Revalue Talks #2 - Prospettive finanziarie e tendenze di investimento nel settore energetico con Guido Prearo

Revalue Talks #2 - Prospettive finanziarie e tendenze di investimento nel settore energetico con Guido Prearo

Benvenuti a questa intervista dedicata al settore dell'energia e della sostenibilità. Oggi siamo lieti di avere con noi Guido Prearo , Managing Director presso Tages Capital SGR e esperto in materia di Sustainability and Energy Transition. Guido ha una vasta esperienza nel settore finanziario e un profondo interesse per le dinamiche del mercato energetico.

In questa conversazione esploreremo le prospettive e le tendenze per il 2024 nel mercato italiano delle fusioni e acquisizioni nel settore energetico, il ruolo delle banche e dei fondi di investimento, nonché le sfide e le opportunità legate alle tecnologie rinnovabili.

 

Buongiorno Guido, e grazie per la sua presenza e il suo contributo all’interno della nostra newsletter. La sua esperienza e competenza nel settore dell'energia e della sostenibilità saranno di grande valore mentre esploriamo le tendenze e le prospettive per il 2024. 

Iniziamo. Considerando il panorama attuale, qual è la sua visione sull'Outlook 2024 per le fusioni e acquisizioni nel settore energetico italiano? Quali tendenze o opportunità prevede che emergeranno nel corso dell'anno? Ed infine i tassi di interesse: verranno in aiuto al settore energetico nel 2024?

Iniziamo col dire che gli investimenti in infrastrutture sono per loro natura investimenti a medio lungo termine, la cui performance va quindi valutata nel lungo periodo. Guardare all’anno che verrà è utile, ma va considerato il contesto macroeconomico in cui ci muoviamo. Almeno tre i punti da evidenziare per il 2024.

In primis: gli investimenti in infrastrutture rimangono, ancora oggi, uno strumento principe di difesa contro l’inflazione da parte dei grandi risparmiatori, che continuano a guardare a questa forma di investimento in un’ottica di portafoglio. Rispetto agli investimenti liquidi, le infrastrutture danno stabilità nel medio e lungo termine e sono tipicamente caratterizzati da una ridotta volatilità del NAV.

In seconda battuta, va evidenziato che il rialzo dei tassi di interesse e dei rendimenti dei titoli di stato e di molti corporate bond, causa da almeno un triennio, un grande ritiro dei sottoscrittori delle polizze assicurative, con l’effetto di far abbassare gli indici di liquidità (il rapporto tra investimenti liquidi ed illiquidi). Ciò non facilità la raccolta di capitali da parte dei fondi infrastrutturali, che tipicamente attingono da grandi assicuratori, casse pensioni, etc.

L’atteso annuncio da parte della BCE di un abbassamento dei tassi il mese prossimo (Giugno) è sicuramente un segnale positivo, ma ancora non esattamente un game changer.

Va poi considerato il quadro regolatorio. I più recenti tentativi del Governo, arginati dalle più alte cariche dello Stato ma comunque non del tutto inattesi, in materia di limitazione delle rinnovabili (penso al fotovoltaico su terreno agricolo, ed esempio) lanciano un segnale che va letto nella giusta maniera. E’ importante ragionare circa uno sviluppo inorganico e speculativo di una specifica singola tecnologia, armonizzando invece la distribuzione geografica della stessa e favorendo la penetrazione di altre fonti rinnovabili per favorire una piena transizione energetica. Tutto ciò, se ben coordinato a livello locale, non potrà che andare a favore di una maggiore sicurezza energetica nazionale ed aprire alla possibilità di attivare nuove tecnologie che magari possano offrire quel dividendo industriale a livello nazionale che il fotovoltaico invece nega.

Ciò detto, se dovessi azzardare una previsione, il 2024, sarà dunque ancora un anno di transizione, simile al 2023, con elementi sia positivi che meno.

Tra gli elementi di positività, vi sarà certamente un’ulteriore espansione di transazione M&A sul mercato secondario, stimolata da quei gestori che hanno già completato la provvista e che proseguiranno nel lavoro di acquisizione, ma con un approccio molto più selettivo degli investimenti. In aggiunta, non escluderei di assistere ad una fuoriuscita dal mercato di quegli operatori che non hanno ancora raggiunto una massa critica sufficiente per accedere a sinergie di scala e di sistema adeguate.

Non è da escludere nemmeno che i ritardi accumulati su molti dei progetti in sviluppo da prato verde (greenfield), soprattutto di grandi dimensioni, possa portare ad un “raffreddamento” di taluni investitori, facendoli optare per una uscita, magari temporanea, dal mercato.

D’altro canto, è verosimile aspettarsi di assistere ad una presa di coscienza del mercato dei capitali circa la necessità di muoversi su investimenti in nuove tecnologie per la transizione energetica, con rischio rendimento più alto. A farla da padrone potrebbero essere quegli operatori con specifici mandati di ESG.

 

Riguardo alle operazioni di finanziamento ed investimento, che ruolo prevede che giocheranno le banche nel sostenere le operazioni nel settore? E quale sarà il ruolo dei fondi di debito nel supportare gli investimenti nel settore energetico? Infine, quali sono le strategie che i fondi di private equity adotteranno nel contesto delineato?

Non c’è dubbio che il sistema del credito continuerà a supportare gli investimenti in infrastrutture e transizione energetica, per i quali continua ad esservi estremo appetito, sia a livello nazionale che Europeo.

