Pensieri lenti e veloci
Giorno 39 - Anno 2021
Qualche giorno fa abbiamo preso in considerazione l’esistenza di tre cervelli, quello più antico, collegato all’amigdala, al quale deleghiamo la nostra istintualità, quello intermedio legato alle emozioni e quello moderno, la neocorteccia, sede della ragione.
Abbiamo anche detto che gran parte delle scelte sono affrontate in prevalenza nei primi due cervelli, giocando tra istinto e emozioni, salvo poi ricercare motivazioni e spiegazioni alle nostre azioni, facendo intervenire il cervello di ultima generazione.
Introdurrei a questo punto altri elementi di integrazione, legati ad una seconda suddivisione che riguarda i processi attivati nella fase decisionale.
Possiamo parlare di processi automatici e processi controllati.
Sintetizzando una lettura di incredibile valore quanto corposa - “Pensieri lenti e veloci” di Kahneman - la nostra struttura decisionale si basa essenzialmente su due tipi di processi cognitivi:
- i processi lenti e controllati che richiedono continuamente l’intervento del cervello che attiva la parte razionale o quella emozionale in modo gestito, cosa che li rende particolarmente dispendiosi in termini di energie.
- i processi veloci e automatici che si basano su abitudini attraverso le quali determinate azioni vengono compiute senza impegnare in modo significativo il nostro cervello, che non ci richiederà quindi un eccessivo dispendio di energie.
Pensiamo a tutte quelle azioni che passano sotto il nostro controllo, e paragoniamole a quelle che non lo richiedono.
Quando abbiamo imparato a guidare, ogni singolo movimento del nostro corpo, richiedeva un controllo continuo della nostra parte razionale, oggi, dopo anni di guida non ricordiamo alcun movimento tra quelli messi in atto per fare migliaia di km all’anno.
Questo ragionamento vale per tutto, anche per le attività lavorative e ne dovremo tenere conto nella costruzione delle nostre azioni quotidiane al fine di centellinare le nostre risorse, le nostre energie e diventare più efficienti oltreché più convincenti.
Le abitudini e i processi automatici, la nostra capacità di impilarli, oltre ad una certa capacità nel costruirli e ottimizzarli, produrrebbe quell’efficienza che ognuno dovrebbe ricercare.
Ciò è possibile solo partendo da una conoscenza scientifica di come il nostro cervello decide cosa sia giusto o sbagliato, e di come opera. Per risparmiargli fatica dobbiamo imparare a rendergli le cose strutturate nel migliore dei modi.