Pensieri sparsi dalla Quarantena

Pensieri sparsi dalla Quarantena

Tra dieta e nuovi paradigmi, riflessioni sul mondo che verrà

Cosa fare in questi giorni di forzata inattività? Leggere, ok. Continuare a formarsi, ok. Riordinare per colore/collana/autore i libri, ok. Bricolage/uncinetto/faidate, ok. E anche: mettersi a #dieta!

Erano settimane che rimandavo. Nell'era a. C. (ante CoVid 19) la lista delle cose importanti da fare, tra cui il mettersi a dieta, soffriva un po' del fatto che suddette cose importanti raramente diventavano tanto urgenti da convincermi ad agirle. C'era sempre una scusa: tre giorni in trasferta in Piemonte (cosa fai, ti metti a dieta in Piemonte?), il compleanno del nipote in Emilia (vedi sopra), la cena tra amici con l'ultima cassöla dell'anno (del resto è l'ultima...), la degustazione verticale di vini della Valtellina con l'amico semi-enologo (eh, l'intraprendenza va sostenuta). Morale: per dirlo con una metafora che uso spesso in aula, tra me e il mio obiettivo continuavano a spuntare come funghi ostacoli su ostacoli. Oggi: #zeroscuse #thetimeisnow #itsnowornever e vai di # più o meno originali.

E allora sono partita, sì. Oggi è il giorno 3 di 12 a regime no carbs (che vuol dire anche no sugar e no alcol). Sto bene, sono motivata, non ci sono tentazioni a mettere a dura prova la mia tenuta e vado avanti. Oltre a ciò, sto praticando regolarmente yoga a casa (in vista del certificato di yoga teacher direi indispensabile), dedico spazio e tempo alla meditazione e più in generale, lascio che le cose accadono, anzi, accetto che accadano, così come accadono.

Il tema è un po' questo: il primo passo per la risoluzione di un problema, è accettarlo. Il problema del non-lavoro c'è: per me, per altri liberi professionisti, per le aziende, per i loro dipendenti. La realtà con la quale ci troviamo a confrontarci ci ha spiazzato prima, impaurito dopo e infine anche fatto arrabbiare. Sono reazioni normali, umane, necessarie. Possiamo cambiare la realtà? Sì, accettando coraggiosamente di vivere per un po' in modo diverso dal solito. E modificando anche la visione che abbiamo avuto fino a ieri di ciò che poteva definirsi normale e cosa no. È normale che ogni giorno milioni di persone si spostino verso un unico centro per lavorare quando potrebbero svolgere la loro attività anche da casa? È normale far produrre ciò che ci serve qui a migliaia di chilometri di distanza? È normale il divario salariale tra top manager e collaboratori? È normale che si taglino gli investimenti sulla salute pubblica per poi pagare con interessi altissimi le conseguenze di quei tagli? È normale pensare di ripararsi dal male alzando muri e chiudendo i confini, quando sappiamo che le epidemie non hanno bisogno di aerei e dogane aperte per propagarsi (c'erano forse gli aerei e Schengen ai tempi della peste che sconvolse l'Europa nel Seicento?)

Domande che troveranno risposte, ne sono sicura. E questo tempo come sospeso ci aiuterà a trovarle. Dove? Dentro di noi, se avremo l'umiltà di metterci in ascolto. Siamo all'alba di una nuova, vera e grande rivoluzione di cui possiamo essere protagonisti indiscussi. Ognuno nel proprio piccolo, con coerenza, con fiducia, con coraggio e con amore, può fare la differenza. Lo vediamo adesso: cosa ci viene chiesto? Di stare in casa. Non di andare in guerra, in trincea, in miniera. Di stare in casa. Un atto apparentemente insignificante che può cambiare il corso delle cose. Prendiamolo a paradigma per il nostro nuovo mondo: piccole cose, tutti, con costanza e visione condivisa. E ce la faremo.

Bruno (boomer) Bozza

Senior Trainer - Coach (Emotional Intelligence)

5 anni

In estrema sintesi: “ stiamo finalmente un po’ più con noi stessi nel qui e ora”

Brava Lisa Bonfatti hai tutto il mio apprezzamento e condivisione 🙏🏻

Per visualizzare o aggiungere un commento, accedi

Altri articoli di Lisa Bonfatti

  • Se solo saremo abbastanza coraggiosi da essere luce.

    Se solo saremo abbastanza coraggiosi da essere luce.

    Ieri è successa una cosa straordinaria. Una ragazza di 22 anni è stata invitata sul palco durante la cerimonia di…

  • In piedi, signori, davanti a una donna

    In piedi, signori, davanti a una donna

    IN PIEDI, SIGNORI, DAVANTI AD UNA DONNA: Per tutte le violenze consumate su di lei per tutte le umiliazioni che ha…

    3 commenti
  • NON LASCIARE

    NON LASCIARE

    Non lasciare che finisca il giorno senza essere cresciuto un po’, senza essere stato felice, senza aver incrementato i…

    2 commenti
  • Di quando lavoravo a Roma... da Milano

    Di quando lavoravo a Roma... da Milano

    Nella mia vita (professionale) precedente mi sono occupata per 8 anni di marketing e comunicazione per una realtà a…

  • Hard work beats talent, when talent doesn’t work hard.

    Hard work beats talent, when talent doesn’t work hard.

    You’re born with talent. You earn a skill.

  • La surreale sostenibilità delle soft skills

    La surreale sostenibilità delle soft skills

    "Questo lo metto qui… rendita a tre anni garantita. Questo qui… mmh.

  • Io diverso, io uguale

    Io diverso, io uguale

    Diversità e inclusione: alzi la mano chi non ha usato, o sentito usare, almeno una volta (al giorno?) queste due parole…

  • Quando ho cominciato ad amarmi davvero

    Quando ho cominciato ad amarmi davvero

    Poesia (non) di Charlie Chaplin, ma da lui rielaborata, che invita a riflessioni personali profonde. Siamo pronti?…

  • Il fiume e l'oceano

    Il fiume e l'oceano

    Dicono che prima di entrare in mare il fiume tremi di paura. A guardare indietro tutto il cammino che ha percorso, i…

  • Di torte, di prezzi e di clienti (s)contenti

    Di torte, di prezzi e di clienti (s)contenti

    Una persona che conosco ha appena iniziato un entusiasmante percorso come pasticciera presso il panificio dove prima…

Altre pagine consultate