Riconversione on line dei servizi #CAA e #AEC per #minori con #disabilità

Riconversione on line dei servizi #CAA e #AEC per #minori con #disabilità

Fino ai primi del mese di marzo 2020 il nostro gruppo di lavoro, formato da #Educatori e #Psicologi, gestiva servizi di Comunicazione Aumentativa Alternativa (#CAA o, per dirla in inglese, #AAC) e servizi di Assistenza Educativa Culturale (#AEC) in favore di minori disabili, all’interno di alcune scuole in piccoli comuni sul litorale nord del Lazio. Dal 04 marzo #2020, il primo degli ormai famosi #DPCM ha imposto la chiusura delle scuole, e la nostra attività nelle scuole è stata interrotta, ai sensi della normativa vigente. Leggendo bene le disposizioni di legge, ci siamo accorti che era possibile richiedere di poter proseguire le nostre attività, sperimentandone una riconversione on line. Dopo un primo momento di perplessità, abbiamo scelto di garantire la continuità del servizio educativo in favore dei minori, garantire la continuità lavorativa dei professionisti impegnati, e sperimentarci in una riconversione on line che non aveva molti studi scientifici alle spalle, tali da poter avere modelli di lavoro validati. Fatta la scelta di riconvertire i servizi CAA e AEC in modalità on line, abbiamo inviato la nostra proposta alle scuole ed ai comuni dove lavoravamo, per chiedere l’autorizzazione alla riconversione, ai sensi di legge.

Fortunatamente abbiamo trovato Amministrazioni Comunali e Dirigenti Scolastici lungimiranti, che hanno accettato di buon grado la nostra proposta, considerandola una valida alternativa, in grado di garantire la continuità dell’intervento educativo anche per le categorie svantaggiate di alunni.

Ricevuta l’autorizzazione formale degli Enti Pubblici, il primo problema che abbiamo dovuto risolvere è stata la scelta dell’obiettivo generale da conseguire. Se a scuola c’eravamo posti l’obiettivo di supportare gli insegnati di sostegno nello svolgimento del piano educativo individualizzato (PEI) scritto per ciascun assistito, ci siamo resi conto che nell’emergenza #Covid-19 tale obiettivo poteva essere irrealizzabile, in quanto mancava il supporto materiale, in presenza, del personale specializzato. Così abbiamo scelto di focalizzare il nostro intervento on line soprattutto su un genitore per ciascun bambino assistito. L’idea di fondo, alla base della nostra scelta, è quella di addestrare un genitore ad eseguire (almeno in parte) il lavoro a contatto on il minore, sotto la supervisione diretta dell’esperto, in modo da delegare al genitore stesso la realizzazione del #PEI.

Qui è nato il secondo problema: per garantire una supervisione corretta, non ha molto senso limitarsi a mandare materiale didattico via mail, ed allo stesso tempo non ha senso usare solo la videochat dei social (uno su tutti, #Whatsapp ®), senza poter condividere contemporaneamente il materiale didattico. Dopo una breve consultazione, abbiamo deciso di utilizzare la piattaforma #Skype ®, gratuita, istallabile su qualsiasi dispositivo connesso al web, facile da utilizzare, e che permette una videochat fino a 09 utenti, permettendo soprattutto la “condivisione dello schermo”. Su Skype ® è possibile seguire una videoconferenza, e contemporaneamente mostrare qualsiasi materiale presente nel dispositivo di chi partecipa alla videoconferenza, come fosse una lavagna multimediale. Nello specifico quindi i nostri operatori possono leggere il materiale didattico che hanno inviato al minore seguito (o quello inviato dalla scuola), in contemporanea con il minore stesso ed il genitore “in formazione”, mantenendo sempre il contatto video in diretta, indispensabile come rinforzo positivo.

Quindi il nostro modello di lavoro on line prevede:

1.      Utilizzo della piattaforma Skype ® per condividere materiale e contemporaneamente usare la videochat;

2.      Addestramento di un genitore, sempre presente nelle videochat;

3.      Utilizzo del materiale didattico sempre in presenza dell’operatore come rinforzo;

4.      Incontri mensili di coordinamento in videochat tra operatori;

Questo metodo di lavoro è stato avviato a metà marzo 2020 su un campione di 10 minori disabili, e stiamo raccogliendo dati a tutt’oggi. Sicuramente possiamo rilevare che il lavoro fatto ha avuto una forte valenza emotiva, anche più forte rispetto agli obiettivi cognitivi che ci eravamo preposti. Ci siamo resi conto che traggono giovamento dal nostro lavoro, non solo i minori, ma anche i genitori, che si sentono coinvolti in prima persona nell’educazione del figlio, con strumenti professionali, seguiti da personale qualificato in rapporto diretto. Speriamo che finisca presto questa emergenza, e si possa serenamente tornare a scuola, ma la situazione ci ha portato a sperimentare un modello lavorativo differente, che sicuramente non abbandoneremo, ma anzi trasformeremo in una risorsa aggiuntiva, da utilizzare anche nel lavoro ordinario all’interno delle scuole.

 

Dott. Alfonso DI GIUSEPPE

Psicologo

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