Meaculpisti
Continua il chiasso sulla infelice evocazione della “razza” fornendo occasione di rispolverare le colpe del colonialismo che evidentemente dovremmo scontare noi tutti.
Può andar bene, … purché “tutti” sia “tutti”. E per sapere a chi vada esteso il “tutti” varrà la pena di non contentarsi di attenersi alle recriminazioni che vengono dai meaculpisti nostrani, e di estendere invece il giro d’orizzonte da cui attingere notizie su cosa recriminare.
Nella ricchissima letteratura africana sulla decolonizzazione (ammaestrante anche in materia di stermini tra etnie di appartenenti alla “stessa razza”) c’è anche un lavoro rivelatore quanto a uno degli aspetti più rimproverati alla “razza bianca”: l’apartheid.
In Africa il primo fenomeno di apartheid organizzata (rigorosa separazione delle etnie, separazione delle zone abitabili, divieti di frequentazione di luoghi e spazi, metodi di lavoro) fu attuato in Liberia, stato che nacque per l’ispirazione americana di riparare ai torti dello schiavismo riconducendo in Africa quanti degli ex schiavi vollero ritornarci.
Costoro – venuti a contatto con le popolazioni locali – non si sognarono di organizzare una nuova società che fosse diversa da quella che aveva inferto loro umiliazioni e sofferenze, ma invece riprodussero a proprio favore (e a scapito dei poveri disgraziati di cui invasero le terre) tutte le condizioni che avevano subito fino al giorno prima.
Mi sento costretto a precisare che con ciò non intendo assolutamente giustificare le apartheid dei “bianchi” (una la imponemmo anche noi in Etiopia). Intendo soltanto dire che il “chi è senza peccato scagli la prima pietra” vale per “tutti”; e soprattutto - visto che masochisticamente le pietre ce le stiamo tirando addosso – intendo suggerire che invece di autoflagellarci tra noi (bianchi non importa se per razza o colore o temporanea anemia) come unici reprobi, sarebbe il caso di informarsi senza prevenzioni ideologiche e strumentalizzazioni di comodo. Forse si scoprirebbe che tra i vari aspetti sotto i quali siamo “tutti” – proprio tutti - uguali senza distinzione di sesso, razza, religione c’è anche quello della disponibilità di “tutti” ad abusare di chiunque appena se ne abbia la possibilità.
Avvocato presso Studio Legale -
7 anniPerfettamente d'accordo!