Grazie all'organizzatrice Marisa Russo, sempre alla ricerca di artisti in sintonia con i principi dell'associazione.
L'associazione Dictinne Bobok deve la sua fondazione al pensiero di Ginevra Buzzetta Russo il cui sogno era di realizzare un centro per l'arte...”l'arte che fa gioire l'anima”e spero vivamente di avere raggiunto, con i miei compagni artisti questo magnifico obiettivo.
Desideravo adeguare il tema della musica jazz al supporto pittorico perchè risultasse evidente la relazione tra la tematica e la materia dell'arte. Il jazz nasce dalla sofferenza e dal grido di un popolo che esprime attraverso la musica la sua profonda ribellione: questa è la sua viscerale forza espressiva. Avevo dunque bisogno non di un supporto nobile come la tela ma di un supporto povero, rugoso, che mi desse una trama incerta, che potesse,insomma, registrare il tratto spigoloso di miei segni fatti coi pastelli simili agli aghi del sismografo, a volte spigolosi, a volte arrotondati ma sempre incisivi!
Allora era necessario il riferimento ai maestri dell'informale. Sappiamo come la poetica informale risente del bagaglio culturale delle esperienze Dada, surrealiste ed espressioniste, esprimendosi come rifiuto della cultura e ascolto dell'inconscio. La forma con la quale ci si esprime perde importanza ma ne assume la materia con la quale l'opera finisce per identificarsi.
Per questo mi era necessario l'utilizzo del cartone.
Il jazz è vita. E’ arte. E’ ebbrezza di suoni e rumori. E' gioia animale di movimenti elastici. E’ melanconia di passioni. (André Coeuroy et André Schaeffner)
Possiamo dire che il jazz è un virus, un virus di libertà, che si è diffuso sulla terra, “infettando” tutto ciò che ha trovato sulla sua strada: il cinema, la poesia, la pittura, la vita stessa. (Steve Lacy)
La musica jazz è intrisa del sangue e del sudore dell’Africa. (Leunam Aeport)
John Coltrane
«Ma che diavolo sta suonando?», disse Miles Davis ascoltando una delle improvvisazioni che John Coltrane suonava sul palco dell’Half Note. Siamo nel pieno degli anni ’60 «Sembrava di stare in chiesa», ricorderà anni dopo Archie Shepp – musicista e suo storico collaboratore di quelle serate newyorkesi. A un certo punto, «la gente ha rivolto le mani verso il soffitto. Si sono alzati tutti in piedi, erano rapiti».
E' l'epoca di A Love Supreme, l'album che ha cambiato la storia del jazz: alcuni, addirittura, dicono che dopo la sua uscita il genere non si sia piu' ripreso. Scrivere di questo disco e' difficilissimo, perche' nei 32 minuti di questa suite (A Love Supreme e' un concept ante litteram). C'e' la musica, allo stesso tempo conclusione del periodo modale e prologo di quello sperimentale, c'e' il testo, rappresentato dalla poesia-salmo che da' titolo al disco e che il sassofonista ha inserito nel libretto, e c'e' la rivelazione religiosa.
Tra il 65 e il 67, infatti, mentre suonava con il quintetto di Miles Davis, Coltrane sprofonda nella dipendenza da eroina che riuscira' superare solo dopo un lungo periodo di solitudine nella sua casa di Philadelphia.
Il capolavoro di Coltrane ha influenzato artisti di tutti i tipi, tanto che persino Jean-Michel Basquiat ha voluto dedicargli una sua opera.
I love Supreme interpreta l'amore come forma di celebrazione e di ringraziamento, l'amore come punto di approdo come ancora di salvataggio.
Coltrane ci racconta che l'Amore Supremo è figlio della sofferenza più intima, che si nutre di molti ieri ma che guarda oltre, alle potenzialità infinite del futuro. L'Amore Supremo è anche l'estasi pura che ti fa gridare di gioia, o forse, più semplicemente, è la pace, la serenità, la redenzione, la consapevolezza del proprio essere. (Francesco Buffoli)
Marcus Miller
Bassista, compositore e' considerato uno dei maestri del funk e per il suo stile esecutivo e' soprannominato “ the superman of soul”.
Durante un concerto Marcus lascia il pubblico senza fiato, passa al sax per una dedica al padre che 3 mesi or sono e' venuto a mancare, introducendo un aspetto intimo, ai piu' sconosciuto.
A far da protagonista assoluta la tecnica slapping di cui il nostro e' un virtuoso (tecnica in cui si alternano “strappi” e percussioni con il pollice alle corde dello strumento. Marcus Miller racconta in un attimo il suo amore per il padre, al quale dedica un brano in cui soffia il suo sentimento dentro al clarinetto basso, altro suo strumento preferito.
Miles Davis
E' stato un compositore e trombettista jazz, considerato un innovatore e un genio musicale. Inizia giovanissimo la sua esperienza col jazz puro. Anche lui attraversa presto il tunnel dell'eroina e ne esce nel 1954 mettendo su un sestetto leggendario.
Del 1959 e' lo splendido “Kind of blue” considerato da molti critici l'album più importante della storia del jazz.