“Siamo fuori di testa ma diversi da loro”
Che abbiate seguito il Festival di Sanremo o meno…
Che vi piaccia il Rock o meno… (in questo prendo posizione…scusate…per me il Rock è come il brodo primordiale delle idee…)
il testo della canzone vincitrice dell’ultimo Festival di Sanremo 2021 è un vero inno all’unicità.
E come molto spesso accade l’unicità si accompagna nel migliore dei casi al non essere riconosciuti e nel peggiore dei casi nell’eliminazione del diverso, dell’errore di sistema.
Tutti i precursori, tutti i visionari, gli innovatori o più semplicemente tutti coloro che non vedono le cose da un punto di vista riconosciuto dalla collettività vengono ancora oggi nel 2021 tacciati di essere “disturbati”, “diversi”, “malati” addirittura “sociopatici”.
Beh…cari miei…senza questi “diversi” oggi non potreste volare, accendere una lampadina, mandare una mail, esprimere liberamente un’opinione, curare molte malattie, eccetera eccetera, eccetera…
Potrei riportarvi i virgolettati di tanti commenti al vetriolo relativi alla vittoria dei Måneskin, ma darei loro ulteriore risalto…
Liberi, anzi liberissimi di criticare lo stile musicale o la canzone, ma quando si fa riferimento al comune senso del pudore o si scade in commenti sessisti degni del peggior Medioevo… inviterei costoro a guardarsi allo specchio e a scagliare la prima pietra verso loro stessi per vedere se resterebbe intatto qualche frammento della loro anima.
Comunque…viva i “diversi” a loro dobbiamo molto…moltissimo… a loro mi ispiro tutti i giorni, per cercare nuove declinazioni della mia professione e della mia vita.
“Osate cambiare. Cercate nuove strade” (cit. L’attimo fuggente 1989)
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