Over 50? Non sei il benvenuto: quando l'età diventa una discriminazione invisibile

Over 50? Non sei il benvenuto: quando l'età diventa una discriminazione invisibile

"Hai mai sentito dire che non vali più solo per la tua età?"

Io sì. Di recente, mi sono sentito dire, in maniera diretta e inequivocabile, che per policy aziendale la mia età è un limite invalicabile. Sono over 50. Questo significa portare con sé decenni di competenze, resilienza e una visione strategica affinata sul campo. Eppure, tutto questo è stato ignorato in nome di una regola interna che considera l’età un ostacolo anziché una risorsa.

Mi sono posto una domanda: è legale discriminare per l’età?

In Italia e in molti paesi, la risposta è no. La discriminazione basata sull’età viola normative nazionali ed europee. Ecco cosa dice la legge:

  • Costituzione Italiana (art. 3 e 37): Tutti i cittadini sono uguali davanti alla legge, senza distinzione di condizioni personali e sociali, e hanno diritto a pari dignità sul lavoro.
  • Decreto Legislativo n. 216/2003: Attua la Direttiva Europea 2000/78/CE, vietando ogni discriminazione diretta o indiretta in ambito lavorativo basata sull’età.
  • Direttiva Europea 2000/78/CE: Stabilisce il principio di parità di trattamento nel lavoro e nelle condizioni di occupazione.

Eppure, discriminazioni come quella che ho vissuto continuano a verificarsi. In questo caso, non si tratta nemmeno di criteri mascherati dietro parole come “dinamismo” o “flessibilità”. È una policy aziendale esplicita: non assumiamo over 50. Una regola netta e invalicabile, che esclude persone valide esclusivamente sulla base di un numero anagrafico, ignorando completamente esperienza, competenze e valore.

Non è solo una questione legale. È un problema culturale.

Pensiamo a cosa significa escludere l’esperienza dal mondo del lavoro: privare le aziende di una visione strategica, di competenze consolidate e della capacità di affrontare sfide complesse con una prospettiva unica. Gli over 50 non sono solo custodi del passato, ma acceleratori del futuro. Hanno affrontato crisi, guidato team multigenerazionali e navigato trasformazioni tecnologiche. La loro esperienza non si limita a competenze tecniche, ma include leadership, capacità di problem-solving e resilienza: tutte qualità che fanno la differenza in tempi di cambiamento.

Eppure, l’età rimane un criterio invisibile ma potente di esclusione. Mentre si parla giustamente di altre discriminazioni, come quella di genere, raramente ci si interroga su questa barriera che colpisce chi ha ancora molto da offrire.

Cosa possono fare le aziende per rompere questo schema?

Immaginate un’organizzazione che valorizza l’esperienza degli over 50 come una risorsa strategica per formare e guidare le nuove generazioni. Pensate a team in cui le competenze consolidate si fondono con l’innovazione dei più giovani. Non è un’utopia, è una scelta. Una scelta che inizia con il riconoscere che la diversità, in tutte le sue forme, non è un vincolo, ma una forza.

Vi invito a riflettere: avete mai vissuto situazioni simili? Come possiamo superare questa discriminazione invisibile? Condividiamo esperienze e idee per costruire un mondo del lavoro dove ciò che conta davvero non sia l’età, ma il valore che ciascuno può offrire.

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