Piccolo é bello.

Piccolo é bello.


"Al giorno d'oggi soffriamo di un'idolatria quasi universale per il gigantismo. Perciò è necessario insistere sulle virtù della piccola dimensione, almeno dovunque essa sia applicabile"         

Piccolo é bello.

Non solo un testo di Ernst Friedrich Schumacher, né un oggetto relegabile come testimonianza del passato ecologista della notra epoca, il testo é del 1973: il punto di vista di Schumacher é attuale.

La confusione tra ricchezza e capitale é alla base del pensiero produttivo occidentale, nonché la difficoltà di definire il termine benessere per un organismo, le società post industriali di oggi, costrette a crescere per sempre. Non esiste in natura un tale organismo, mi pare.


Quale relazione tra il piccolo mondo di Schumacher e l'analisi dei dati?

Per poter ipotizzare la sopravvivenza di un'entità (azienda o non) evitando l'adozione di modelli di business fondati sulla crescita continua ma la sostenibilità, bisogna immaginare un ambiente economico di piccole aziende autonome e a fortissima vocazione collaborativa, la cui qualità principale é la capacità di adattamento di fronte a una realtà che fa della sua capacità di cambiare l'unica costante. L'analisi dei dati risponde a entrambe le necessità.

L'autonomia. Avviare un'attività di analisi dei dati nella propria organizzazione implica la ricerca dei dati, la loro identificazione, la relativa categorizzazione e l'ulteriore definizione della loro posizione, oltre che averne anche descritto la forma (documentazione cartacea o digitale per esempio) e le dinamiche (procedure in cui le informazioni fluiscono). Questa attività interessantissima procura un primo risultato quasi immediato: l'acquisizione di una consapevolezza maggiore della propria posizione nel mondo (non solo economico) e delle proprie interdipendenze (relazioni a volte tossiche) sviluppate solo per ottenere prestazioni economiche a prezzi (irragionevolmente) bassi, per esempio. Non solo. Ma mette in luce anche informazioni preziose perse nei meandri di software potentissimi alimentati massivamente da dati e flebilmente oggetto di riflessioni piu vaste, di visione generale. Quindi diventiamo piu autonomi perché l'analisi dei dati spinge all'analisi e alla riflessione da punti vista forse dimenticati o trascurati.

L'adattabilità. L'innata capacità imprenditoriale unitamente all'acquisita conoscenza proveniente dai dati ci permette di assumere decisioni diversamente fondate, in tempi piu brevi e con una ben piu elevata speranza di successo. In breve diventiamo piu snelli nei processi decisionali e sviluppiamo una capacità di adattamento superiore. Ecco perché avviare un'attività di analisi dei dati permette di ottenere anche una piu elevata adattabilità oltre che un livello di autonomia maggiore. 


Si ma perché prediligere il piccolo?

In effetti come consumare in locale ci permette di riappropriarci del rapporto di biunivoca responsabilità tra consumatore e produttore (difficile dialogare con azionisti spesso anonimi e peggio inconsapevoli), cosi percorrere a ritroso i dati che utilizziamo spesso incosapevolmente e scoprire da dove provengono e cosa significano ci permette di decidere di radicare i nostri dati in territori digitali piu sicuri in quanto a provenienza e trattabilità; in altri termini se tratto da me i miei dati difficilmente otterro risultati milgiori di chi demanda questa attività ad altri o peggio crede che non sia oggetto di interesse. Non é da escludere che altri lo stiano facendo al nostro posto: ossia che altri stiano trattando i dati che ci riguradano ma con fini non per forza dannosi ma sicuramente non concepiti al conseguimento della nostra missione. Trattano noi ma non per noi. Volendo ridurre il tutto ad uno slogan.

Inoltre questa democratizzazione dell'analisi dei dati dovrebbe condurre ad un progressivo sgretolamento della concetrazione degli stessi in pochissime mani. Troppi dati troppo centralizzati. Naturalmente la riflessione resta aperta e non intediamo essere esaustivi. Non potremmo neanche volendo.  

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