Sensibilita'​ e Empatia
Bambino sensibile

Sensibilita' e Empatia


Che alcuni bambini siano più sensibili di altri è cosa nota; che la sensibilità non è un difetto, bensì una qualità che fa da base a molteplici attitudini affettive e intellettive è forse meno noto e, in qualche modo, sfugge al senso comune.

Di solito si considera la sensibilità una caratteristica “a rischio”, per certi aspetti persino “deteriore”, perché si ritiene sia la principale causa di un carattere debole. Allora, si parla più volentieri di iper-sensibilità, come a volerla esorcizzare, confinandola in un ambito raro, da approcciare con cautela. Bambini di cristallo da trattare con cura. Burattini fragili e a rischio di rottura. Chimere, creature del sogno che non devono essere risvegliate troppo bruscamente. In questa accezione il termine sensibilità è pronunciato con una smorfia, perché si sottintende che sconfini con fragilità, morbosità o anche con ansia, dipendenza, nevrosi, depressione...

La realtà è più semplice e più complessa allo stesso tempo: messo a contatto con realtà apatiche, anaffettive, abbandoniche o esplicitamente violente e persecutorie, il bambino sensibile ne viene traumatizzato. Non è necessario che il trauma sia esplicito e grave; è sufficiente che il bambino colga disarmonie emotive, prevaricazioni interpersonali, crudeltà fatte passare come "normali" (nei suoi confronti, ma anche nei confronti degli altri bambini, degli anziani, dei malati, degli animali...) che egli ne ricavi un trauma. E' la sua stessa istintiva consapevolezza che diventa traumatica. In fondo alla sua anima egli si chiede: «Ma in che mondo sono capitato?» E il trauma ricevuto, in assenza di alcun potere sulla vita, lo costringe a nascondersi per tutelarsi e proteggersi.

Allora il bambino sensibile diventa esperto in disperate strategie di occultamento: mimetismo, finzione, timidezza, ritrosia, passività, oppure ipercinesia, aggressività, ostilità, intrattabilità... E allora, i "grandi" fanno le loro diagnosi psichiatriche ipocrite. Del bambino sensibile si dice che è introverso, asociale, ipercinetico, affetto da ADHD, persino ritardato e con tratti autistici, quindi che è da sottoporre a test, cure farmacologiche, rieducazione cognitiva, e da inserire in programmi scolastici differenziali. Non si nota mai che è un bambino "dotato", a un punto tale che le sue doti lo stanno escludendo dal mondo adulto. Troppo empatico, ricettivo, intelligente, morale.

Il giudizio pseudo-caritatevole che il mondo adulto dà su di lui è una miscela di ignoranza e di diffidenza da parte del "senso comune" per il "diverso"; non di meno, è anche una condanna, retaggio di una mentalità discriminatoria, oggi tipica di quel razzismo neoliberista che è la psichiatria biologica – un razzismo che non colpisce il colore della pelle ma le varietà psichiche.

Il bambino sensibile è "diverso" perché troppo vigile rispetto alla morale del mondo adulto e perché da lui nascerà l'adulto ricco di risorse critiche che tutti i regimi aborriscono.

L'adulto sensibile è un individuo che può a sua volta vivere nel mimetismo, negando la sua empatia e rimuovendo la sua indignazione morale. Per questa via egli può diventare un "nevrotico", un individuo in conflitto con se stesso, che vorrebbe fuggire o ribellarsi, o criticare creativamente il mondo ricevuto, ma che invece sviluppa sintomi che lo tormentano, lo penalizzano e lo costringono a permanere nella situazione quo ante, senza potervi apportare la sua vis polemica e creativa.

Solo in alcuni casi fortunati l'adulto sensibile sviluppa una sana empatia e un sano adattamento, caratterizzato da slancio critico e creativo.

La sensibilità è la base sulla quale si edifica quel dono assoluto della specie umana che è l'empatia, che determina l'identificazione, il legame sociale, la scelta etica, l’analisi della realtà e l’intelligenza critica, quindi la forza del carattere, infine l'amore e la compassione universale.

Portiamo più rispetto per i bambini timidi e ritrosi, come per quelli ispidi e difficili: essi sono sensibili. Ci aiuterà a portare più rispetto per gli adulti eccentrici, complessi, problematici che nascondono segregati nel cuore della loro psiche, mondi nuovi e senza fine.

Di questo argomento parlo negli ultimi capitoli del mio libro "Volersi male" : https://www.amazon.it/Volersi-Masochismo-depressione-sofferenza-psichica/dp/8846438132/ref=tmm_pap_swatch_0?_encoding=UTF8&qid=&sr=

patrizia conti

Tecnico della Ristorazione presso IIS EINSTEIN-NEBBIA; e Tecnico dei servizi sociali IIS PODESTI CALZECCHI ONESTI

3 anni

...la sua descrizione dottore, mi ha riportata a rivedere la bambina che ero.. Ha descritto davvero bene quello che provavo.. Sentirsi fuori dal mondo.. Crescendo quella sensibilità è sempre stata rivolta verso gli altri per compiacere, per cercare di essere compresi. L'adolescenza è stata un incassare altre insicurezze! Ad oggi (ho 47 anni) sto ancora raccogliendo i pezzi, ma sono più consapevole di come e dove dirigere la mia sensibilità!Ho imparato a captare quelle persone che viaggiano sulla mia stessa linea d'onda.. e me la tengo stretta questa sensibilità tanto penalizzata.Fa sentire cose che molti neanche si accorgono che ci sono, rivela tante sfumature delle persone, fa entrare in contatto con mondi meravigliosi come quelle dei bambini e si manifesta attraverso scarabocchi di arte, o fiume di parole da scrivere.

Priv. Doz. Dr. med. habil. Dipl. Psych. Georg Nikisch

Assistant Medical Director at the Psychiatric Hospital in Rickling | • Acute Psychiatry • Psychotraumatology and Psychotherapy | Author, Coacher, Mentor and Speaker | Germany

4 anni

Dear Nicola. Very good contribution to the important topic. Sincerely, Georg

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