Quale futuro vuoi?

Quale futuro vuoi?

Perché senza il digitale saremmo stati tutti un po' più soli


“Niente è più difficile da vedere con i propri occhi di quello che si ha sotto il naso” (W. Goethe)

Abbiamo sbagliato le domande sulla tecnologia.

Come risultato di questo errore (che ci portiamo dietro da molto tempo) non siamo riusciti a cogliere le risposte che ci servivano. 

Abbiamo distorto le prospettive sul digitale. Tutto ciò ci ha fatto guardare il mondo solo e sempre nella contrapposizione tra bene e male, tra apocalittici e integrati, tra pro e contro. Questo ha impedito di metterci alla ricerca di soluzioni sane e sostenibili. 


E’ dal riconoscimento di questi errori di fondo della nostra cultura e miopi letture della società che si desidera costruire che muove il racconto delle storie di Valerio, Anna, Alfio, Domenico e Carla protagonisti di “Sostenibilità digitale. Perchè la sostenibilità non può prescindere dalla trasformazione digitale” di Stefano Epifani. 


Si parla di futuro. 

Ma soprattutto si affronta con chiarezza e lucidità la necessità di un cambio di rotta nel parlare di innovazione digitale, trasformazione digitale e tecnologia; termini, il più delle volte, utilizzati come sinonimi quando non lo sono, perché ciascuno di essi rappresenta un settore ben definito,. 

Ciò ha impedito di leggere con attenzione le tecnologie e definire una direzione nel loro sviluppo. 

La trasformazione digitale riguarda il senso con cui si fanno le cose e rappresenta lo strumento per riuscire a orientare gli impatti per la costruzione di una società e di un futuro sostenibile. 

Le tre C del libro (mio gioco personale): cooperativismo; cambiamento e consapevolezza.

Il cooperativismo di piattaforma che si contrappone al capitalismo delle piattaforme mettendo al centro l'utente, tanto del processo di creazione di valore, quanto del suo modello di valorizzazione. Secondo Epifani poiché siamo immersi nell'era delle piattaforme, per far si che queste siano davvero sostenibili l'utente e i suoi dati devono essere al centro. Il cooperativismo di piattaforma si basa su principi che mettono al centro valori come equità e il riconoscimento del valore del lavoro.

Ogni strategia deve ruotare attorno all'utente.

E dimostra che un'alternativa è possibile. Anche quando può sembrare utopistica o estrema. La tecnologia può disintermediare ciò che la stessa tecnologia ha contribuito a creare.

La seconda C riguarda il cambiamento. I diversi racconti presenti nel libro partono da un presupposto fondamentale: lo sviluppo tecnologico non si può fermare. Non serve a nulla tappezzare il nostro mondo iperconnesso di "Red Flag" (Legge della bandiere rosse che imponevano a chiunque volesse entrare a Londra in automobile di essere preceduto da un avvisante a bordo) ma si devono trovare soluzioni per affrontare il mondo dell'innovazione cogliendo le opportunità. Il digitale in queste sfide non è solo prezioso alleato ma vero motore del cambiamento. Dobbiamo fare della tecnologia una leva di reale miglioramento e non semplice condizione di esistenza. Non ha alcun senso arginare la tecnologia ma dobbiamo influenzarne lo sviluppo perché produca risultati positivi. Se la digitalizzazione cambia il modo di fare le cose, la trasformazione digitale ridefinisce cosa abbia senso fare. Se la digitalizzazione è una scelta, la trasformazione digitale è una condizione.

Non c'è innovazione che non si basi sulla tecnologia.

L'ultima C, ma la più importante di tutte, è la consapevolezza. Riguarda la trasformazione culturale che deve accompagnare l'utilizzo sostenibile della tecnologia. Dobbiamo essere pienamente consapevoli della società in chi desideriamo vivere. Dobbiamo trovarci nelle condizioni di conoscere per poter poi scegliere. Se è vero che non possiamo più ragionare nella contrapposizione tra analogico e digitale, tra reale e virtuale, tra privacy e sicurezza, dobbiamo, al contrario, scegliere quale tecnologia può migliorare la nostra vita, rendendola più sostenibile.

Cambia come si fa qualcosa, ma non il senso di ciò che si fa.

Una consapevolezza che può fare della tecnologia una vera e propria alleata, indispensabile per la costruzione di un mondo sostenibile. Una consapevolezza che, da individuale, diventi condivisa e sociale e da sociale si trasformi in azione politica. Comprendere le dinamiche, disinnescare i rischi, cogliere le opportunità.

Leggere il senso delle tecnologie, e utilizzarle per costruire una realtà sostenibile.

Il futuro dipenderà dal modo in cui sapremo interpretare la trasformazione digitale come alleata per la sostenibilità sociale, economica e ambientale. 






Stefano Epifani

Keynote speaker. Presidente della Fondazione per la Sostenibilità Digitale, Docente di Sostenibilità Digitale @UniPV. Autore del libro "Sostenibilità Digitale".

4 anni

Grazie Giovanni per la bella recensione, che coglie il senso pieno di molto di quanto volevo comunicare con questo libro!

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