Ciò sarà frutto anche della complessiva bassa volatilità del settore delle rinnovabili, per il quale i ritorni target che questo offre possono essere ancora estremamente interessanti per gli investitori nel medio termine e per il sistema del credito, in un contesto di accresciuta volatilità dei mercati liquidi e nell’attuale contesto di tassi di interesse (più elevati degli anni del boom delle rinnovabili).

Molti operatori bancari percepiscono un complessivo abbassamento del livello di rischio percepito, unitamente ad una percezione di affidabilità completa della tecnologia, e sono quindi già da tempo disposti a fattorizzare nel costo del debito altre tipologie di rischio, quale ad esempio l’esposizione merchant al prezzo dell’energia. Ciò è tuttavia meno vero per quanto riguarda il rischio volume, talvolta causato dall’indisponibilità della rete elettrica (il c.d. curtailment).

Il contesto di rialzo dei tassi degli anni scorsi ha rappresentato una sfida per molti gestori private markets. I gestori particolarmente efficienti hanno però “scontato” rapidamente la nuova realtà, e sono comunque riusciti a centrare target di distribuzioni annuali ed IRR ancora interessanti, conservando le previsioni sulla vita intera dell’investimento di ritorni cash on cash per gli investitori spesso di 2x volte sul capitale investito.

Anche i fondi di debito avranno un ruolo attivo nel settore, che potrebbe iniziare però a palesarsi attraverso investimenti più spostati a supporto di aziende della supply chain, che con iniziative in real assets.

 

Infine, sempre guardando al futuro, oltre le rinnovabili, dove sono le opportunità più interessanti sul fronte delle infrastrutture per la transizione energetica? Possiamo fare degli esempi concreti?

Nei prossimi due decenni dovremo produrre molta più energia elettrica, principalmente con le rinnovabili, sia di vecchia che di nuova generazione. Si tratta di affrontare con coraggio una nuova sfida quella che sarà una vera e propria rivoluzione, sia tecnologica che energetica.

Questo nuovo modo di produrre e consumare energia elettrica, che necessita di forti investimenti, rappresenta un’opportunità enorme per gli investitori. Chi saprà cavalcare quest’onda, avrà trovato la quadratura del cerchio. Si tratta di pensare agli investimenti infrastrutturali come investimenti inseriti in una serie di onde lunghe, di c.d. mega trend, che andranno ad incidere fortemente sulla realtà in cui viviamo, e che ha ormai avviato un cammino di non ritorno.

Le opportunità più interessanti intersecano due aree: quelle del consolidamento delle tecnologie cosiddette “near shore”, e quelle dell’attivazione di tecnologie “long term”, di più lungo respiro. Alcuni esempi su tutti.

Partiamo da un assioma: l’energia rinnovabile è meno programmabile rispetto alle fonti tradizionali. Come possiamo ovviare a questa sfida? La risposta è: con i sistemi di accumulo. Non dobbiamo però pensare solo alle batterie al litio come per auto e smartphone, ma a tante altre tecnologie come le batterie al sale o, addirittura, con la sabbia.

Abbiamo poi la necessità di riconvertire la rete di distribuzione dei carburanti in rete di ricariche elettriche, possibilmente super veloci, cercando di non fare consumo di suolo e tutelando l’occupazione del settore. C’è poi da considerare la riconversione di tecnologie tradizionali, come l’idroelettrico, che possono essere ripensate in chiave storage.

Non tutti i mezzi però diventeranno elettrici e quindi dovremo sviluppare una filiera di biocarburanti che per altro saranno in grado di valorizzare gli scarti produttivi agricoli realizzando un ottimo esempio di economia circolare.

Questi sono esempi di consolidamento.

 C’è poi il tema dell’attivazione e lancio di nuove tecnologie. Penso agli investimenti atti alla riconversione del modo in cui si produce e consuma l’energia. Penso alle comunità energetiche, o alle smart-grids.

C’è infine la grande equazione, ancora parzialmente irrisolta, rappresentata dall’economia dell’idrogeno, la cui produzione su larga scala, ed a costi industrialmente accettabili, è a portata di mano. Ma il cui ingresso di successo nell’energy mix nazionale non potrà prescindere dalla creazione di una infrastruttura di supporto dedicata.

Come Tages stiamo investendo in tutti questi temi con rendimenti molto interessanti.

 

Abbiamo terminato. Grazie infinite, Guido, per la partecipazione illuminante e le preziose prospettive. Il suo contributo ha arricchito notevolmente la nostra discussione e ci ha offerto uno sguardo approfondito sul futuro del settore energetico. Grazie ancora per aver condiviso il suo tempo e la sua conoscenza con noi oggi.

Grazie a voi per la bella iniziativa e per aver raccolto questa che spero sia una visione incoraggiante per un settore in continua crescita che segna una traiettoria chiara per le generazioni future, che vivranno di questo.


Intervista Guido Prearo, Tages Capital SGR


Marco Corsetti

Ceo & Founder at Revalue Energies

5 mesi

Grazie Guido Prearo, ogni tuo contributo è sempre fonte di ispirazione!

Elena Caffaz

Branding and Image Strategies for Companies and Professionals

5 mesi

Grazie per il tempo che ci hai dedicato, è stato un vero piacere intervistarti, Guido Prearo!

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