Memorie di Adriano
Quando gli dèi non c'erano più e Cristo non ancora, tra Cicerone e Marco Aurelio, c'è stato un momento unico in cui è esistito l'uomo, solo.
Memorie di Adriano è, per me, il più bel libro che abbia letto.
La traduzione è un lavoro difficilissimo. Rendere in un altra lingua le sfumature, il sottotesto, i doppi sensi, è un'impresa, secondo me, che ha del magico. In qualche raro caso la traduzione è allo stesso livello del capolavoro tradotto. La traduzione dal francese all'italiano di Lidia Storoni Mazzolani è esattamente questo: un capolavoro.
Fu l'autrice stessa a proporre la traduzione a Lidia Storoni Mazzolani: "voleva che il suo scritto sembrasse tradotto dal latino, e perciò preferiva una studiosa del mondo classico anziché di letteratura francese".
Scelta geniale.
Accade anche nei film che il doppiaggio, a volte, sia allo stesso livello dell'originale o, più raramente, addirittura meglio. Ricordo una versione di Apolicapse Now dove Marlon Brando era doppiato da Sergio Fantoni. La voce di Fantoni era perfetta per il personaggio di Kurtz mentre quella di Brando nell'originale, secondo me, strideva.