiamenti nelle relazioni con gli oggetti edipici e con i coetanei, ma anche con il proprio corpo), andrebbero inquadrati nella globalità di questa funzione evolutiva e non intesi come parti distinte da essa.
Il modo con cui l’adolescente li affronta, ci permette di sapere se egli procede regolarmente verso l’età adulta oppure se è necessario un intervento terapeutico: “una volta instauratasi l’organizzazione sessuale definitiva, non è più possibile alcun tipo di compromesso interiore, quale poteva esistere in fasi precedenti dell’adolescenza. Quanto si riscontra successivamente nei giovani adulti, quanto meno nei loro disturbi patologici, è il risultato del processo evolutivo che ha avuto luogo nell’adolescenza” (M. & E. Laufer, 1984 pag.23).
Se sul piano psicologico è assodato che l’organizzazione sessuale definitiva si instaura verso la fine dell’adolescenza, una diagnosi esatta e un trattamento durante l’adolescenza possono rivestire grande importanza ai fini del suo futuro.
Alcuni autori, tra i quali Jeammet (1992) sostengono che in un’età come quella dell’adolescenza sia controindicato iniziare un trattamento analitico.
Le considerazioni esposte dai Laufer invece, cercano di dimostrare il contrario, segnalando il trattamento in questa fase come “indicato ed urgente” (M.&E. Laufer, 1984 pag.38), specialmente se durante l’adolescenza il processo evolutivo ha subito gravi impedimenti a causa di conflitti interiorizzati.
Inoltre è indicato come “urgente” perché si può ancora assecondare un progresso dello sviluppo ed aiutare l’adolescente ad integrare la sua funzione genitale, nella sua organizzazione sessuale definitiva.
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